Cardelli e il suo desiderio: “Ero in B con Gattuso, sogno ancora in grande”

Quando davanti a te hai tutto quello che succede, puoi immaginare il futuro e provare a tornare grande. Perchè quello è il sogno che cullavi da bambino e quello che hai accarezzato un giorno potrebbe tornare. Musica e parole per il portiere del San Donato Tavarnelle, Daniele Cardelli.

La nostra storia comincia nel cuore dell’Italia, al centro.

Pescia, paese della Toscana, con 20mila abitanti, che annovera medaglie di svariato titolo. Paese decorato al valore militare durante la guerra di liberazione e titoli mondiali con il tiro dell’arco.

Perchè quando si dice fare centro, occorre essere precisi e letali, indossare i guanti, prendere la mira e nel caso del gioco del calcio mettere il pallone dove vorrebbe il compagno di squadra.

La storia di Daniele Cardelli comincia come quella di tanti voi che in questo momento state leggendo questa intervista. Dai campi di periferia, dove ognuno di noi riceve una muta e un pallone, scoprendo pian piano il ruolo che fa esplodere la dopamina, la sostanza che ci emoziona.

Da Margine Coperta all’Empoli. “L’Atalanta? Non fui valutato per la mia altezza”

I guanti e i pali sono stati, sin da piccolo, i migliori amici di Cardelli che è cresciuto nel settore giovanile di una realtà come il Margine Coperta.

All’età di 16 anni il salto all’Empoli che lo aveva notato con un osservatore. Su di lui c’era anche l’Atalanta e sulla Dea è lo stesso portiere a raccontare un aneddoto: “Non fui scelto per via della mia altezza, la società dovevo mi trovavo era affiliata con la squadra di Percassi e così mi trovai all’Empoli. Fu una soddisfazione immensa, condivisa con i miei genitori”.

Due stagioni a Empoli, la 2012/2013 e quella successiva. Alla guida un allenatore come Mario Cecchi, attuale collaboratore di Simone Inzaghi all’Inter. Con lui vi erano nell’annata successivi 2 giocatori del calibro di Rugani e Hysaj.

Successivamente la prima esperienza in serie D con la maglia della Fortis Juventus, dove riuscì a ritagliarsi spazio persino nella rappresentativa del torneo di Viareggio, dove era la prima quota del reparto.

Il Pontedera, il sogno Lega Pro sotto la guida di mister Indiani

L’anno successivo la chiamata del Pontedera, società di Lega Pro, storicamente laboratorio capace di forgiare giovani che calcano palcoscenici importanti. La squadra all’epoca era guidata da Paolo Indiani, tra l’altro suo attuale allenatore in quel San Donato Tavarnelle, che guida la classifica nel girone E della serie D.

“Ha creduto molto in me e lo sta facendo tuttora. All’inizio ero la seconda scelta ma dopo novembre ho avuto il piacere di giocare sempre. Così è accaduto anche l’anno successivo”.

Anni importanti per quel Pontedera che concluse le rispettive stagioni al nono e poi settimo posto.

L’esordio in B con il Pisa di Gattuso al ‘Castellani’ di Empoli contro il Novara: una parata alla Batman

Dopo i 2 anni di Pontedera la svolta con il Pisa che militava in serie B, guidato da mister Gennaro Gattuso. Stagione 2016 – 2017. La prima scelta all’epoca nello scacchiere nero azzurro era l’albanese Ujkani, il quale era il titolare anche nella nazionale. Il 4 settembre del 2017 l’esordio assoluto in serie B, una notte indimenticabile vissuta allo stadio Castellani in quanto l’Arena Garibaldi era inagibile.

“Vincemmo 1-0 quella partita contro il Novara e ricordo bene che da Diletta Leotta a Marchegiani fino allo stesso Gianluca Di Marzio venni intervistato e nominato uomo partita Sky. In quel giorno si realizzò quel sogno che hai da bambino, quando vedi i tuoi campioni in tv.”.

Sugli spalti di quello stadio suo padre, Giacomo, uno che a Montecatini è considerato una vera istituzione, titolare del ristorante La Cascina. Una partita vinta con le unghie da quella squadra che al 94′ ringraziò più che mai Cardelli che deviò in calcio d’angolo una conclusione di Gianluca Sansone, pronta a depositarsi in rete.

Daniele Cardelli con la maglia del Pisa

Il Novara però allora non aveva fatto i conti con l’estremo difensore il quale allungandosi permise ai nero azzurri di conquistare 3 punti. I tifosi si scatenarono dando vita a un meme con il volo di Cardelli a mano distesa, paragonabile ai movimenti di Superman.

“Gattuso per me è stato come un padre, era disponibile con tutti noi, un vero martello. A fine allenamento, lui e il suo vice allenatore Gigi Riccio, scommettevano con me e Ujkani ai tiri in porta. Chi perdeva doveva pagare la cena al ristorante della mia famiglia”

Arrivò un triennale con il Pisa ma cominciò anche l’avventura in giro per l’Italia del giovane Cardelli.

Viaggio al sud, destinazione Casertana: “E’ stata una sfida. La città e la piazza mi evocano bei ricordi”

Si comincia con la Casertana: “Una piazza importante dal forte calore. Sono stato benissimo con questa squadra e con la città. Giocai metà stagione, poi la società decise di puntare sull’esperienza. Andare a giocare al sud rappresenta per tutti una sfida”

Daniele Cardelli con la maglia della Casertana

Stagione successiva l’esperienza in Lega Pro con il Cuneo dove giocò titolare ma alla fine dell’anno arrivò una penalizzazione di punti talmente elevata da spedire la squadra in serie D.

Dopo aver concluso la sua esperienza con il Pisa, il ritorno al Pontedera in Lega Pro, dove il covid congelò la stagione.

Il San Donato Tavarnelle e la maschera alla Batman: “Qui credono in me e c’è un bel gruppo”

“Decisi di fermarmi e riflettere ma dentro di me avevo maturato l’idea che volevo ripartire. E per ripartire bisognava mettersi in gioco. Perchè per risalire le categorie ci vuole umiltà e coraggio. Qui al San Donato Tavarnelle ho trovato una squadra e uno staff che hanno dimostrato di credere in me. Era tutto quello che volevo, come uomo e come professionista. Sogno di tornare un giorno a respirare palcoscenici importanti e chissà che questa stella non possa illuminarsi di colori giallo blu”

Daniele Cardelli con la maglia del San Donato Tavarnelle (foto Claudio Brenna)

Adesso gioca con una maschera, a protezione del volto, dopo lo scontro patito a Trestina in una vittoria arrivata al 94′ con la firma della mitraglia Marzierli. In quell’occasione Daniele subì la frattura scomposta dello zigomo. Decise stoicamente di restare in campo, salvo poi cadere a terra al fischio finale. Per lui un recupero record, finendo sotto i ferri e in meno di 3 settimane subito in campo.

Il San Donato Tavarnelle fra la mitraglia Marzierli e la maschera alla Batman di Cardelli sicuramente ha giocatori pittoreschi che stanno portando la società del presidente Andrea Bacci ad alimentare un sogno incredibile.

L’orchestra è guidata da un mister navigato come Paolo Indiani, ben consapevole dell’importanza dei valori dell’uomo e del professionista, fra i quali figura proprio lo stesso Cardelli.

A cura di Giacomo Bertelli

Published by
Redazione