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Catania-Vibonese: il derby del cuore per Pippo Caffo

Caffo

Classe 1945, nato a Catania e storico tifoso rossazzurro. Questo è l’identikit di Giuseppe (detto “Pippo”) Caffo, presidente della Vibonese. Quella di domani sera del Massimino si prospetterà una vera e propria partita del cuore per lui.

La storia della famiglia Caffo

Un amore con il territorio sia nella vita che nel lavoro, dato che la famiglia Caffo è famosa per essere la proprietaria di una delle più famose distillerie nazionali. Una società nata nel 1915, a Santa Venerina, frazione vicina a Catania. Tra i marchi più famosi prodotti ci sono: Vecchio Amaro del Capo, Elisir San Marzano Borsci, Liquorice, Amaro Santa Maria al Monte e Petrus. Proprio per questo legame, più volte il suo nome è stato associato all’ambiente rossazzurro, ma il numero uno rossoblù ha sempre preferito dare totale attenzione alla Vibonese, club che guida dal lontano 2004 e che per tanti anni ha giocato in Serie C.

I riti pre gara di Caffo

Tra le sue caratteristiche c’è la sua immancabile scaramanzia pre gara. Quando la squadra va bene è famoso per vestirsi sempre nello stesso modo, con la sua immancabile combinazione giacca-maglioncino. Delle particolarità che lo rendono amatissimo sia dai suoi giocatori, con cui organizza delle cene nella sala hospitality dello storico stadio “Luigi Razza“.

Vibonese squadra

Come arrivano le due formazioni

Catania e Vibonese sono sicuramente tra le favorite alla vittoria finale del girone I, insieme a Trapani e Lamezia Terme. Se per i rossazzurri parla la storia e i grossi investimenti da parte di Ross Pelligra, per i rossoblù parla un grande organico di appeal internazionale non indifferente con nomi come Hernaiz e Szymanowski, veterani della Serie B e C spagnola. I padroni di casa arrivano allo scontro diretto con tre vittorie su tre, seppur con qualche critica per quanto riguarda il gioco. Buon avvio anche per la Vibonese, che è riuscita a collezionare sette punti in tre gare, battendo Licata e San Luca nelle prime due uscite stagionali.

A cura di Niccolò Parenti