Ultim’ora: arriva un’altra bocciatura dalla Figc per due storiche piazze
Campobasso e Teramo rischiano seriamente di restare, almeno un anno, senza calcio. Dopo l’esclusione dal campionato di Serie C, decretato, nell’ordine da Lega Pro, Covisoc, Tar e Consiglio di Stato, le due città, stando alle ultime notizie apprese dalla nostra redazione, non potranno più aderire all’articolo 52, comma 10 delle Noif.
Si tratta della legge del calcio che consente (a discrezione del presidente federale) alle città che perdono un titolo sportivo professionistico di ripartire da una categoria dilettantistica con una nuova società, attraverso l’impegno delle amministrazioni comunali, e pagando un fondo perduto.
La situazione di Campobasso e Teramo
Così come fatto dal Catania e in precedenza da Venezia, Bari, Salernitana, Parma, per citarne solo alcune. Il motivo? I vecchi club (quelli esclusi dalla C) si sono accaniti troppo sui ricorsi. Ciò ha fatto scadere, di fatto, i tempi necessari per consentire ai Comuni di Campobasso e Teramo di avviare l’iter.
Eppure, entrambi i sindaci, subito dopo la bocciatura Covisoc, si erano adoperati per aprire immediatamente i bandi necessari all’assegnazione del nuovo titolo sportivo ma la procedura sarebbe stata congelata al momento della presentazione dell’ultimo ricorso, quello al Consiglio di Stato, la cui sentenza è giunta quando, ormai, erano già stati diramati gironi e calendari dei campionati di Serie D.
Insomma, paradossalmente, quell’ultimo ricorso ha creato più danni che altro. Soprattutto in virtù del fatto che il Tar aveva espressamente vietato ai club ricorrenti di potersi iscrivere in D, a differenza di quanto era stato concesso l’anno prima a Casertana e Sambenedettese.
Un futuro sempre più incerto: si rischia di ripartire dai tornei regionali o provinciali
A questo punto Campobasso e Teramo rischiano di ripartire dalle categorie più basse in assoluto (sempre con una nuova società), tramite un accordo diretto con i comitati regionali di Molise e Abruzzo. La palla, infatti, passa nelle mani del presidente regionale Lnd che dovrà decidere, ovviamente Noif alla mano, cosa fare.
Ed è tardi anche per eventuali fusioni con club di città limitrofe. Al massimo si potrebbe fare un accordo informale con qualche società del territorio, per poi cambiare denominazione nella prossima stagione. Una brutto epilogo per due piazze importanti del nostro calcio che avrebbero sicuramente meritato maggiore fortuna.
A cura di Fabrizio Caianiello