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Cavese, 41 anni fa la vittoria contro il Milan, il ricordo di Alfredo Lamberti

Esattamente 41 fa la Cavese batteva a San Siro il Milan in Serie B. Il 7 novembre 1982, infatti, la società campana espugnava lo stadio “Meazza” di Milano nella nona giornata del campionato cadetto 1982-1983. Nei canali social del club campano, il presidente onorario Alfredo Lamberti aveva ricordato quel periodo con grande nostalgia. 

Milan-Cavese, come arrivavano le squadre

La Cavese partecipava alla Serie B per la sua seconda volta nella storia. La squadra, allenata da Pietro “Rino” Santin, aveva vinto il campionato di Serie C1 1980-1981 e si era salvata al 16° posto nel campionato successivo 1981-1982. Prima della sfida al Milan in quel 1982-1983, la Cavese aveva raccolto 10 punti in 8 giornate, con le vittorie prestigiose su Perugia, Varese e Catania, i pareggi contro Foggia, Palermo, Pistoiese e Arezzo, con l’unica sconfitta a Bergamo contro l’Atalanta.

Cavese Di Michele
Il gol al Milan di Di Michele (fonte foto: video della pagina Facebook della Cavese)

rossoneri, ancora alle prese con le scorie dello scandalo calcioscommesse di due anni prima, erano retrocessi dalla Serie A ’81-‘82 e volevano tornare subito in massima serie. Quel Milan, allenato da Ilario Castagner, aveva giocatori del calibro di Franco Baresi, Chicco Evani, Mauro Tassotti e Aldo Serena. I “Diavoli” iniziarono la stagione con il piede giusto. Misero in fila due pareggi alle prime due con Sambenedettese e Catania, poi arrivarono le cinque vittorie consecutive tra Arezzo, Campobasso, Bari, Monza e Bologna, infine il pari con il Varese. 

Milan-Cavese, la partita 

Il Milan, quindi, si presentava contro la Cavese da capolista con 13 punti. La partita del 7 novembre al “Meazza” iniziò bene per il Milan, che al 23’ passò in vantaggio con la rete di Jordan. Gli “Aquilotti”, però, trovarono subito il pareggio con Tivelli al 26’, per l’1-1 che chiuse la prima frazione. Nella ripresa, il colpo di testa di Di Michele chiuse la contesa al 55’ sul definitivo 1-2, per la gioia dei tanti tifosi venuti a Milano da Cava de’ Tirreni.

 A fine stagione il Milan centrò il ritorno in Serie A e nel giro di pochi anni tornò sul tetto d’Italia e d’Europa, mentre la Cavese sfiorò la storia, accarezzando la promozione. La squadra di Santin chiuse la stagione al sesto posto con 42 punti, solo 3 in meno di Catania e Cremonese terze e promosse

Milan Cavese Corriere della Sera
Il Corriere della Sera del giorno dopo

Il ricordo di Alfredo Lamberti

La pagina ufficiale della Cavese, oggi in Serie D, l’anno scorso aveva celebrato la ricorrenza con un’intervista al presidente onorario, il dott. Alfredo Lamberti, che ha raccontato cosa si respirava in quei momenti. “E’ un ricordo bellissimo – ha spiegato -, quel momento è rimasto vivido come allora. Cosa mi ricordo di quel periodo? Sono un medico e ho lavorato prevalentemente a Napoli. Nel 1982, però, ero primario all’ospedale civile di Cava de’ Tirreni. Già prima della partita, l’atmosfera era elettrizzante, dato che c’era un grande entusiasmo verso la Cavese in quegli anni”

Ci fu una congiunzione straordinaria di personaggi – prosegue Lamberti -, soprattutto il trio formato dal patron Amato, dall’allenatore Santin e da mio fratello, il giudice Alfonso Lamberti. Il presidente Amato è stata una persona umile, intelligente e generosa, per la Cavese si è impegnato tantissimo. Pietro Santin, prima di essere l’allenatore, è stato un bravo giocatore degli ‘Aquilotti’, in una squadra molto competitiva. Sto sostituendo indegnamente mio fratello Alfonso, perché la sua autorevolezza, la capacità di intavolare relazioni e la sua competenza specifica hanno contribuito a portare la Cavese ad un grande livello. Il risultato non fu occasionale, ma fu il frutto di un lavoro corale tra società e giocatori”. 

