Campedelli: “Il Chievo deve tornare a giocare a calcio”. De Bosio: “Siamo stati discriminati”
Torna a parlare Luca Campedelli, ex presidente del Chievo Verona. Nel primo pomeriggio di oggi, è stata svolta una conferenza stampa al Bottagisio di Verona. Campedelli che, per l’occasione, è stato accompagnato dall‘Avvocato De Bosio. L’ex presidente del Chievo, ha infatti deciso di uscire allo scoperto sulla storica sentenza del Consiglio di Stato, parzialmente sospesa sino alla camera di consiglio del 23 giungo 2022.
“Chievo discriminato, alcune squadre non hanno pagato nulla”
Iniziata la conferenza stampa, Luca Campedelli lascia subito la parola all’avvocato De Bosio. “Il tema che teniamo a comunicare è che il Chievo è stato a nostro avviso vittima di una discriminazione totalmente ingiusta, questo il Chievo Verona lo ha fatto presente fin da subito”.
“I problemi relativi alla situazione economica non c’entrano nulla. L’esclusione è da affidare a delle rateizzazioni“- spiega De Bosio, che prosegue – “Nulla di anomalo al regolamento. Quello che è accaduto è che il legislatore dell’emergenza ha prorogato le rateizzazioni delle cartelle esattoriali. Le squadre che sono state in una situazione addirittura peggiore del Chievo non hanno dovuto pagare nulla fino ad oggi. Il Chievo è stato discriminato nella legge tributaria. Non ha pagato le rateazioni pre esattoriali sospese dal 8 marzo 2020 e, secondo questo ragionamento, deve pagare tutto il debito subito. Tutto ciò senza nemmeno sapere effettivamente l’ammontare del debito, perchè senza cartella esattoriale (emissione vietata fino al 31 agosto per Covid) nonostante le varie richieste del Chievo”.
“Nessuno ha voluto ascoltare il Chievo, rovinato un gioiello”
Successivamente, prosegue ancora l’avvocato De Bosio: “Per un anno e mezzo il Chievo si è trovato impossibilitato a fare un piano di rientro. Al contrario, le altre società, che avevano già ricevuto la cartella esattoriale prima dell’8 marzo, non hanno pagato nulla. Il debito è stato spostato a dopo l’iscrizione del campionato, mentre al Chievo prima ed è stato escluso. Abbiamo fatto presente la situazione – spiega ancora De Bosio – ma la Federazione non ha voluto ascoltare nessuno. Così, vista la mancata iscrizione, si è passati allo svincolo d’ufficio. In questo modo, è stato distrutto un intero team di persone, parliamo di un gioiello del calcio italiano. Prima di compiere un danno del genere, andava aspettata una sentenza.
“Infatti – prosegue ancora l’avvocato- quelli emessi fino a questo momento non sono sentenze, ma provvedimenti. Solo l’ultima del TAR del Lazio ha aperto gli occhi al Consiglio di Stato. Se al nostro posto ci fosse stato il Milan, la Federazione non avrebbe applicato in maniera così ottusa la legge”– tuona l’avvocato.
Gli scenari indicati dall’Avvocato De Bosio
Infine, prima di lasciare la parola a Luca Campedelli, De Bosio illustra gli scenari futuri. “Bisogna aspettare il 23 giugno per la conferma del collegio, dopodiché si andrà a fissare quando ci sarà finalmente la sentenza. In questo caso la federazione dovrà porsi il problema di un risarcimento mostruoso (100 milioni). Parliamo di un qualcosa di grande – spiega De Bosio – dai calciatori svincolati al valore patrimoniale, dimensioni pari alla mancata qualificazioni ai Mondiali per la FIGC. Una soluzione immediata? “Ipotesi di ammissione ad un campionato come la serie D o C, un risarcimento minimo per “tornare in vita”, ma questi sono tutti discorsi da fare con Gravina” – spiega De Bosio.
“In tutto ciò, la città di Verona è stata abbastanza assente, il Chievo è una risorsa e non abbiamo sentito un supporto giusto per provare l’udienza. Abbiamo provato ad avere un contatto con la Federazione, ma c’è stata una chiusura assoluta visto che non era stato emesso nessun provvedimento in nostro favore”. Infine, De Bosio chiude con il caso degli svincoli d’ufficio. “Nell’ipotesi in cui la storia finisca bene, i giocatori che non hanno trovato accordi con altri club (svincolati), tornerebbero. Stesso discorso con chi ha trovato accordi con altre squadre, ma è in scadenza.
Campedelli: “Sona? Altra strada, voglio rivedere il Chievo”
Dopo il punto della situazione fatto dall’Avvocato De Bosio, la parola torna a Luca Campedelli. Sulla vicenda della rinascita Chievo (dunque del Sona), Campedelli è molto chiaro.
“Il Sona è un’altra strada, non si ferma niente a prescindere. Concettualmente voglio vedere il Chievo Verona tornare a giocare a calcio, risarcimento e tutto il resto va bene. Senza per me non c’è ragione di esistere”.