Spesso i mediani sanno fare il lavoro sporco meglio di chiunque altro, ma poiché si limitano a correre molto, a coprire campo, rischiando di segnare molto meno, rubano meno l’occhio in partita: ecco, Galo Capomaggio fa eccezione. Non serve neanche avere un occhio esperto per accorgersi del suo talento.
Mediano roccioso, alto un metro e novanta ma slanciato, per questo ha una struttura fisica impressionante ma anche una notevole agilità. La fusione di queste componenti, spesso diametralmente opposti, gli permette di coniugare bene le due fasi di gioco, difensiva e offensiva. Sa coprire bene il campo e fare da schermo prima che sia la difesa a occuparsi dell’avversario. Sa far ripartire l’azione e alzare il baricentro della squadra. E molti si stanno accorgendo di lui negli ultimi mesi. Può essere l’ultimo esotico nome che può infiammare il mercato in Serie B.
Nel maggio del 1997, a La Plata, nasceva il piccolo Galo. Genitori argentini, nonni originari di Cuneo e un legame con l’Italia tutto da riscoprire. La passione per il calcio l’ha travolto subito: inizia a giocare a calcio molto presto ed entra subito nelle giovanili di uno dei club più rappresentativi del Paese e della sua città: l’Estudiantes de La Plata.
Cresce nel vivaio della squadra da quando aveva 4 anni ed è rimasto lì fino al compimento dei 18. Per lui si prospetta l’inizio di una carriera in terza serie. Arriva al Defensores de Cambaceres, ma dopo un anno dove non riesce a esprimersi al massimo, decide di cambiare aria. Sollecitato e incuriosito da un compagno all’Estudiantes, medita il ritorno in Italia e, infine, lo materializza. Parte dal basso: Promozione in Calabria, la Stilese gli diede l’opportunità di lanciarlo. Con coraggio, lasciò l’Estudiantes per mettersi in gioco nel Paese dei suoi nonni, a livelli più bassi, ma dove ha potuto mettersi in gioco da subito in una realtà tosta, che lo ha formato.
La Stilese è stato il primo passo per farsi notare. In due anni, le realtà limitrofe hanno intravisto con curiosità il gioco di questo ragazzino arrivato dall’Estudiantes per giocare sui campi calabresi. Prima la Promozione, poi l’Eccellenza: lo Scalea ammira e arriva a prendere Galo Capomaggio dopo la prima stagione condizionata dal Covid, per farlo salire di livello. Qui, come alla Stilese, oltre a fare il suo classico lavoro, segna anche tanto: arriva quasi in doppia cifra. Il nuovo balzo di categoria è alle porte.
All’inizio della stagione scorsa è l’ambizioso Fasano ad accaparrarselo sulla concorrenza. E ancora, con sudore e fatica, regala meraviglia. Galo Capomaggio prosegue nella scalata verso il successo, anche dopo il trasferimento in Puglia. 36 partite, 8 gol e 8 assist in maglia biancazzurra gli valgono l’attenzione a livello nazionale. Anche la Serie B lo ha puntato, ma forse è ancora un po’ troppo presto per lasciargli eseguire un salto così importante. Ma non è presto per la Serie C: l’Audace Cerignola, che l’ha affrontato nel girone H poi stravinto con 88 punti e fresco di promozione, decide di promuovere anche lui. Arriva la firma, grande opportunità per Capomaggio di continuare quanto di buono fatto in Italia dal suo arrivo.
L’allenatore gialloblù Michele Pazienza se ne innamora da subito e lo rende immediatamente un pilastro della squadra. Viste le sue caratteristiche non lo utilizza solo da mediano, ma all’occorrenza anche da difensore centrale, ottenendo straordinari risultati. Adesso la Serie B può essere nel suo destino. A 25 anni, dopo tante fatiche e tanti investimenti, Galo potrebbe riprendersi quel che poteva aspettarsi dopo l’Estudiantes: una carriera ai vertici, coltivando il sogno di raggiungere la Serie A. Da Cerignola (e non solo) le voci corrono: “lui è quello che ce la farà”, dicono tutti. Si aspetta solo il momento di scoprire come e con chi, ma la stella di Capomaggio sta brillando sempre più.
Articolo a cura di Lorenzo Gentile