Pistoiese, la grande dedica di Danuello alla squadra del 1981
C’era una volta la Pistoiese del 1981. Una squadra he si affacciava per la prima volta alla Serie A con in rosa dei nomi del calibro di Marcello Lippi e Vito Chimenti. Come colpo dal mercato estivo dall’estero arrivò Luìs Sìlvio Danuello, unico giocatore straniero della rosa (all’epoca ogni società poteva averne solo uno dopo la riapertura delle frontiere) che in Brasile aveva vestito le maglie di Palmeiras e Ponte Preta. Di ruolo ala destra, il brasiliano in Italia non riuscì ad affermarsi, collezionando solo sei presenze in campionato e venendo etichettato come uno dei più grandi ‘flop’ nella storia della Serie A.
Un rendimento simile a quello della Pistoiese che terminò il campionato all’ultimo posto a soli 16 punti ottenuti in trenta partita a nove lunghezze dalla salvezza. L’unico a mettersi in mostra fu Vito Chimenti, autore di nove reti, celebre per le sue grandi annate a Palermo e Matera, insieme alle sue prodezze acrobatiche.
Il ricordo di Lippi
“Luiz Silvio? Mi sembrava un pulcino bagnato – ricorderà anni dopo l’ex ct della nazionale campione del Mondo nel 2006 Marcello Lippi, suo compagno in maglia arancione all’epoca –. Metteva un’enorme tenerezza. Era giovanissimo, spaesato, intimidito. Per farlo sentire a suo agio, lo invitavo spesso a cena. Parlavamo, gli facevo coraggio ma al tempo stesso intuivo il suo grosso disagio. Gli mancò anche il tempo di adattarsi al nostro paese e alle nostre abitudini”.
L’acquisto che ispirò “L’allenatore nel pallone”
L’aneddoto più clamoroso riguarda proprio il suo ingaggio in cui si narra che l’amichevole in cui Danuello giocò era stata organizzata appositamente dal Palmeiras, proprietaria del suo cartellino, per farlo apparire un fenomeno agli occhi dei dirigenti italiani. Tutte cose che anni dopo il brasiliano ha smentito categoricamente alla Gazzetta dello Sport approfittandone anche per giustificare le sue opache prestazioni in campo:
“All’aeroporto di Roma incontrai i dirigenti della Pistoiese che vedendo che son basso di statura mi chiesero: ‘Sei una punta?’. Risposi di sì, perché avevo capito ‘ponta’, con la o, che in portoghese vuol dire ala- Io quello ero: un’ala destra, uma ponta direita. Firmai e mi ritrovai centravanti, fuori ruolo. Un disastro. Da me si aspettavano tanti gol, ma ero uno specialista del cross e al massimo potevo fare la seconda punta, con la ‘u’, come dite voi”.
“Punta, ponta: rovinato da una vocale…Comunque al di la di questa cosa, quel che mi offende, invenzioni a parte, e che mi da parecchio fastidio, è che mio figlio quando cerca qualcosa su di me su Google, trova una marea di menzogne su suo padre e che si parli di me come se fossi stato scarso(un bidone). Nel ’79 venni eletto calciatore rivelazione del Brasile. Ho giocato in club di primo livello: Palmeiras, Ponte Preta, Botafogo non avevo bisogno di far mettere in piedi quella sceneggiata per trovare squadra”.
Non abbiamo la facoltà di dubitare o smentire su quanto dichiarato dal brasiliano comunque la sua storia vera o falsa che sia, ha avuto il suo spessore tanto da aver ispirato un film di successo del 1984 “L’ALLENATORE NEL PALLONE” diretto da Sergio Martino e interpretato da Lino Banfi.
Che fine ha fatto Danuello
Oggi Luis Silvio Danuello, è un papà e un imprenditore di 63 anni. E’ felice vive a Marilia vicino a San Paolo e ha investito i suoi guadagni calcistici in alcune ditte di ricambi industriali come ben evidenziato nella sua sezione lavoro di Facebook.
Il post-dedica di Danuello
Nonostante lo scarso rendimento sul campo, Danuello è diventato nel corso degli anni un vero e proprio mito per la tifoseria arancione. Un rapporto di stima e affetto che l’ex calciatore ha voluto dimostrare ancora di più nei suoi social, mostrando un tatuaggio di un tifoso nella coscia della storica formazione del 1981, contornata da una toccante frase in italiano: ”U.S.PISTOIESE 1921 LE RADICI PROFONDE NON GELANO” . Un post condiviso anche per rendere omaggio alle grandi prestazioni dei toscani in campionato che hanno visto Di Biase e compagni vincere sette gare di fila e scavalcare la capolista Giana Erminio. Ora alla Pistoiese mancano sole sei gare per mantenere la vetta e magari festeggiare il ritorno in C proprio insieme a Danuello e altri protagonisti dell’unico anno in Serie A nella storia del club.
A cura di Niccolò Parenti e Stene Ali