Continua il calvario del Cancattì. Ancora una volta la squadra siciliana dovrà giocare le sue gare casalinghe lontano dallo stadio “Carlotta Bordonaro”.
Una vera e propria sofferenza per la società e i tifosi biancorossi costretti a disputare in sostanza tutte le partite fuori casa.
Il Canicattì ha lanciato un’appello sui propri profili ufficiali. La società siciliana stufa di questa situazione pretende ora che si intervenga in modo massiccio.
“Siamo stanchi di viaggiare in continuazione, di giocare 38 gare su 38 in trasferta: tante promesse inutili fino a qui, ma NOI VOGLIAMO E PRETENDIAMO IL NOSTRO STADIO!”.
Il Canicattì si trova in questa scomoda situazione da ben 4 anni. L’inagibilità del proprio stadio ”Carlotta Bordonaro” è dovuta ad un terreno in sabbia non più in linea con il regolamento della LND. Dal 2018, quindi, i biancorossi sono costretti a trasferirsi.
Dal 2018 la casa del Canicattì era il ”Saraceno” di Ravanusa. Qui, i siciliani, disputano 4 stagioni culminate con la conquista del campionato di Serie D. Nel post-covid, però, diverse problematiche legate allo stadio e alla sua inagibilità nelle tribune portano il Canicattì via anche dal ”Saraceno”. La stagione successiva i biancorossi sono costretti a giocare tra Sancataldo e Campofranco. Poi, la società biancorossa riesce a riportare le gare casalinghe a Ravanusa ma a campionato ormai finito.
Nonostante ciò, ora, riemergono di nuovo problemi: il ”Saraceno” non è adatto per la Serie D.
Il Canicattì, in attesa di interventi non ancora pervenuti, ottiene l’autorizzazione a disputare le gare casalinghe nel glorioso stadio ”Esseneto” di Agrigento. L’impianto ospita le partite dell’Akragas.
Per questo, nel comunicato, il Canicattì ringrazia la società biancoazzurra e il sindaco di Agrigento per aver permesso tutto ciò.
A cura di Francesco Busoni