Brindisi, gara a porte chiuse contro la Nocerina: ricorso respinto
Brindisi-Nocerina si giocherà a porte chiuse, adesso è ufficiale. Infatti, il ricorso d’urgenza presentato dal club pugliese è stato rigettato. A comunicarlo è la stessa società tramite i propri canali ufficiali. “Il Brindisi comunica che il ricorso d’urgenza presentato presso il Tribunale Amministrativo competente è stato rigettato. Pertanto il match di domenica 19 Febbraio alle ore 14.30 contro la Nocerina verrà disputato a porte chiuse“.
“Oggi non ha perso solo il Brindisi”, le parole del dg Valentini
Commenta la vicenda il dg Valentini, che ha pubblicato il suo pensiero sul suo profilo personale. “Se qualcuno pensa che oggi a perderci sia solo il Brindisi si sbaglia di grosso. Oggi perde lo sport. Lo stato di diritto. Oggi è stato compiuto un sopruso figlio di un atto vessatorio e fuori da ogni logica. Si dice ‘fai di una avversità una opportunità‘”.
“Mi auguro che questa ignobile ingiustizia faccia capire a tutti che siamo soli contro tutto e tutti. Solo rimanendo uniti e coesi potremo far fronte a chi vuole il nostro sfascio. Faccio davvero un appello a tutta la città. I processi e le contestazioni rinviamole al 7 maggio. Diventiamo un corpo unico e mettiamo da parte incomprensioni e divisioni. Abbiamo bisogno del calore e affetto della città perché se non ci vedranno più divisi forse la smetteranno di vessarci. Vogliono far morire il calcio a Brindisi. Ora dimostriamogli che si sbagliano di grosso“.
“Ricorso respinto, vergogna”, il commento del presidente del Brindisi
Arriva anche il commento del presidente Arigliano: “Ricorso respinto. L’Italia è vittima della burocrazia da decenni, e purtroppo queste decisioni ci fanno capire quanto veramente l’Italia sia un paese allo sfascio. Negare la gioia di assistere ad una partita ad una città intera è solo pura follia. Forse chi giudica questi eventi crede che il calcio sia solo un gioco. Ma dietro a questo gioco ci sono centinaia di famiglie che vivono. Così si uccide il calcio dalla seria A alla terza categoria. Vergogna“.