“Chiamateci nomadi, lo siamo“, si apre così la nota ufficiale del Canicattì in merito alla partita rinviata con il Paternò, a causa dell’assenza di impianti sportivi adeguati nella provincia di Agrigento. Un problema di grande rilievo, in Italia, quello delle infrastrutture, specialmente nel mondo dello sport e ancor di più nei campi dilettanti. I biancorossi, dunque, sono al momento privi di uno stadio dove poter disputare le partite interne. Inoltre il club ha voluto evidenziare la continua assenza del comune di Canicattì in merito al problema. La società chiederà nuovamente alla Sancataldese di poter usufruire del loro stadio.
Il Canicattì ha comunicato il rinvio della gara diramando una nota attraverso i propri canali ufficiali. “Chiamateci nomadi, lo siamo. Non disponendo di un impianto sportivo adeguato a Canicattì e a causa dell’indisponibilità di altri stadi nella provincia di Agrigento omologati per la Serie D“.
La questione si fa ancora più eclatante se consideriamo l’elenco degli stadi indisponibili presentato dalla società siciliana: ” Stadio ‘C.Bordonaro’ (Canicattì): in terra battuta e con tribune fatiscenti, non omologato per la Serie D. L’ ‘Esseneto’ (Agrigento): indisponibile per il Canicattí causa “risemina del manto in erba naturale”. Il ‘Saraceno’ (Ravanusa): in corso di omologazione dopo l’esecuzione dei lavori di adeguamento necessari effettuati a nostre spese. Lo stadio ‘G.Bruccoleri‘ (Favara): occupato per disputa gare campionati regionali e settori giovanili. L’impianto ‘T.Russo’ (Aragona). E per concludere lo stadio ‘V.Collura’ (Porto Empedocle): non omologato per la Serie D“.
La nota continua: “Siamo costretti al rinvio della gara Canicattì-Paternò del 04/12/2022, valida per il campionato Nazionale di Serie D e chiedere ancora una volta la disponibilità ai cugini sancataldesi di utilizzare il ‘Valentino Mazzola’ per poter disputare la nostra gara Mercoledì 07/12/2022 ore 14:30. Altre considerazioni sarebbero fine a sé stesse, se non per prendere atto del degrado degli impianti sportivi nella provincia di Agrigento e della persistente assenza del Comune di Canicattì“.