Una notizia clamorosa quanto inaspettata. Francesco ‘Ciccio’ Cozza, storica bandiera della Reggina, pare sia indagato nell’operazione “Planning” contro la ‘Ndrangheta. Ma andiamo con ordine.
Una situazione che avrebbe del clamoroso se dovesse essere confermata. Dopo la sua recente esperienza sulla panchina del Biancavilla, terminata poi nel Novembre del 2021, l’ex centrocampista si troverebbe adesso a dover affrontare una situazione ben distante da quello che è il mondo del calcio. Come riportato anche dall’ANSA, l’operazione in cui sarebbe indagato Ciccio Cozza, denominata “Planning”, pare abbia portato agli arresti (per il momento) 12 imprenditori. Tra loro, anche l’ex consigliere comunale di Reggio Calabria, Domenico Suraci, al momento (26 luglio 2022) in custodia cautelare in carcere.
Stessa sorte che è toccata anche ai seguenti imprenditori: Francesco Armeni, Andrea Chilà, Domenico Gallo, Giampiero Gangemi, Sergio Gangemi, Fortunato Martino e Antonino Mordà. Agli arresti domiciliari invece sono invece finiti: Gaetano Coppola, Roberto Di Giambattista, Vincenzo Lo Giudice e Giuseppe Antonio Milasi.
Di che tipo di operazione stiamo parlando? Condotta dalla DIA (Direzione Investigativa Antimafia ndr) in concomitanza con la Guardia di Finanza di Reggio Calabria, nella suddetta operazione pare siano state reperite ‘infiltrazioni’ da parte di alcune famiglie della ‘Ndrangheta nel mondo del settore edile. Ma non solo: il gruppo mafioso infatti, pare si sia insediato anche in quello che è il settore legato alla distribuzione alimentare.
Dopo aver delineato quello che può essere definito un quadro generale della situazione, concentriamoci adesso ad analizzare la figura di Ciccio Cozza e del perché sia finito sotto la lente d’ingrandimento. L’ex centrocampista di Reggina e Siena pare sia stato citato in merito alla realizzazione di alcuni centri commerciali. Centri commerciali costruiti in Abruzzo, attraverso la Business Group.
Orientativamente, pare che i beni sequestrati arrivino a totalizzare un valore che si aggirerebbe intorno ai 32 milioni di euro: 27 imprese (due di queste situate rispettivamente in Slovenia e Romania) e 31 unità immobiliari.
A cura di Davide Balestra