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Collacchioni e l’ambizione: “Ho il fuoco dentro, non mi pongo limiti e aspetto l’opportunità giusta”

Collacchioni

Il calcio è molto più di uno sport: è una passione che unisce milioni di persone in tutto il mondo. Ogni partita è un’occasione per condividere emozioni, gioie e delusioni, creando legami che vanno oltre cultura e generazioni. Da una parte i tifosi, con le loro magliette colorate e i cori instancabili, dall’altra chi il calcio lo vive come un lavoro.

Per ogni appassionato che attende la domenica per veder giocare la propria squadra del cuore, c’è infatti un allenatore che trascorre tutta la settimana a studiare, analizzare, preparare al meglio i suoi per quel medesimo appuntamento. E cosi è anche per Lorenzo Collacchioni, ex Livorno e San Donato Tavarnelle.

Uno tra gli allenatori più giovani della massima categoria dilettantistica, il 44enne è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Seried24.com per raccontarci questo periodo lontano dal campo da gioco, in attesa della chiamata giusta. “Sto studiando tanto per ottenere consapevolezza e avere le idee chiare su ciò che voglio fare. Non vedo l’ora di trovare l’opportunità giusta, ho il fuoco dentro“.

Una consapevolezza fuori dal comune, quella che fa trasparire immediatamente Collacchioni. Da sempre uomo di calcio, ha scelto di intraprendere la carriera da allenatore subito dopo aver appeso le scarpe al chiodo, ottenendo ottimi risultati. “Stare fermo per me è un’esperienza nuova, cerco di sfruttarla facendola diventare un’esperienza costruttiva, che mi prepari per il divenire“, sono state le sue parole.

“La comodità non è una mia prerogativa, sono disposto ad allontanarmi da casa”

Pisa, Avellino, Nocerina, Pistoiese e Siena da calciatore. Poi Fucecchio, Miniato Basso, Livorno e San Donato Tavarnelle da allenatore. Appena 44 anni e già un ottimo bagaglio di esperienze accumulate. Dopo un 2022/2023 tra alti e bassi con gli amaranto e l’esonero con i gialloblù nell’anno successivo, per Collacchioni è iniziato il primo periodo lontano dal campo da calcio.

Quest’estate ci sono stati vari approcci e diverse possibilità… però io cerco l’opportunità giusta, mentre chi si è fatto avanti non andava di pari passo con quello che vorrei fare io. Non mi accontento della prima chiamata perchè ho ben chiaro in testa ciò che voglio fare – ci svela l’allenatore toscano -. Ci deve essere la stessa unione di idee per andare d’accordo fin da subito. Non erano situazioni adeguate a quello che voglio sia il mio percorso, che mi dia la capacità di esprimermi e dimostrare chi sono“.

Collacchioni

Man mano che la conversazione prosegue, ci si rende conto che le dichiarazioni del classe 1980 sono tutt’altro che circostanziali. “Ho il fuoco dentro da sempre, più vado avanti e più mi piace quello che faccio. Sto vedendo molta Serie D che è la categoria da cui vorrei ripartire, ma non mi metto paletti di alcun tipo. La comodità non è una mia prerogativa, cerco l’opportunità giusta e sono disposto anche ad allontanarmi da casa“.

Collacchioni: “Studio e viaggio per farmi trovare pronto”

Ma come occupa la settimana un allenatore che non ha una squadra su cui lavorare e a cui trasmettere i propri principi, umani e di gioco? L’ex Livorno ci racconta la propria esperienza. “Cerco di fare il possibile, studio per avere sempre più conoscenza perchè è quello che voglio fare. Non sto comodo in questa situazione, però la prendo nel miglior modo possibile, con la giusta energia e molta grinta“.

Durante la settimana viaggio molto, spesso fuori regione, per vedere allenamenti e partite anche di squadre che sono lontane da quello che sono io e il mio modo di fare calcio. Tutto serve per poi trovare la mia strada e crescere sotto tutti i punti di vista. In Toscana ho visto allenamenti di Empoli e Lucchese per esempio, mi piace vedere come lavora anche gente che va in una direzione opposta alla mia, per avere sempre più consapevolezza e costruirmi un’idea“.

“Livorno e San Donato due esperienze che mi hanno fatto crescere”

Il recente passato di Lorenzo Collacchioni lo vede alla guida di due tra le squadre più importanti della Toscana. “Livorno e San Donato? Sono state due esperienze diverse tra loro che mi hanno aiutato a crescere tra loro – racconta l’allenatore -. Livorno mi ha dato tantissimo, è successo di tutto prima con un allontanamento e poi con un bellissimo gesto dei calciatori che si sono impuntati affinché tornassi, fino a disputare insieme i playoff. San Donato invece è stato diverso, pensavo di riuscire a finire la stagione in quanto eravamo in linea con gli obiettivi. Ma le annate dopo la retrocessione, si sa, non sono mai facili“.

Collacchioni

Il mestiere dell’allenatore, però, è tanto bello quanto difficile. Gioie nelle vittorie e nei periodi positivi, tanta responsabilità e pressione quando le cose vanno meno bene. E il 44enne lo sa bene. “Gli allenatori sono sempre di più e le squadre sempre meno, lo dico purtroppo anche contro il mio interesse. Si cambia spesso, a volte anche troppo velocemente, quindi devo attendere la prima movimentazione degli allenatori per cercare una collocazione e poter dimostrare quello che valgo“.

Su quali piazze, però, non si sbilancia. “Da calciatore sono stato in belle piazze ma adesso non cerco il blasone o il nome importante, per quanta energia possano dare. In questo momento cerco una società che abbia le idee chiare e che abbia una direzione che sia conforme alla direzione che ho nella mia testa“.

Collacchioni: “Vivo per il calcio, per me è la prima cosa”

Ed è così che la nostra chiacchierata con il giovane allenatore volge al termine, ma non senza qualche considerazione finale. “Mi sento pronto a subentrare in una società che abbia le idee chiare su dove andare. Ho tanta voglia ma ci devono essere determinate condizioni. Mi sento pronto, ambisco al risultato e al guardare oltre. Sono uno che vuole sempre alzare l’asticella“.

Fare calcio cambia di anno in anno e lo studio e la capacità di adattamento sono fondamentali. È importante farsi trovare sempre pronti. Perché alla fine conta il risultato, ma anche il divertimento e lo studio che ci sono dietro: a volte sono necessari tre passaggi per fare gol, non serve sempre il bel gioco e il tiki taka“.

Poi la conclusione, con un’ulteriore riprova su quanto affermato fino a questo momento, in attesa di vederlo alla guida di una nuova squadra. “Per me il calcio è la prima cosa, è ciò per cui vivo. Posso portare tanta voglia, ricerca e disponibilità. Sono molto meticoloso e parlo di calcio dalla mattina alla sera. Non mi pongo limiti, ma se devo riassumere in tre parole il contributo che posso dare ad una eventuale squadra userei Lavoro, Sacrificio, Ambizione“.