Chisola, senti Rizq: “Qui non sei un numero. Partito dalla Prima, ora sogno la C”

“Non importa da dove parti, ma dove arrivi”. È la prima frase che balza agli occhi entrando sul profilo Instagram di Kamal Rizq, attaccante italo-marocchino del Chisola, squadra rivelazione del girone A di Serie D. Una frase che può sembrare banale, ma non per chi è partito dalla Prima Categoria e oggi si ritrova in D da protagonista (5 gol per lui in campionato), grazie a tanti sacrifici, sudore e voglia di arrivare. Nato a Casablanca, in Marocco, dove il calcio è pura passione, Rizq è arrivato in Italia giovanissimo, ha lottato contro la burocrazia italiana che gli ha impedito inizialmente di giocare a calcio, ha cominciato dal basso con umiltà – ma con ambizione – e adesso si sta prendendo le sue rivincite.

Classe 1992, sogna la Serie C (“Ma è anche un obiettivo”). Ma ci torneremo. Tra passato, aneddoti, il presente al Chisola e il futuro, Kamal Rizq si è raccontato in esclusiva a seried24.com.

Rizq: “Chisola è famiglia”

Secondo posto in classifica, -4 dall’Alcione Milano (in attesa dell’esito del ricorso del Bra) al secondo anno della storia in Serie D e un settore giovanile d’élite. Quella del Chisola è una favola che abbiamo già raccontato con il presidente Luca Atzori, ma che vale la pena approfondire grazie anche a chi di questa favola è protagonista attivo e a chi con questi colori è diventato grande. Parliamo, ovviamente, di Kamal Rizq. “Sono molto soddisfatto e contento di quello che stiamo facendo. Il primo obiettivo a inizio anno era la salvezza, ora puntiamo in alto. Mattone per mattone. Una casa non si comincia dal tetto, ma dalla base. Qui c’è una differenza rispetto alle altre squadre. Chisola è famiglia, non sei un numero messo lì. E anno dopo anno si migliora”.

In panchina c’è Nicola Ascoli, al suo primo anno con il club di Vinovo: “Mi trovo bene con lui. Sa di calcio, ti aiuta. Umanamente è bravissimo. Si accorge subito se un giocatore è stanco o nervoso. Io ci parlo tutti i giorni. Oltre a vedere alcuni video per capire come poter migliorare, ci parlo di tutto. Tutti i miei allenatori mi hanno insegnato qualcosa, non ho mai fatto scuola calcio”.

“Rimango, qui mi hanno dato tempo”

Per Rizq è la quinta stagione con la maglia del Chisola, la seconda in Serie D così come per il club. Fu uno dei protagonisti della promozione dall’Eccellenza con 25 gol, lo è stato per la salvezza lo scorso anno con 17 e vuole esserlo anche nell’attuale campionato. Offerte da altre squadre? No, grazie. “Se sono qui da cinque anni ci sarà un motivo. Dopo il campionato dell’anno scorso mi hanno chiamato tantissime squadre, ma non volevo spostarmi. Vedere tutti i bambini la domenica lì per me al campo mi spinge sempre a dare meglio. Significa che devo dare il doppio degli altri. Devi mostrare a loro che tutto si può realizzare. Io sono un esempio per i bambini, mi vedono come un calciatore, ma sono un giocatore normale che gioca in D”.

Partito dalla Prima Categoria, Rizq oggi è uno dei protagonisti in D: “Ogni anno alzo l’asticella, voglio far meglio dell’anno scorso, voglio migliorarmi. Mi alleno sempre per questo. In Promozione e in Eccellenza nessuno mi conosceva. Qui mi hanno dato tempo per crescere, maturare e dimostrare. L’anno scorso sono partito male, ma il Chisola ha avuto sempre fiducia in me. Li ringrazio per questo. Qui è casa mia, poi se il presidente mi dice di andare via… (ride, ndr)”.

Chisola, Rizq: “Prima non avevo un sogno”

Motivazioni. Stimoli. Ciò che per Rizq è “benzina” per andare avanti. Partito dal Susa, in Prima Categoria piemontese (oggi Union Bossoleno in Promozione). Kamal Rizq adesso sogna la Serie C.  “Sono partito dalla Prima Categoria a Susa. Prima non potevo giocare, avevo problemi con i documenti, poi avevo anche iniziato bene. Mi chiamavano diverse squadre ma io non volevo andare. Non avevo un sogno e non avevo degli obiettivi. Poi abbiamo vinto Prima Categoria e Promozione, ho fatto bene in Eccellenza ma sono retrocesso”.

Al Chisola poteva arrivare già prima: “Io al Chisola dovevo venire a 18-19 anni, ma non sono arrivato. Un mio caro amico, venuto a mancare diversi anni fa, mi parlava sempre bene di questa società. Grazie a ciò che mi ha raccontato lui, sono arrivato qui. E mi sento a casa. Andare in C per me è difficile. Ma è un obiettivo, un sogno. È difficile perché le società non vogliono puntare su uno avanti con l’età. Futuro? Ci penso tutti i giorni, vorrei rimanere nel calcio. Mi piacerebbe fare il talent scout e visionare ragazzi che possono avere un futuro. O magari il direttore sportivo. Quando dovrò smettere, farò le mie riflessioni e vedrò un po’”.

“Rubo da Haaland, mi ispiro a Drogba e Benzema”

Come tanti numeri 9 del presente, ruba da Erling Haaland, prima punta per eccellenza. Ma gli idoli di Rizq appartengono a qualche anno fa. “Adesso rubo da Haaland, guardando video. I miei idoli però sono Benzema e Drogba. Ci somiglio? Non so, se dico di sì sembro uno sbruffone… (ride, ndr). Il pres dice che sono come Filippo Inzaghi? Lo accetto come complimento, spero di segnare così tanto come lui”.

Voglia, grinta, determinazione, sacrificio e voglia di arrivare. Tutti elementi che hanno permesso a Rizq di arrivare oggi in Serie D. Ma c’è altro: una fidanzata che gli ha ridato serenità, un paese che lo ha accolto bene e una routine che non si tocca. “Sono la persona più normale del mondo. Faccio le cose che fanno tutti, sto con la mia fidanzata, con gli amici, vado a prendere un caffè. La solita routine che mi sta portando dei risultati”.

Serenità. “Sono partito da solo dal Marocco a 10 anni, ora a 31 anni sto bene e voglio essere sereno. Quando arrivi a casa e non hai nessuno e non hai niente da raccontare, ti pesa di più. L’ho provato per tanti anni e non è bello. Ora ho tutti vicino: dal presidente a tutti i dirigenti. Ci vediamo e facciamo due chiacchiere, sempre. Non so se nelle altre società sia così. Ma qui sto da Dio”.

Published by
Domenico Cannizzaro