Catania, parla Benedetto Mancini: “Quel che è accaduto non è colpa mia”
Benedetto Mancini torna a parlare della situazione che lo vede coinvolto cono il Catania
Dopo esser diventato il nuovo proprietario del Giarre, Benedetto Mancini è tornato a parlare della situazione che lo ha visto coinvolto con il Catania nei mesi scorsi, prima del fallimento del club rossazzurro. Di seguito, le dichiarazione dell’imprenditore romano ai microfoni di “Unica Sport”
Niente Catania: la versione di Benedetto Mancini
Cosa accadde veramente fra Benedetto Mancini e la Curatela? “Dovreste chiederlo a loro – ha dichiarato l’imprenditore – visto che, a 48 ore dal rogito, me lo hanno dichiarato decaduto, perché quattro giorni prima non mi ero presentato”. Mancini, in questo caso, si riferisce alla sua assenza il 4 aprile nello studio dell’avvocato Grasso. “È strano come, il giorno dopo che io non mi si presentato, mi abbiano fatto depositare un assegno circolare di garanzia. Così come è strano che due giorni dopo mi abbiano detto di confermare il Rogito nella giornata dell’undici aprile. E’ altrettanto strano che tre giorni dopo mi hanno fatto fare una PEC di conferma al notaio Grasso”.
“Avrei versato ulteriori soldi a garanzia del bonifico”
“L’assegno di 200.000 euro versato il 5 aprile? Era già concordato”. Dichiara Mancini: “I 375.000 euro invece, utili a terminare il pagamento per l’acquisizione dell’asset sportivo, non sono stati presi dall’FC Catania 1946 perché c’è stato un problema con il bonifico. C’è una dichiarazione della banca, non lo dice Mancini. Quindi in attesa che questo si risolvesse, nella riunione del 31 marzo, alle ore 17:30, si era deciso che io avrei versato ulteriori soldi a garanzia del bonifico. Qualora non fosse arrivato il bonifico, avrei versato il saldo“. Prosegue: “Il primo aprile io sono andato a Roma e alle 15 il giudice ha fatto un provvedimento che dava alla Curatela, la data del 4 aprile come termine utile per dare una ricognizione sulla fattibilità e sulla stato dei fatti. Questo termine è stato però girato a me”.
“Il termine per me non era il 4 aprile”
“La convocazione è stata fatta di venerdì sera alle 19:45. Convocazione che io ho visto praticamente lunedì mattina. Una convocazione, con un rogito di dodici ore dopo che avevo letto il provvedimento del giudice. Il provvedimento del giudice parla chiaro: ricognizione alla Curatela per dare lo stato dei fatti e io, ove possibile, fare il rogito. Il termine per me non era il 4 aprile, tanto che siamo rimasti d’accordo che, se il 5 aprile non fosse arrivato il bonifico, io avrei versato dei soldi a garanzia e così è stato”.
I ritardi sui pagamenti: “Questa falsa storia deve terminare – tuona Mancini – io non ho fatto debiti al Catania, io sono l’unico che ci ha messo la faccia“.
Catania tra marzo e aprile
“Ho messo 345.000 euro, il bando recitava chiaro: il saldo doveva essere fatto nel momento del rogito e il rogito andava fatto l’11. Ricordiamoci che l’assegnazione è stata fatta il 17 marzo. Dal 17 marzo al 27 sono dieci giorni, non si poteva fare nulla, sono dei giorni di stop. Dal 28 marzo invece, abbiamo iniziato a lavorare per fare il bando. Da quel giorno fino all’11 aprile, non mi sembra che siano passati dei mesi, bensì dieci giorni, esclusi sabato e domenica, con esercizio provvisorio che scadeva il 19 aprile. I soldi sono stati depositati e la volontà di fare il rogito c’era. Io ho 345 mila euro versati, non sono chiacchiere“.
La Curatela sancì, poi, la fine dell’esercizio il 9 aprile perciò, nell’esercizio provvisorio che era stato prorogato dal 17 marzo al 19 aprile, chi ha coperto queste spese? ”L’esercizio lo si dà sui soldi che hai in cassa, non su quelli che forse puoi prendere”. Afferma l’imprenditore: “Mi è stato chiesto di pagare soltanto il ‘dare’ ” – in riferimento alla divisione delle quote dell’energia elettrica e gli incassi delle partite – gli incassi delle partite non le ha prese Mancini. Quando fai una contabilità, c’è un dare e un avere. Se incasso dieci, spendo otto e pago due. Qui invece incasso otto, spendo due e pago otto“.
Benedetto Mancini e SIGI
Benedetto Mancini, tornato più volte a Catania nelle ultime settimane, smentisce qualsiasi tipo di accordo, passato o futuro, con i soci della SIGI: “Non sono stati con me e mai lo saranno. Le voci che circolano sono infondate. Situazione con l’avvocato Spataro? Sono cose che sta vedendo l’avvocato Tedeschini. Il comunicato dell’otto non è stato deontologicamente esatto. Non si è mai visto un avvocato fare un comunicato del cliente. Con i SIGI non ho nulla, non sono mai stati dietro di me e non hanno dato i soldi per versare alla curatela. Queste sono invenzioni di qualcuno che non voleva farmi prendere il Catania. Quello che mi dispiace è che ci ha rimesso la città“.
Catania e Giarre, il futuro delle due società
C’è il rischio di avere due squadre nella stessa città: “FC Catania 1946 è affiliata a a tutti gli effetti alla FIGC e alla LND e quindi, può di diritto partecipare al campionato di terza categoria. FC Catania farà la sua attività che sarà impegnata soprattutto sul settore giovanile, collegata a sua volta alla Giarre. Sul territorio ci saranno quindi FC Catania e la Giarre”.
Interesse per Torre del Grifo: “Per fondare un progetto sull’attività giovanile è giusto avere una base. Torre del Grifo sarebbe ideale, ma siccome non è mio ma ci sarebbe da fare una competizione in tribunale, devo ancora valutare. Per ovviare a questo, ho conosciuto il territorio catanese e ho visto ottimi impianti in diverse parti della città”.
A cura di Davide Balestra