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Acireale, Cadili: “Il pubblico granata è l’uomo in più, sono qui per vincere”

Nonostante la sua giovane età, Andrea Cadili è uno dei punti fermi dell’Acireale di De Sanzo. Difensore centrale, classe 1999, cresce calcisticamente nelle giovanili del Cagliari, vicino casa sua. Qui svolge tutta la trafila diventando anche capitano della primavera. Si allena più volte con la prima squadra, incontrando compagni importanti come Padoin, Bruno Alves, Joao Pedro e Cragno ottenendo anche la prima convocazione in Serie A contro la Roma.

La sua carriera tra i grandi però, inizia lontano dalla sua isola, dalla sua casa. Si trasferisce prima a Foggia con cui, nel 2020 ottiene la promozione in Serie C. Poi torna in Sardegna per giocare nell’Olbia prima di accettare una nuova sfida. Cambia isola e si trasferisce ad Acireale in Sicilia. “La scelta Acireale non è stata difficile perché non volevo fare un campionato anonimo – afferma ai nostri microfoni il giovane difensore-. Ho pensato che indossando la maglia granata questo non sarebbe accaduto, come effettivamente stiamo dimostrando”. Idee chiare e tanta voglia di emergere per dimostrare di poter tornare nel calcio che conta.

“Cagliari è stato un onore perché ho rappresentato i colori della mia terra”

Cadili infatti, come ricordato, cresce con il rossoblù addosso sotto la guida addirittura di una bandiera come Daniele Conti. Così infatti, ricorda il suo periodo con la squadra sarda: “Stare a Cagliari è stata per me una cosa bellissima, ma soprattutto un onore perché ho rappresentato i colori della mia terra. Avere avuto la fortuna di essere stato a contatto con giocatori di un certo spessore che mi hanno aiutato a crescere sia dal punto di vista calcistico, ma anche umano. Il tutto ha reso la mia permanenza ancora più bella”.

Nella sua esperienza in prima squadra poi, ha vissuto un ambiente ricco di giocatori e persone di spessore da cui ha potuto imparare tanto. “Un giocatore che mi ha colpito in modo particolare è stato Simone Padoin, perché uno del suo calibro, dopo aver vinto veramente tanto era l’umiltà fatta persona“.

“Mi ha trasmesso tanto e ancora oggi lo ringrazio. Ma ricordo con piacere anche altri grandi giocatori che sono arrivati in Nazionale come: Joao Pedro e Cragno, ma anche Cigarini, Bruno Alves. Mentre come allenatore avevo Max Canzi, come vice Agostini e Daniele Conti, figlio del più famoso Bruno, come Direttore. Bandiere del Cagliari di qualche anno fa. Stavo sempre con loro, ascoltavo e apprendevo i loro consigli che sono stati fondamentali per la mia crescita“.

“Uno dei momenti che porterò nel cuore per sempre e che custodisco dentro il mio cuore è la prima panchina in Serie A contro la Roma, quando giocavo nel Cagliari. Un’esperienza unica e che spero di poter rivivere”.

Cadili Cagliari

“Di casa mia mi manca tutto ma ad Acireale sto benissimo”

Quello dello scorso settembre è stato sicuramente un trasferimento importante sia dal punto di vista privato che professionale. Dopo aver assaporato il mondo del professionismo, Cadili accetta la sfida dell’Acireale con un solo obiettivo: ripartire dalla D e tornare in alto con la squadra Siciliana. “Della mia terra mi manca casa soprattutto, e le persone. Però devo dire che la Sicilia è molto simile alla Sardegna per il clima, per come gli acesi mi hanno accolto e mi stanno facendo stare. Però è ovvio che casa e le persone a cui tieni mi mancherebbero anche abitando ad un chilometro di distanza”

Nonostante la comprensibile malinconia verso la propria terra, Cadili sembra essersi ambientato benissimo in Sicilia. 27 partite totali accompagnate anche da un gol, stanno a testimoniare l’ottimo impatto del ragazzo su una piazza calda e competente come poche. “Il pubblico granata penso che sia davvero l’uomo in più, l’arma in più per noi. Abbiamo guadagnato la loro fiducia partita dopo partita, e adesso spero di poter dire che siamo una cosa unica e l’abbiamo dimostrato in campo. Un aneddoto che mi viene in mente perché mi ha colpito è stata la vittoria contro la Gelbison; l’amore del pubblico, perché da quando sono qui ho sentito davvero tanto calore grazie ai tifosi, che ci hanno trasportato in maniera assurda, incredibile. Per questo li dobbiamo ringraziare ed andare avanti per raggiungere il nostro obiettivo, il loro e di tutta la città“.

Acireale

Le motivazioni di Cadili: “Sono venuto qui per vincere”

Come visto, le ambizioni personali del ragazzo sono perfettamente in linea con quelle della società granata. Fare un grande campionato per tornare il prima possibile tra i professionisti. Proprio questa affinità di vedute lo ha spinto ad accettare l’offerta della squadra siciliana in estate. “Sono venuto ad Acireale per vincere – conferma deciso Cadili-. Noi pensiamo una partita alla volta e stiamo dimostrando, gara dopo gara, che cosa vogliamo e qual è il nostro obiettivo finale. Lo stesso allenatore, da subito, ci ha fatto capire cosa avrebbe voluto da noi e lo sta trasmettendo: la sua mentalità, il non mollare mai, la grinta e noi tutti, stiamo cercando di accontentarlo partita dopo partita, tutti insieme e mai slegati, lottando tutti per un solo obiettivo. Non dobbiamo fare, però, il passo più lungo della gamba. E’ importante procedere con molta discrezione, perché potremmo anche farci male”.

Dovendo condividere lo spogliatoio con personalità importanti come Lodi, Savanarola, Figliomeni, Ricciardo, Cristiani, Russo, Cadili ci parla anche del suo rapporto con compagni. “Sì, giocare con gente di questo calibro è veramente una fortuna, perché si può imparare da tutti. Insieme, anche con i più giovani, abbiamo un ottimo rapporto. La forza di quest’anno è sicuramente il gruppo”.