Cavese, Troise si presenta: “Qui si respira calcio vero”
Emanuele Troise è il nuovo allenatore della Cavese, succeduto a Giuseppe Ferrazzoli fatale per l’allenatore romano la sconfitta di domenica, lontano dalle proprie mura amiche contro la capolista Gelbison.
Un profilo quello di Troise già noto dalla parti di Cava de’ Tirreni, il quale aveva già vestito i colori biancoblu da calciatore.
Durante la presentazione di ieri sera Troise ha svelato un retroscena interessante su un suo possibile arrivo anticipato sulla panchina biancoblu:
“Tra me e Fusco c’era già stato un incontro questa estate che mi ha portato a seguire il percorso della Cavese fino ad oggi. Avevo dato disponibilità ma non ci sono stati i tempi per definire un accordo, visto che ero sotto contratto con il Mantova, che poi ho lasciato successivamente”.
Ritorno alla Cavese
“Certi amori non finiscono fanno dei giri immensi e poi ritornano” cantava Antonello Venditti, un pezzo mai banale anche nel mondo del calcio. È la storia del 42enne di Vallo Troise, che ritrova questa città ma questa volta con un abito diverso, quello da all’allenatore:
“Cava è una piazza importante calcisticamente parlando, quando ci ho militato non è stata un’annata da ricordare ma qui si respira calcio vero e c’è una grande organizzazione intorno a questo club. Le mie motivazioni sono alimentate anche dal potenziale che può esprimere questa squadra per raggiungere gli obiettivi dichiarati.”
Gelbison e Lamezia non smettono di stupire e proseguono a suon di vittorie il loro campionato, viaggiando a un ritmo diverso dalle altre ma il neo allenatore della Cavese non lascia adito a piagnistei inutili e risponde così:
“Ci sono tutti i presupposti per dare continuità e provare a fare il salto di categoria e vincere il campionato. Personalmente è una grande sfida, penso che tutti insieme – società, squadra e tifosi – si possono raggiungere i traguardi. Altro elemento fondamentale è quello della squadra stessa, avendo avuto un primo approccio in allenamento. Per me senso di appartenenza e cultura del lavoro sono due parametri determinanti. Già domenica l’occasione di voltare pagina”.
Le aspettative sono alte di certo la tifoseria ne è consapevole, l’attuale situazione di classifica ha creato non pochi malumori nella testa dei beniamini di questi colori. Lo sa bene l’ex allenatore del Mantova che non manda alcun messaggio ai propri tifosi ma promette la determinazione nel raggiungimento degli obiettivi:
“Più che messaggi alla tifoseria, noi siamo chiamati ad agire perché l’obiettivo è uno e la classifica è abbastanza chiara per adesso. Non serve mandare messaggi e fare promesse, dobbiamo essere concentrati su quello che c’è da fare”.
Si scende subito in campo, domenica ci sarà la prima gara della nuova guida biancoblu contro la Real Aversa:
“Più che messaggi alla tifoseria, noi siamo chiamati ad agire perché l’obiettivo è uno e la classifica è abbastanza chiara per adesso. Non serve mandare messaggi e fare promesse, dobbiamo essere concentrati su quello che c’è da fare”.
A cura di Celestino Casedonte