Il Catania si prepara in vista della decima giornata del girone I di Serie D. L’avversario di turno sarà il Cittanova che avrà l’onere di ospitare la capolista al comunale “Morreale Proto”. Il calcio d’inizio è fissato per le ore 14.30 di domenica 6 novembre. Alla vigilia, nella consueta conferenza prepartita ha parlato l’allenatore rossazzurro Giovanni Ferraro, che ha analizzato le difficoltà del prossimo match. “Noi siamo il Catania, abbiamo tutto per poter pensare alla Serie A. Ma siamo in Serie D. E dobbiamo ragionare con questa mentalità. Per gli altri è facile giocare contro il Catania; lo stadio è pieno e la gente spinge. La gara di domenica non è scontata per questo motivo“.
Il club rossazzurro, dopo nove vittorie consecutive infatti, è a caccia della storica decima: ad ospitarli, il Cittanova che, al contrario loro, non ha ancora vinto una partita dall’inizio della stagione. I padroni di casa sono al momento penultimi, con un bottino di soli quattro pareggi, cinque sconfitte e ben diciassette gol subiti.
L’obiettivo dei giallorossi dunque, sarà quello di regalare ai propri tifosi una vittoria storica, fermando la corsa da record del Catania. Per farlo servirà una prova impeccabile, senza sbavature o errori. D’altronde, dopo quattro sconfitte consecutive, i tre punti significherebbero molto di più del mero valore numerico.
La conferenza stampa di Ferraro inizia con un’analisi sulla gara dell’ultimo turno di campionato. La gara vinta 3-2 dai rossazzurri ha però rappresentato un’insidia a cui il Catania di Ferraro, in un inizio di campionato straordinario, sembrava essersi disabituato. A riportare serenità però, ci ha pensato subito l’allenatore: “Questo è il campionato di Serie D. Una giornata vinci 4-0 e quella dopo incontri una squadra un pò più brillante e devi sudare. Contento della prestazione ma dobbiamo capire che non si può vincere sempre 4-0. Dobbiamo lavorare in settimana per portare serenità ed evitare distrazioni”.
La rosa del Catania di Ferraro è probabilmente una delle più lunge e pronte dell’intero campionato di Serie D. Tanti giocatori di qualità che per anni hanno giocato e militato tra i professionisti. Anche per questo è importante capire la gestione delle forze e degli uomini: “Abbiamo una rosa lunga, con ben 16 Over. Purtroppo però solo 7 possono giocare e anche questo va capito. Non esistono titolari nel Catania, ma esiste un gruppo ed una rosa e vanno rispettati. Il campionato è lungo e difficile. Ogni giocatore scelto dalla società deve farsi trovare pronto e se qualcuno sta male deve e può recuperare. Non mi piace parlare dei singoli. Giovinco, Sarao, Jefferson sono tutti titolari“.
L’imperativo dell’allenatore è chiaro; tenere alti i ritmi ed imporre la propria identità: “La società mi ha chiamato avendo in mente un progetto preciso, tenere alti i ritmi. Chi entra lo deve fare al massimo per permettere di tenere alta l’intensità. Se chiedete ai nostri giocatori se sono contenti del minutaggio sono sicuro vi risponderanno di si. Perchè sono pienamente coinvolti nel progetto. Quello di chi gioca è più un problema vostro. Ieri sapevo che l’allenamento era a porte aperte. E’ stato bello condividere con voi tutto, ma alla fine ho fatto delle cose più per darvi argomenti di cui parlare che per altro“.
Allenare in una piazza come Catania non è come farlo da altre parti. Essere costantemente sotto i riflettori pone un attenzione particolare. Ferraro si trova a gestire un parco giocatori importante e gestirlo non è sempre facile. “Io non so se mi sento più gestore o allenatore. Io devo essere bravo a far sentire tutti i giocatori importanti. Però, di contro, tutti i ragazzi quando hanno firmato sapevano che rosa voleva allestire il Catania. Poi c’è anche da dire che molti di loro non sono abituati alla regola degli Under. Lo stipendio comunque lo portiamo a casa sia se giochiamo che no. E’ quindi giusto che facciamo al massimo il nostro dovere“.
In ultima battuta, l’allenatore dei rossazzurri ha voluto chiarire anche alcuni aspetti legati al suo futuro. Concentrato unicamente sul presente risponde così ad una domanda sulla prossima stagione: “A queste cose ci pensano Grella, il direttore ed il Presidente. Io devo pensare a questa stagione. Se poi l’anno prossimo saranno soddisfatti del mio operato parleremo altrimenti io ho comunque fatto una grande esperienza professionale. Ma la cosa più importante di tutte e che, a prescindere da chi sarà in panchina, il Catania torni tra i professionisti“.