Alfredo Lamberti
Il presidente onorario Alfredo Lamberti (fonte foto: video della pagina Facebook della Cavese)

La ‘febbre’ per la Cavese

In quel periodo, tutta la gente di Cava de’ Tirreni parlava della sua squadra di calcio. “A Cava – racconta il presidente onorario – c’era frenesia per il calcio. Un giorno, un mio paziente venne nel mio studio per dirmi: ‘Primario, io domani devo uscire perché devo andare a vedere la Cavese’. Lo accontentai, a patto che si fosse fatto rivedere in ospedale il lunedì successivo. Al “Simonetta Lamberti” non c’era mai un posto libero, intere famiglie venivano allo stadio, persone di ogni età erano entusiaste per la Cavese. In quel periodo non ho mai visto dei posti vuoti, perché l’atmosfera era talmente travolgente che si trasmetteva anche verso i non tifosi”.

Il calcio di allora – conclude Alfredo Lamberti sull’argomento – è diverso da quello di oggi, anche se non sono un esperto per poter giudicare. Era un gioco più lento ma più tecnico, mentre oggi è molto basato sull’agonismo, che prevale sulla tecnica. È sempre più difficile trovare il giocatore che riesce a saltare con facilità l’avversario. La differenza rispetto ad allora è evidente”. 

La Cavese e la famiglia Lamberti oggi

Alfredo Lamberti oggi è il presidente onorario della Cavese, presieduta dall’avvocato Alessandro Lamberti, suo figlio.Il successo nello sport – ha chiarito Alfonso Lamberti sull’argomento – è basato su tre ‘piedi’ fondamentali: la società, l’allenatore e la squadra, i tifosi. Se manca uno dei tre, la squadra ‘zoppica’. Il presidente vero, non io, è una persona che non è abituata alle mezze misure e a galleggiare nella mediocrità. Chiede molto a sé stesso e alla squadra, è un uomo di successo e non può consentire che la nostra Cavese non lo sia altrettanto”.

La curva del “Lamberti”

“Nella società – prosegue – ci deve essere il massimo impegno in base alle capacità tecniche ed economiche: si vuole riportare la Cavese ai trionfi di un tempo. I miracoli non esistono, ma il sogno c’è e si può tradurre in realtà. La dirigenza chiede a tutti, a partire dall’allenatore e dai calciatori, di impegnarsi al massimo. Siamo una squadra forte e possiamo farcela”.

L’invito di Lamberti ai tifosi della Cavese

Un’ultima battuta Alfredo Lamberti l’aveva dedicata ai sostenitori della squadra. “Dico ai tifosi e al pubblico – conclude – di cercare di ritornare ai vecchi tempi. Le persone vanno motivate dai risultati, ma è bene che comunque i tifosi della Cavese vengano allo stadio, perché sono un aiuto molto importante per la squadra. Invito i nonni a prendere per mano i nipotini e a portarli al ‘Simonetta Lamberti’. Lo sport, come diceva mio fratello, è la salvezza dei giovani, quindi invito le famiglie e anche i cavesi che non abitano a Cava a venire allo stadio. La partita è una festa”. 

Tra qualche anno, magari, giornate come quelle del 7 novembre 1982 potranno essere rivissute. Il caso ha voluto che proprio 41 anni dopo il Milan sia campione d’Italia in carica, mentre la Cavese è attualmente in testa al proprio girone H di Serie D. 

A cura di Giacomo Grasselli