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Caravaggio, il “rinascimento” del club tra record storici e un nome ingombrante

Mettiamo subito le cose in chiaro. Sì, il paese nell’hinterland bergamasco si chiama così perché è effettivamente collegato al pittore italiano. Lì fino a qualche decennio fa si pensava fosse nato proprio Michelangelo Merisi figura che poi avrebbe reso iconico in tutto il mondo quel nome. Eppure per chi come noi si occupa di Serie D, il nome Caravaggio da un po’ di tempo fa scattare un collegamento alquanto insolito. Non una tela dipinta ma il verde dei campi di calcio.

Infatti, la squadra del comune a pochi chilometri da Bergamo sta sorprendendo tutti nel girone B. Da Neopromossa è ora a pochi punti dai playoff, stabilendo addirittura un nuovo record per il campionato. Un capolavoro, giusto per restare in tema, per un paesino di poco più di 16 mila persone e che, anche tramite il calcio, spera di rivivere un suo, nuovo e personale, rinascimento.

La storia del Caravaggio

Quasi 400 anni separano la nascita della US Caravaggio e quella del più famoso Michelangelo Merisi. Quattrocento anni in cui la fama del pittore cresce a dismisura, in cui il nome Caravaggio diventa nel mondo simbolo della pittura rinascimentale e si lega indissolubilmente alla sua innovativa capacità di utilizzare il chiaroscuro e alla sua iconica aderenza alla realtà.

In effetti poi la prima società calcistica della città nasce nel 1921 ma si chiama U.S. Veltro. La maglia è bianco e nera a scacchi e il primo “stadio” viene rimediato nel prato all’interno del Santuario comunale. E’ soltanto nel 1958 che la società prende il nome del paese e diventa la Us Caravaggio cambiando anche i colori sociali che diventano il bianco e il rosso. La loro è una storia passata per lo più tra i le ultime serie del nostro calcio. Nel 1971 a quattrocento anni dalla nascita di Michelangelo Merisi, ad empio, scendono in Seconda Categoria. Le cose però cambiano dopo il 1996. In quell’anno raggiungono una storica promozione in Eccellenza e da lì sarà un continuo sali e scendi ai vertici del calcio dilettantistico.

Caravaggio

La prima volta in Serie D è nel 2005 quando rilevano il titolo sportivo del Bergamo Fiorente. Retrocedette l’anno successivo ma da lì tornerà spesso in D. Sono infatti 13 le partecipazioni nei successivi 18 anni. Sempre con l’obiettivo di salvarsi senza mai poter puntare al salto di categoria nei professionisti. Il nome però non cambia e il rapporto con l’immagine iconica del pittore si rinforza sempre più. Da questa stagione poi nell’impianto del piccolo comune gioca anche l’Atalanta U23.

La stagione del Carvaggio

Quello che sta mettendo in piedi la squadra del piccolo comune Bergamasco in questa stagione, per restare in tema, è un vero e proprio capolavoro. Fino a agosto non erano certi della categoria dovendo aspettare il responso della Federazione su ripescaggi e riammissioni. I biancorossi infatti erano riusciti a vincere i playoff di Eccellenza e, nel caso ci fosse stato bisogno sarebbero stati tra i primi a ricevere la promozione. Così infatti è stato. E da lì la favola del piccolo club con un nome ingombrante ha iniziato a prendere forma.

Sono ben 23 i punti nel girone B di Serie D che al momento la posizionano a pochissime distanze dalla zona playoff. Mai i bergamaschi erano stati così in alto in classifica. Un altro pezzo di storia però lo riscrivono il 25 settembre quando battono per 8-1 il Legnano regalando alla Serie D una delle vittorie più larghe della sua storia. A trascinare la squadra di Maurizio Tarletti, da poche settimane priva dell’ex Fiorentina e Piacenza Carmine Marrazzo, un gruppo forte e compatto costruito ottenere una salvezza tranquilla e che da inizio anno sta stupendo tutti. A poche giornate dalla fine del girone di andata l’obiettivo dichiarato resta sempre la salvezza ma l’imperativo è vietato sognare. Lì dove l’arte è di casa non hanno paura di sognare un altro capolavoro. Il rinascimento del Caravaggio è appena cominciato.