Dagli anni d’oro della Serie B all’Eccellenza: la parabola del Lanciano
Abruzzo, Lanciano, terra dove sognare non costa nulla, anzi, non è costato nulla dal punto di vista dell’emozione e del sentimento. Questa calorosa piazza ha vissuto anni importanti tra i professionisti, in particolare in quel quadriennio di Serie B (tra il 2012 e il 2016) che ancora oggi resta e resterà per sempre scolpito nella memoria di tutti i tifosi rossoneri.
Gli anni d’oro della Serie B
Lanciano è stata una piazza che ha visto passare allenatori e calciatori di un certo spessore, uno su tutti Leonardo Pavoletti che nella stagione 2011-12 si rese protagonista della promozione dalla Serie C alla Serie B. In quella squadra, guidata da Carmine Gautieri, erano presenti altre figure che contribuirono al salto di categoria come Daniele Rosania, Cosimo Chiricò, Vincenzo Sarno, Salvatore Margarita, Gaetano Vastola, Roberto D’Aversa, Manuel Turchi, Carlo Mammarella e Ilyas Zeytulaev. Il percorso in campionato fu importante, tant’è che gli abruzzesi si classificarono al quarto posto valevole per i playoff. Nelle semifinali sfida al Siracusa vinta per 1-0 in casa e pareggiata per 2-2 in trasferta . La finale vede i rossoneri sfidare il Trapani: nel match d’andata la partita si concluse in parità per 1-1, mentre il ritorno il Lanciano subì una rete dei siciliani dopo neanche un minuto di gioco restando anche in dieci uomini. Nonostante ciò riuscirono a ribaltare il risultato e a prevalere per 1-3 grazie ai gol di Pavoletti, Sarno e Margarita, un risultato che valse la promozione in Serie B dopo ottantotto anni di attività.
Nel primo anno di B, il Lanciano riuscì a salvarsi nel finale di campionato grazie all’1-1 di Novara firmato da Diego Falcinelli, mentre nella stagione successiva con l’arrivo in panchina di Marco Baroni si sfiorò l’impresa playoff che poi svanirà solamente all’ultima giornata con un piazzamento al decimo posto in classifica, una posizione che probabilmente non ripagò l’ottimo campionato disputato dai rossoneri visto che da inizio stagione oscillavano tra le zone nobili della classifica.
Nel 2014-15, il Lanciano è alla sua terza stagione nel campionato cadetto e in panchina si affida a un altro allenatore emergente come Roberto D’Aversa, ex centrocampista che in passato ha già vestito questa maglia. Anche quello fu un buon campionato, con le zone calde della classifica piuttosto lontane e un sogno playoff che non venne centrato per mancanza di continuità. In quella stagione, tra le altre cose, furono protagonisti con 8 reti Gaetano Monachello, Antonio Piccolo e Mame Thiam.
Dopo ottimi campionati, nel 2015-16 il Lanciano retrocede in Lega Pro complici anche i quattro punti di penalizzazione. Nonostante la penalità, la squadra riuscì a disputare i playout contro la Salernitana, ma i campani ebbero la meglio nel doppio confronto salvando la categoria. Capocannoniere di quell’annata da dimenticare fu Nicola Ferrari con 9 gol, seguito da Guido Marilungo e il figlio d’arte Federico Di Francesco con 7.
La rifondazione del 2017
Nel luglio 2016 la società annunciò che la Virtus Lanciano non si era iscritta al successivo campionato di Lega Pro per inadempienze finanziarie, certificandone così il fallimento. Successivamente, il Consiglio Federale escluse il club dal calcio professionistico ed un mese dopo arriva anche l’esclusione dai Dilettanti.
La svolta arriva a giugno del 2017, quando il presidente Fabio De Vincentiis acquistò la società e formalizzò l’iscrizione al campionato di Prima Categoria che successivamente la sua squadra vinse con ampio divario sulle altre inseguitrici conquistando l’accesso in Promozione. Nel 2018-19 vincerà anche questo campionato per arrivare all’Eccellenza, ma in quel percorso figurano anche le vittorie della Coppa Italia e della Supercoppa.
Ad oggi il Lanciano occupa il sesto posto in classifica del Girone Unico di Eccellenza abruzzese con 38 punti, in piena lotta per un posto nei playoff. L’obiettivo è quello di provare a centrare con gradualità il ritorno nel mondo dilettantistico, provando ad emulare o a migliorare anche quanto di buono fatto negli anni del professionismo, negli anni d’oro della Serie B.