Entusiasmo e settore giovanile, Atzori: “Il mio Chisola un’isola felice. Non ci poniamo limiti”
Entusiasmo, un settore giovanile d’élite e… un presidente ambizioso. Ingredienti sufficienti per competere ai vertici del campionato di Serie D? Sì, basta chiedere a Luca Atzori, presidente del Chisola, squadra rivelazione del girone A. Primo posto in classifica alla pari di Alcione Milano e Albenga, otto risultati utili consecutivi e una società che sta acquisendo sempre più credibilità. E pensare che Atzori è quasi arrivato per caso e un anno fa ha anche pensato di mollare, ma ci torneremo.
Tra aneddoti passati, presente e ambizioni future, il presidente Luca Atzori ci ha aperto le porte della realtà Chisola, raccontandola e raccontandosi a 360 gradi in esclusiva a seried24.com. “I ragazzi vanno forti, bisogna essere onesti. Quando stai lì poi ti piace, ora non vogliamo porci limiti”.
Chisola, Atzori: “Partiti da 0, ora cresciamo grazie a chi sostiene il progetto”
Al Chisola c’è tanto da raccontare. Storie di calciatori, di un settore giovanile d’élite e di un presidente ambizioso. Per questo motivo l’intervista è doppia: da una parte il presidente Atzori, dall’altra Kamal Rizq (nei prossimi giorni anche la sua intervista). “Vai, inizia il presidente, non si sa mai…”, esordisce Rizq. Segue una risata generale. E così la chiamata comincia in un clima di serenità e “famiglia”, concetto ricorrente nel corso della lunga chiacchierata con il presidente. “I ragazzi stanno andando forti, se lo meritano. Se ci sarà qualche occasione sul mercato ci proveremo e se a marzo siamo lì… non ci poniamo limiti”.
Una squadra giovane, ambiziosa e che gioca in D soltanto da due anni. “Siamo in Serie D dall’anno scorso, era un’esperienza da provare. La stagione passata ci siamo salvati all’ultima giornata e negli ultimi 20’. Quest’anno, grazie ad alcuni sponsor arrivati come SP Group e GT costruzioni, gruppi di imprenditori che ci hanno sostenuti, stiamo crescendo. Hanno creduto in questa società. Abbiamo riconfermato 7/11 dell’anno scorso e con Nicola Ascoli c’è stato un cambio radicale di mentalità, anche se Nisticò ha fatto un ottimo lavoro lo scorso anno. Il nostro movimento si alimenta di risultati. Ora siamo conosciuti per la prima squadra, ma siamo una realtà da tanti anni grazie al settore giovanile”.
Ma quali sono i segreti di questo Chisola? “Noi siamo semplici nella gestione. Non c’è un vero segreto. C’è passione, c’è competenza e abbiamo sbagliato meno degli altri in questi anni. C’è volontà di avere ambizione. Se faccio una cosa, voglio farla bene. Oggi andare in C non è l’obiettivo primario, ma l’appetito vien mangiando. Giocare contro grandi squadre in D e uscire tra gli applausi è motivo d’orgoglio. Al momento funziona tutto: scuola calcio, settore giovanile e prima squadra. Vuol dire che qualcosa di buono abbiamo fatto…”.
“Noi prima Academy della Juve, ma l’anno scorso ho pensato di mollare”
Il Chisola si trova al momento in prima posizione, alla pari di Alcione Milano e Albenga, ma lo scorso anno – alla prima stagione in D – il club era partito malissimo, al punto che Atzori ha anche pensato di mollare. “Lo scorso anno, in questi tempi, avevamo sei punti. Ho pensato seriamente di finirla qui e di liberare chi aveva mercato. Poi il vice presidente Antonio Caruzzo mi ha detto ‘sei un cretino, ci abbiamo messo 20 anni a essere qui’. Il resto è storia conosciuta. Qui siamo un gruppo di amici, dove non arriva uno, arriva l’altro. Dopo la partita di Asti sono entrato nello spogliatoio e ho detto ‘grazie’ ai ragazzi. Non è scontato ciò che fanno durante la settimana. Probabilmente anche i giocatori si sentono al centro di un progetto importante. Chisola è un’isola felice. Non siamo maghi e fenomeni, ma non siamo nemmeno sprovveduti”.
La base del Chisola è il settore giovanile, da anni punta di diamante del progetto culminato oggi con il primo posto in Serie D. “Sono presidente dal 2012, quando sono arrivato era già un settore giovanile forte. La Juve ci ha scelti come prima Academy, vuol dire che stiamo facendo un gran lavoro. Poi le famiglie ti riconoscono come una realtà di riferimento e portano i bambini. Da lì è una catena che si autoalimenta. Nel 2014 dovevamo fare una scelta per non chiudere. Io ho lasciato a casa la prima squadra. Non potevamo salvarne 20 e ammazzarne 300. Poi è stata una scelta vincente, abbiamo dato diversi giovani alla Serie A. A un certo punto ci siamo detti: abbiamo un gran settore giovanile. Buttiamoli tutti in Prima Squadra e vediamo che succede. E siamo primi in Serie D”.
Chisola, Atzori: “Io presidente quasi ‘per caso’ e a mio figlio”
Voce squillante, entusiasmo percepibile anche dietro un telefono e l’ambizione di non volersi fermare qui. Ma come Luca Atzori è diventato presidente del Chisola? Nel modo più semplice possibile. “Sai quando hai una fidanzata con un cane bellissimo, ti lascia e devi tenerti il cane? Ecco. Porto mio figlio di 9 anni al Chisola e a un certo punto entro nelle logiche, nelle dinamiche, faccio da sponsor con la mia attività. Poi il vecchio direttivo si è fatto da parte. C’era necessità di una nuova dirigenza e l’ex direttore generale Gigi Calcia mi chiede una mano, dicendomi che sarei stato presidente. Ho accettato, i primi anni li prendi come passatempo, ma poi per carattere non so fare le cose senza vincere. Da lì è iniziata quest’avventura”.
Atzori ha poi proseguito: “Sono un presidente tifoso. Mi arrabbio anche la domenica mattina quando perdono i Giovanissimi e gli Allievi. In tribuna ho uno Sky Box così la gente non mi sente urlare, ma non sono mai entrato nello spogliatoio in cinque anni. Modello di riferimento? Nelle nostre categorie siamo noi, ma parlando di club di Serie A, dico il presidente dell’Empoli Fabrizio Corsi. Come lungimiranza, strategie e modelli, è lui. Il Chieri di Gandini è stato un altro nostro riferimento. Mi fa piacere però che alcune società guardino noi e ci seguano per crescere”.
Tutto è nato da un progetto di uno dei tanti settori giovanili piemontesi, diventato poi d’élite e Academy della Juventus, ma culminato adesso con il primo posto in Serie D alla pari di club blasonati. Il Chisola oggi non è più una favola, ma una solidissima realtà. E adesso non intende fermarsi, ma vuole continuare ad alimentarsi di sogni. Parola di Luca Atzori, “padre” della grande famiglia piemontese.