Il Brindisi brinda alla salvezza nonostante la sconfitta interna con la Mariglianese. La squadra di Nello Di Costanzo può esultare dopo grazie al record di punti collezionato nel girone di ritorno e alle sconfitte in questa penultima giornata di Lavello e Nardò. Una gara ricca di emozioni fortemente condizionata dal caldo e dalla tensione.
Torna il pubblico sugli spalti del ‘Franco Fanuzzi’. Oltre duemila le presenze. Prima parte della gara scoppiettante con ritmo molto alto. La Mariglianese ha subito un’occasione con Esposito, mentre sul fronte opposto i padroni di casa ci provano con Silvestro che non trova per un soffio lo specchio della porta. Al 31′ la doccia fredda per i padrondi casa: Aracri raccoglie un pallone lungo in area di rigore e batte Cavalli. Brindisi 0 – Mariglianese 1. I campani prendono coraggio e al 36′ sfiorano il raddoppio con bomber Esposito, il cui tiro a botta sicura viene parato da Cavalli. Nella ripresa Di Costanzo spiazza tutti e inserisce Rekik per Colaci. Una mostra che lo costringe anche a cambiare il portiere per la regola degli under. La Mariglianese gioca con personalità, il Brindisi nel finale si riversa in avanti grazie anche all’ingresso di Meneses. Intanto giungono le sconfitte di Nardò e Lavello che regalano la salvezza sia al Brindisi che alla Mariglianese.
No, non è una semplice salvezza. L’impresa del Brindisi va ben oltre. La clamorosa rimonta della squadra di Nello Di Costanzo vale quanto la vittoria di un campionato. Il Brindisi è come se fosse risorto, all’improvviso, nel giorno del suo funerale. Una squadra distrutta, mentalmente e fisicamente fino a tre mesi fa. Scarsissima ad inizio stagione. Tosta, caparbia e organizzata oggi. Merito di un presidente-tifoso che, dopo aver sbagliato tutto quello che si può in estate, ha poi attraversato, e fermato, uno ‘tsunami’ a mani nude e, anziché sparire, come hanno fatto molti suoi predecessori, ha continuato a lottare e a metterci la faccia. L’arrivo di Nicola Dionisio e Nello Di Costanzo, un allenatore che non si è mai scomposto di una virgola nei momenti difficili, è stato il primo segnale che qualcosa stesse cambiando. L’interrogativo di queste ore sul festeggiare o meno una salvezza in D lascia il tempo che trova. In palio non oggi non c’era solo la permanenza in un campionato dilettantistico ma la consapevolezza di aver posto le basi per il futuro, con tre vantaggi: l’enorme bagaglio di errori compiuti a inizio stagione, poter programmare la prossima stagione con ampio anticipo (lo scorso anno a causa dell’incognita ripescaggio si iniziò ad agosto) e la possibilità di operare con una società che ha riacquisito credibilità agli occhi di calciatori, procuratori e organi federali).