Chi è Giannichedda: dalla ciociaria all’europa la storia dell’uomo che guiderà la rappresentativa Serie D
Chi è Giuliano Giannichedda- Inizierà tra poco la 73esima edizione del Torneo di Viareggio, uno dei più prestigiosi eventi per il calcio giovanile e come al solito ci sarà anche la Rappresentativa Nazionale di Serie D: una selezione di tutti i migliori prospetti del più prestigioso campionato dilettantistico.
Un evento importante per i giovani calciatori che possono mettersi in mostra e guadagnare la possibilità di realizzare i propri sogni. A guidare i futuri talenti in una delle vetrine più scintillanti del calcio giovanile ci deve perciò essere una guida sicura; un allenatore che sappia cosa vuol dire giocare ad alti livelli e riesca ad entrare nella testa spensierata e trasognante dei suoi giovanissimi calciatori. Da tre anni, l’uomo che si è assunto questa responsabilità è Giuliano Giannichedda: un ragazzo partito con tanti sogni dalla provincia di Frosinone e diventato uomo giocando nei più ambiti stadi d’Europa.
Chi è Giuliano Giannichedda: dalla sua ciociaria alla Serie A
Quella di Giannichedda è una carriera incredibile; una vita spesa nel calcio condividendo gli spogliatoi più importanti e calcando i più prestigiosi palcoscenici italiani. I primi calci al pallone li da nella sua Pontecorvo, nella squadra del piccolo paesino in provincia di Frosinone. Il talento si nota sin da subito. Diventa col tempo un’ottimo centrocampista centrale, di quelli silenziosi, sempre disponibili e soprattutto incredibilmente versatili. La prima stagione tra i “grandi” la fa proprio allo Sporting Pontecorvo prima di passare, nel 1992, in C2 al Sora. Nei 3 anni in cui veste la maglia bianconera gioca 62 partite. Diventa il perno di quella squadra conquistando anche la promozione in C1. Le sue prestazioni non passano inosservate. Dal bianconero del Sona a quello dell’Udinese, almeno cromaticamente, il passo è breve. I Friulani si accorgono delle qualità di quel giovane centrocampista ciociaro e decidono di spalancargli le porte della Serie A. Il bianconero, come vedremo, sarà un accostamento che lo accompagnerà per gran parte della sua storia calcistica.
Inizia così la lunghissima carriera di Giannichedda ai vertici del calcio italiano. Un percorso lungo oltre 12 anni interrotti solamente dalla retrocessione in B con la Juventus a seguito della sentenza di Calciopoli. In totale in Serie A mette insieme 281 presenze, 3 gol, vestirà alcune tra le maglie più storiche e prestigiose del nostro calcio e solleverà trofei importanti come la Coppa Italia e l’Intertoto.
La carriera in Serie A
Ad accogliere il 20enne Giannichedda che per la prima volta varca i cancelli del centro sportivo friulano una squadra ricca di talento tanto in panchina quanto in campo. L‘allenatore è Alberto Zaccheroni, dall’Ascoli è appena arrivato Bierhoff e, a dirigere e costruire la squadra, c’è un giovanissimo Pierpaolo Marino. Gli elementi per fare bene ci sono tutti.
Già l’anno successivo infatti la squadra vola in classifica arrivando addirittura quinta dietro solamente a grandi squadre come Inter, Lazio e Parma. L’anno migliore però è il 97 dove i bianconeri, con Giannichedda fisso in mezzo al campo, arrivano addirittura terzi. La vittoria dell’Intertoto nel 2000 è, forse, il punto più alto della sua permanenza in Friuli. Ormai l’Udinese non è più una sorpresa e quel giovane centrocampista partito da Pontecorvo inizia a fare gola ai più grandi club italiani. Ad Ancona nel 2000 fa anche il suo esordio in Nazionale, in una gara valida per la qualificazione agli Europei subentrando al posto di Di Biago.
Nel 2001, dopo 189 partite ad Udine, arriva la chiamata della Lazio. Per uno strano incrocio di destini ritrova Zaccheroni che subentrerà a metà stagione a Zoff. I biancocelesti di quegli anni sono una squadra iconica, destinata a restare nella storia. Qui, il centrocampista, condivide lo spogliatoio con alcuni dei giocatori più importanti della storia del calcio italiano: da Marchegiani a Nesta passando per Mihajlovic, Stankovic, Simeone, Crespo e Inzaghi. In questo incredibile crogiuolo di talenti Giannichedda non sfigura. A Roma resta 5 anni collezionando addirittura 138 presenze. Qui vincerà da titolare una Coppa Italia e farà anche il suo esordio in Champions League. La sua parabola è completa. Partito dai campi di periferia è arrivato a toccare il punto più alto. Nel 2005 poi arriva una di quelle chiamate che capitano una sola volta nella vita.
La Juve e il finale di Carriera
Il suo passaggio alla Juve coincide con l’ultimo anno in Serie A dei bianconeri, prima della sentenza di Calciopoli. Quell’anno insieme a lui arriverà a Vinovo anche Patrick Viera per completare un reparto di centrocampo che già vede, tra gli altri, Tacchinardi, Marchisio, Camoranesi e Nedved. Nella squadra di Capello con Del Piero, Ibrahimovic e Cannavaro gioca in totale 23 partite tra coppe e campionato. Accetta di scendere con la Juve in B, in quella che resterà la sua unica esperienza nel campionato cadetto. Non gioca tantissimo, solo 20 partite, ma riesce nel suo obiettivo di riportare in A la Juventus. Nel ritiro dell’anno successivo però decide di risolvere il contratto; lo aspetta il Livorno. Quella in Toscana non è un esperienza fortunata. Le sole 8 partite giocate con gli amaranto lo accompagnano verso fine carriera. Proverà con il Pisa senza però giocare mai. L’estate del 2008 è l’anno in cui dice definitivamente addio al calcio giocato.
Chi è Giannichedda, dal fine carriera al Torneo di Viareggio
Quando si cresce sul campo da calcio, si toccano le vette più alte possibili e si realizza quel sogno gelosamente cullato sin da bambino è difficile staccare il cordone ombelicale. Così, Giannichedda sperimenta nuovi modi per restare nel suo mondo. Prende l’abilitazione per essere direttore sportivo, nel 2011, ma la sua strada è ancora lì, nel campo da gioco. Consegue l’abilitazione Uefa A e Uefa Pro e, già nel 2013 è il vice di Evani nell’Under 20. Dal 2014 diventa vice-allenatore della selezione Under 17 poi le esperienze in panchina con la Racing Roma, Viterbese e Pro Piacenza. Dal 2019 guida la Rappresentativa Serie D.
Come detto all’inizio, tra pochi giorni inizierà il Torneo di Viareggio, il quarto per lui sulla panchina della selezione nazionale. Lì, dove tanti giovani ragazzi hanno mosso i primi passi nel calcio che conta lui avrà il compito di trasmettere tutta l’esperienza e la forza di chi ce l’ha fatta. Di un ragazzo che partito dalla ciociaria è arrivato al livello più alto possibile.
A cura di Edoardo Gregori