Brindisi, botta e risposta tra il possibile acquirente Zerbo e il vicepresidente Pozzessere
Il passato recente della Brindisi calcistica è tutt’altro che roseo. Rinaldo Zerbo, però, potrebbe essere la soluzione per portare avanti la storia del club biancazzurro nel massimo campionato dilettantistico dopo la retrocessione dalla Lega Pro. Intervenuto ai microfoni di Antenna Sud durante la trasmissione “Passione Brindisi“, l’imprenditore ha raccontato dei contatti avuti con la famiglia Arigliano, della sua offerta e del suo progetto. In seguito, è intervenuto in risposta anche il vicepresidente del Brindisi Damiano Pozzessere, chiamato in causa proprio da Zerbo.
Brindisi, Zerbo: “Il vicepresidente Pozzessere ha impedito che aiutassi”
Ai microfoni di Antenna Sud, il dottor Rinaldo Zerbo è intervenuto per parlare del Brindisi e della sua volontà di intervenire per salvare il calcio cittadino. Tra trattative con la famiglia Arigliano e critiche alla gestione in Serie C, ecco le sue dichiarazioni.
“Fermo restando che bisogna andare a verificare gli ultimi conti, la mia offerta resta. Io ho un bilancio al 31/12/2023 che aveva già un passivo di 722 mila euro, più la gestione corrente che è di circa 600 mila euro. La situazione ha vissuto una situazione di grande disagio, i risultati sono stati sempre negativi. Non perché la squadra non ci fosse, nonostante il presidente Arigliano diceva che fosse “una squadra di brocchi”. Questo non è vero. La squadra non era mai messa in situazione di poter giocare serenamente, per quello che ho potuto constatare. Non ha mai avuto certezze e chiaramente non rendeva. Poi, il cambio di allenatori o pseudo-tali funziona in altre categorie, ma non in Lega Pro“.
“Il primo contatto con la famiglia Arigliano per rilevare la società? È stato a fine febbraio. Teodoro Arigliano mi aveva chiamato disperato per aiutarlo a sistemare le cose. So però che in sordina il vicepresidente Pozzessere ha sempre fatto di tutto per impedire questa cosa. Il vicepresidente non voleva perdere la leadership e io sarei stato un personaggio scomodo all’interno della società. Lui non ha mai avuto un ruolo? Non è vero. Ha fatto una conferenza stampa, ha detto di essere il vicepresidente, di aver dato dei soldi, di aver finanziato altri affari, di aver seguito il settore giovanile… Pozzessere ha ancora oggi un titolo dal punto di vista gestionale, non ha solamente le quote societarie“.
Zerbo: “Non voglio dare 400 mila euro agli Arigliano”
L’interesse per il Brindisi, dunque, resta più vivo che mai. Che sia in Serie D o in altre categorie inferiori. Rinaldo Zerbo, infatti, racconta di avere un progetto che è disposto a portare avanti a determinate condizioni. Primo fra tutti, il “costo zero” degli Arigliano.
“Se c’è ancora il mio interesse per il Brindisi? Assolutamente sì. Non sono interessato a dare soldi direttamente agli Arigliano perché ritengo i debiti siano nettamente superiori e che la gestione sia stata disastrosa, sicuramente per capacità loro. Di sicuro sono stati consigliati male, ma anche il vicepresidente non è stato lungimirante. Io mi resi disponibile anche a finanziare personalmente un esterno basso direttamente dal Portogallo per aiutare la difesa, e due ore dopo esserci stretti la mano qualcuno disse di no. Hanno fatto di tutto per far sì che questa società andasse male“.
“Io ho un progetto molto chiaro. Voglio creare un settore giovanile che non esiste, creare le strutture bussando la porta alla politica e all’amministrazione comunale e iniziare a dare a Brindisi quello che merita. Io ci metto i soldi, poi abbiamo altri due o tre finanziatori. Perchè l’attuale società non ha accolto la mia proposta? Perchè vogliono 400 mila euro per loro e io non glieli voglio dare. È molto chiaro. Il loro “costo zero” sono 400 mila euro. Io sono disponibile a ripartire da zero con una nuova società.
Con la speranza che non ci sia un’altra penalizzazione perché altrimenti sarebbe inutile, ma la mia offerta rimane questa“.
Brindisi, Pozzessere: “Se Zerbo vuole comprare il Brindisi non lo deve comprare da me”
“Se ho impedito l’ingresso di Zerbo in società? Assolutamente no, non ho impedito proprio nulla. In che veste dovrei impedirlo? Sono cose che non mi riguardano, con il dottor Zerbo avrò parlato 10 minuti una sola volta al termine di una partita e mi ha palesato l’intenzione di presentare un’offerta, nulla di più. Questo è un periodo in cui vengono dette tante cose. Dal mio punto di vista sto facendo l’impossibile per trovare una soluzione. Posso dire solamente ciò che posso fare io, il resto non lo so. Il dottor Zerbo, se vuole comprare il Brindisi, non lo deve comprare da me: io non ho quote. Se lui riesce a fare un’offerta che la famiglia Arigliano ritiene vantaggiosa si va dal notaio e si firma, niente di particolare“.
“Comunque sia, io non mi sono fermato un attimo per cercare una soluzione concreta. Non posso dire troppo, però voglio ribadire che non ho potere decisionale. Non capisco quindi l’intervento del signor Zerbo e mi dispiace anche. Se ha capacità di rilevare il club, che lo faccia. Se ha un progetto che vuole portare a Brindisi a me può fare solo piacere, ma non sono la persona con cui parlare“.
Poi anche un intervento circa la scadenza precedentemente data di 30 giorni, passata da poco. “Ci sono tantissimi cavilli che vanno sviscerati, si tratta comunque di un club di calcio che ha avuto delle difficoltà quest’anno. Mi sento di dire che nulla si è arenato. Sto proseguendo per quello che posso fare io. Non precludo però un’altra strada alla famiglia Arigliano, che è libera di scegliere un’alternativa. Io provo a fare quello che posso per dare un futuro al club. Mi auguro e mi farebbe piacere che arrivi domani un imprenditore che voglia portare il Brindisi in Serie A. Ognuno fa il suo e ci prova in tutti i modi, io non mi sono fermato. Io ci sono in tutte le possibilità che prevedono un progetto serio con gente che conosco“.