Anno dopo anno il Chieri sta puntando sempre più sui giovani. Il Chieri infatti quest’anno ha vinto il premio Giovani D Valore messo in palio dalla LND per il club che impiega più “under” nel corso del campionato. Il Direttore Sportivo Antonio Montanaro racconta dunque ai microfoni di SerieD24 la filosofia calcistica e quella del club.
Che il Chieri calcio puntasse molto sui giovani non è una novità. I grandi risultati ottenuti in questa stagione però si devono anche al grande lavoro di Antonio Montanaro: “Sono contentissimo, abbiamo il punteggio più alto d’Italia, con 1750 punti, dopo il Casale che però è retrocesso. Siamo i primi ed è un grande risultato per quello che è stato fatto. Il settore giovanile ha vinto tutte le categorie, dalla juniores nazionale in giù. Non è dunque un discorso legato solo alla prima squadra ma è una filosofia che abbiamo voluto applicare in tutto il club“.
Tutta la società ha voluto applicare questa filosofia di calcio fin da subito: “Il Chieri è sempre stata una società improntata sui giovani e quest’anno abbiamo ulteriormente alzato l’asticella. Abbiamo vinto non solo la classifica del girone ma anche quella nazionale. Tanti giovani sono infatti nel mirino di squadre professionistiche“.
Nonostante un budget inferiore a tante altre squadre del campionato, il club ha ottenuto ottimi risultati: “Siamo riusciti a fare una stagione positiva con un budget adeguato a una squadra mirata sui giovani. A dicembre abbiamo cambiato molto per centrare più l’attenzione sui giovani ma sono arrivati elementi importanti come Boloca, Camilli, Priola e Varano“.
Una società che punta sui giovani è sicuramente al passo con il calcio moderno. Dalla Serie D in poi bisogna dunque avere competenze solide anche extra calcio. Montanaro spiega cosa occorre ai club per crescere: “Con il Chieri stiamo cercando di essere anche una moderna media company, organizzando tra le altre cose incontri per far conoscere tra loro le aziende che ci sostengono e fare rete contribuendo al futuro del club. Il brand Chieri deve crescere, proprio come accade in Serie A alle società più prestigiose“.
Concludendo, per stare al passo servono dunque: “Strutture e gestione con manager dotati di salde competenze. Bisogna lavorare con un business plan con delle linee guida, cui il nostro calcio non era abituato. Dalla Serie D in su, una società è un’azienda. Non si può di certo sostenere il vecchio modello di calcio con il presidente che paga e un futuro sempre incerto. Una proprietà forte è sicuramente la base da cui partite, ma è fondamentale anche avere in società chi sa gestirla con le skill adeguate“.
A cura di Cleris Ferrera