Milan, Lazio, Cagliari, Spezia, Reggina, Genoa e Bologna: queste solo alcune delle maglie indossate dall’attuale giocatore del San Marzano, Davide Di Gennaro. Un trequartista sontuoso dal mancino incantevole, sicuramente un top player per questa categoria, che vanta ben 59 presenze in Serie A e più di 200 in B. Un giocatore che forse, purtroppo, non ha mai raggiunto il potenziale dimostrato da giovane.
Per lui un esordio a 18 anni nel Milan di Maldini, Nesta e Cafù, prima di fare tante altre esperienze in giro per l’Italia, sia nel massimo campionato che in quello cadetto. Ed ora la seconda esperienza in Serie D, dopo quella della scorsa stagione a Portici.
Umile, innamorato del gioco del calcio, Di Gennaro rivive con piacere il passato, pur con una vena di malinconia che traspare dalla voce. “San Marzano è stata la scelta più giusta per quelle che sono le mie ambizioni e per quello che la società mi può offrire. Il ricordo più bello della mia carriera? L’esordio in un Milan di campioni, prendendo il posto di Costacurta nel giorno della sua ultima partita“.
La prima esperienza in Serie D di Davide Di Gennaro è stata un successo, con 15 gol e 3 assist in appena 25 presenze. Numeri eccezionali per un trequartista. Poi, però, il cambio quasi ‘forzato’, dettato da scelte societarie. “L’anno scorso ho fatto la scelta di chiudere a casa mia, a Portici, ovvero la città dove vivo attualmente. Quest’anno però non è stato possibile rimanere e quindi, una volta che ho deciso di guardarmi intorno, San Marzano era la scelta più giusta per quelle che sono le mie ambizioni e considerando anche quello che la società poteva garantire“.
La scelta, però, sembra essere quella giusta, infatti prosegue così. “Questa è una società appena nata, che da due anni fa cose importanti e che arriva ora al primo campionato di Serie D. Come tutte le società nuove c’è grandissima ambizione, grazie ad un presidente che ci mette veramente tanta passione e tanto impegno economico. Qui c’è proprio il desiderio di voler portare il più in alto possibile la società. Questo per noi è un po’ un anno zero, però naturalmente vogliamo fare il meglio possibile“.
Con tre giornate di campionato già in archivio nel girone G di Serie D si cominciano a trarre le prime conclusioni. Per il San Marzano, finora, solamente due pareggi e una sconfitta nelle sfide con Anzio, Cynthialbalonga e Cassino. Di Gennaro, però, non traspare preoccupato e anzi, spiega i motivi di questa partenza a rilento.
“La società ha costruito una squadra per voler essere subito protagonista, naturalmente cosciente di tutte le difficoltà che ne derivano. L’allenatore (l’ex Paganese Domenico Giampà) è nuovo e così anche la maggior parte dei giocatori, quindi ci vuole del tempo per amalgamarsi e trovare la giusta quadra. Probabilmente in queste prime tre partite abbiamo raccolto meno di quello che abbiamo prodotto, però questo non ci fa essere preoccupati e anzi, ci fa cercare di lavorare sui nostri errori, per fare un campionato di livello. Ovviamente dobbiamo migliorare, ma per quello che sono state le prime tre partite vedo più il bicchiere mezzo pieno che mezzo vuoto“.
Il tono di voce di Di Gennaro attraverso il telefono sembra quasi cambiare quando gli viene chiesto di ripercorrere il suo passato. Prospetto della Nazionale avendo vestito azzurro a partire dall’U16 fino all’U21, calciatore da più di 300 presenze tra Serie A, B, C e D, ricorda con piacere il suo passato.
Quando gli viene chiesto qual è il ricordo a cui è più legato, risponde così. “Sono a quasi vent’anni di carriera – dice ridendo -, quindi di aneddoti ce ne sono tantissimi. Quello che porto con maggiore orgoglio è il fatto di aver esordito, a diciott’anni, in un Milan di campioni prima di una finale di Champions League, prendendo il posto di Billy Costacurta nella sua ultima partita. Lui è stato un simbolo, una leggenda di quel Milan e questo in quegli anni mi ha aiutato tantissimo. Per me è stato un orgoglio enorme”.
E ancora. “Ma anche il primo gol in Serie A con la maglia della Reggina, fatto proprio contro il ‘mio’ Milan, oppure le tre promozioni in carriera della Serie B e della Serie A con tre maglie molto importanti come Bologna, Palermo e Cagliari. Oppure proprio anche i due anni in Sardegna. Di aneddoti e di ricordi ce ne sono veramente tanti, non finirei di parlare“.
Ex calciatore della Reggina nel 2008/2009, il nuovo acquisto del San Marzano Davide Di Gennaro riflette sulla situazione attuale della squadra amaranto. L’ex allenatore Pippo Inzaghi, tra l’altro è stato suo compagno di squadra. “Ho seguito le vicende per quanto riguarda le notizie sui giornali” esordisce. “Io ho fatto l’ultimo anno di Serie A della Reggina ai tempi di Lillo Foti (storico presidente amaranto dal 1991 al 2013 e poi nel 20145/2015). L’anno scorso seguivo per l’affetto che ho per Inzaghi (celebre l’assist proprio di Di Gennaro per Super Pippo nel 2-1 in Coppa Italia tra Milan e Novara del 13 gennaio 2010), quindi conosco un po’ le vicissitudini”.
“Dispiace quando queste società con una storia alle spalle di un certo tipo vivono stagioni che finiscono con fallimenti e problemi. Mi spiace prima di tutto in quanto uomo di sport. Non so che tipo di campionato potranno fare, però la Reggina già qualche anno fa era fallita e si è rialzata con grande slancio. Questo può essere l’augurio per una piazza come quella amaranto che tiene tanto alla squadra calcistica.
In ultimo, il trequartista nativo di Milano ha avuto modo di fare qualche battuta anche sulla novità del calciomercato mondiale di quest’estate 2023: il calcio arabo. ‘Provocato’, Di Gennaro risponde con grande nonchalance, raccontando il suo punto di vista sulla questione.
“Io penso che siano situazioni soggettive. Bisogna trovarsi dentro quel tipo di situazione per capire al meglio. Nel mio piccolo, senza scomodare offerte arabe o offerte economiche di un certo tipo, nelle mie scelte è sempre prevalso l’aspetto sportivo più che quello economico. In questo caso, però, si parla di condizioni probabilmente irrinunciabili sotto l’aspetto umano. Sicuramente in ogni situazione ci sono pro e contro e non mi sento, io, di esprimermi sulle scelte altrui. In carriera, per quel ‘poco’ che ho fatto e per le offerte economiche che ho ricevuto, c’è sempre stato prima l’aspetto sportivo rispetto a quello economico. Ma come ho detto è una mia scelta personale.
Ragazzo umile, Di Gennaro si mostra per quello che è. Conscio del proprio percorso e grato per questo, volenteroso di dare il proprio contributo alla sua squadra, a prescindere dalla categoria di appartenenza. Dunque una domanda sorge spontanea. Chi sarebbe potuto essere Davide Di Gennaro se non fosse stato ‘costretto’ a tanti, forse troppi prestiti? Cosa avrebbe raggiunto in carriera quel diciottenne promettente con il 33 sulle spalle che esordiva nel Milan dei fuoriclasse? Avrebbe vinto di più?
Probabile, ma la vita è una e quindi, purtroppo, è il caso di citare Kanye West. “I guess we’ll never know“.