Dagli anni all’Atalanta a una costante crescita, fino all’exploit dell’ultima stagione. Alex Frana dopo anni passati vicino alla sua Bergamo quest’anno ha fatto le valigie, ha salutato amici e parenti, direzione Borgosesia. Il primo anno lontano da casa: “È stato difficile, almeno all’inizio” racconta Frana ai microfoni di Seried24.com e poi prosegue: “Un’esperienza del genere ti fa crescere. Per la prima volta dovevo condividere degli spazi con i compagni di squadra e poi inizi a doverti gestire da solo, imparando a fare tante cose alle quali prima non ci pensavi“.
Se dal punto di vista umano è stata un’annata di crescita personale, da quello sportivo forse nessuno si aspettava un campionato del genere. Il Borgosesia dopo la retrocessione dello scorso anno è stato ripescato in Serie D in estate. Frana è arrivato quindi in una squadra che doveva lottare per mantenere la categoria e alla fine ha provato fino alla fine a entrare nella zona playoff.
“All’inizio l’obiettivo era la salvezza, poi ci siamo ritrovati tra quarto e quinti posto. L’obiettivo playoff è nato a quel punto e nel finale è sfumato. Comunque abbiamo vissuto una grande annata in cui siamo cresciuti tanto” spiega Frana.
Il Borgosesia ha costruito una squadra di giovani da affidare a Lunardon, il quale ha fatto un doppio lavoro eccezionale: ha costruito un’identità di gioco chiara e fatto crescere i suoi ragazzi: “Questo è stato uno degli anni in cui sono cresciuto di più. Con Lunardon ho imparato molto a impostare il gioco. Essendo giovani ci faceva partire dal basso. Non è facile, perché ci sono squadre che riescono a metterti in difficoltà. Serve personalità e tecnica. Qualche errore l’abbiamo fatto, ma l’identità di gioco non l’abbiamo mai abbandonata“.
Nemmeno al Piola di Novara contro la squadra di Marchionni: “È stata una bella occasione giocare in uno stadio importante come il Piola. A inizio anno abbiamo anche pareggiato, ma loro non avevano ancora ingranato“.
Una doppia sfida in cui Frana si è ritrovato dall’altra parte Vuthaj e Gonzalez, due giocatori con storie diverse ma che con la D hanno poco a vedere: “Pablo con i piedi fa quello che vuole e Vuthaj se ha fatto quei numeri un motivo c’è. È un animale“.
Per Alex, però, le sfide a giocatori di altre categorie sono quasi la normalità. Il perché è semplice da spiegare. Lui prima di approdare in Serie D era all’Atalanta, in uno dei settori giovanili più floridi d’Italia e la sua era l’annata dei 2000, quella dei Peli, dei Piccoli e di un certo Dejan Kulusevski.
“Kulusevski è fortissimo. Ora ci sentiamo meno rispetto a prima. Però ogni tanto ci scriviamo. Inizialmente nell’uno contro uno era una bella sfida, poi col tempo ha iniziato ad allenarsi in prima squadra e non c’è più stata partita, non lo prendevi mai“. Ricordi di un periodo di sogni, anche se i sogni non sono finiti.
“L’obiettivo principale è quello di migliorarsi di anno in anno, ma il sogno è di approdare in Serie C dopo quattro anni in D” rivela Frana. Chissà che questa non sia l’estate buona. Una stagione giocata a ottimo livello e chissà che non possa aprire le porte giuste.