Catania, nostalgia Biagianti: indomabile simbolo di passione senza tempo
Capitano di mille battaglie, ragazzo amato dal popolo, uomo simbolo di un calcio romantico che trasuda rispetto ed amore per la maglia. Tutto questo in due parole? Marco Biagianti: fiorentino di nascita ma rigorosamente catanese d’adozione viste le undici esaltanti stagioni vissute in rossazzurro, impreziosite da 12 gol e 11 assist in 284 partite disputate sempre col coltello tra i denti.
Catania-Biagianti: sodalizio d’amore
“Nonostante le varie offerte, oggi decido di chiudere con il calcio perché se non posso giocare con questa maglia, non sento di voler continuare. Buon compleanno Catania, ti amo e ti amerò per tutta la vita”. A risentirle oggi le parole piene di commozione dell’ex numero ventisette, datate 24 settembre 2020, giorno del suo ritiro dal calcio giocato, coinciso col compleanno del club catanese, c’è forte rischio di farsi venire i brividi. Il sentimento, sbocciato il 7 aprile 2007 con l’esordio del centrocampista nella sconfitta con la Roma sul campo del Lecce è ancora fortissimo.
Rimpolpato in maniera sensibile da salvezze conquistate all’ultimo respiro, imprese all’apparenza impossibili (chiedere per informazioni all’Inter tripletista targata Josè Mourinho), derby vinti, lacrime versate, grandi soddisfazioni (come dimenticare la prestigiosa convocazione in azzurro ottenuta con Marcello Lippi in panchina contro l’Irlanda del Nord) ed un affetto travolgente da parte dei tifosi, pronti a travolgere Marco ad ogni occasione utile.
Dal buio alla promozione, nel segno di Biagianti
Walter Zenga, Sinisa Mihajlovic, Diego Simeone, Cristiano Lucarelli, Andrea Sottil. Sono solo alcuni dei grandi allenatori del nostro calcio che hanno riposto fiducia in Biagianti durante la loro militanza alle pendici dell’Etna. A dimostrazione di un’affidabilità costante, pronta a far sempre rima con un’attitudine da professionista esemplare. Parola d’ordine? Umiltà, caratteristica che ha sempre contraddistinto il mediano toscano.
Dagli inizi in Serie C fino alla splendida parabola siciliana, suggellata quest’anno con la vittoria del girone I di Serie D, arrivata ad un anno esatto dalla scomparsa del Calcio Catania 1946 matricola 11700. Oltre ai nomi di Ross Pelligra, Vincenzo Grella, Antonello Laneri, Giovanni Ferraro e Ciccio Lodi tra gli altri, infatti, è impossibile non menzionare quello di Marco, il quale, (stavolta in veste di team manager), ha saputo contribuire in maniera decisiva al rilancio sportivo dei colori del vulcano e del mare. I suoi colori, la sua seconda pelle, trascinata ancora una volta con orgoglio e passione. A sedici anni di distanza da quell’esordio all’apparenza come tanti ma d’importanza assoluta. Indicatore estremo di un amore senza tempo.
A cura di Damiano Tucci.