Giuseppe De Luca e il suo amore per il Catania: “Qui la gente vive di calcio. Futuro? Voglio restare”

“Voglio restare qui, non ho dubbi”. Giuseppe De Luca fa sognare i tifosi del Catania in vista del finale di stagione e del prossimo campionato in Serie C. La “Zanzara“, (“Perché rompevo le scatole a tutti”), è stato tra i giocatori più prolifici del club rossazzurro con 7 reti, tutte in trasferta. Un apporto fondamentale quello dell’ex Bari e Varese, sceso in Serie D per aiutare un club blasonato a tornare nelle categorie che merita.

La punta della dominatrice incontrastata del Girone I si è raccontata a SerieD24 tra trattativa, vittoria del campionato, futuro e l’amore della città per la propria squadra del cuore.

La trattativa tra De Luca e il Catania

De Luca e il Catania, un amore sbocciato nell’estate del 2022 dopo il fallimento della vecchia società: “E’ stato molto semplice accettare di venire a giocare in questa piazza. Una volta arrivata la chiamata non ci ho pensato un attimo, tornassi indietro lo farei altre 70 volte. Certo, l’arrivo di Pelligra e Grella è stato fondamentale nella mia scelta perché negli anni di C la squadra aveva avuto diversi problemi”.

“Il progetto è stato convincente fin da subito e mi ha coinvolto molto. – continua il 32enne – Questo è un club che ha fatto la Serie A e non poteva essere rifiutato. Inoltre ha un tifo incredibile”.

“Il pubblico del Massimino è incredibile. E fuori casa…”

A proposito di pubblico, la tifoseria del Catania è di sicuro la migliore della categoria. Spesso sopra i 15 mila spettatori, il Massimino non ha mai fatto mancare il proprio supporto così come confermato da De Luca: “La prima partita da giocatore rossazzurro è stata pazzesca ed emozionante. Devo dire però che anche fuori casa la situazione non cambia, sono sempre numerosissimi ovunque andiamo. Sono il nostro dodicesimo uomo in campo e noi giocatori siamo orgogliosi di rappresentarli.

Foto: Catania SSD

“Mi aspettavo di trovare un calore del genere, per i catanesi questa stagione rappresenta una rinascita. spiega la Zanzara – Lo si legge negli occhi della gente, qui il calcio si vive a 360 gradi. Sono stati la nostra forza sin dal ritiro. Giocare davanti a così tante persone è qualcosa di unico per ogni calciatore“.

Stadio Massimino che la punta ricorda molto bene anche da avversario: “Ricordo quando giocavo nel Bari, altra piazza calorosa, di essere venuto a Catania. Rimasi colpito dal tifo e dalla passione che ha la città per la propria squadra del cuore”.

La vittoria del campionato e la festa in città

Il Catania ha legittimato il primato vincendo, anzi dominando, un Girone I mai messo in discussione. De Luca ha però voluto rimarcare il lavoro svolto dalla squadra e dallo staff tecnico: Siamo sempre entrati in campo con l’obiettivo di portare i tre punti a casa. Questa mentalità vincente l’abbiamo coltivata sin dai primi allenamenti in estate. Dietro c’è stato un lavoro importante di tutti, nessuno escluso. Non è scontato vincere costruendo una grande squadra. Secondo me abbiamo fatto qualcosa di straordinario”.

Festa promozione che è arrivata con 6 giornate d’anticipo e che è partita da Caltanissetta: “La sfida contro il Canicattì ha chiuso un cerchio ma non l’annata. E’ stato molto emozionante, doveva essere il giorno della consacrazione e il ritorno in Serie C e così è stato. Non vogliamo fermarci qui. Per la città vincere questo campionato è stato un punto di svolta, una sorta di rinascita per tutti i catanesi.

De Luca tra obiettivi da perseguire e il futuro con il Catania

Per De Luca il campionato non è finito qui. C’è un altro obiettivo da conquistare: “Sarà una stagione perfetta con la vittoria dello Scudetto di Serie D. Fino a fine stagione saremo concentrati su quello”.

E sul futuro i classe 1991 rassicura tutti: Io voglio restare, al 100% sarà questa la mia scelta. Con Grella ad inizio stagione avevamo già avviato un certo tipo di discorso. Loro sanno le mie intenzioni, sarà poi la società a scegliere”.

Foto: Catania SSD

Una chiosa simpatica sul suo soprannome, la “Zanzara”: “Quando giocavo a Varese il mio allenatore diceva sempre che ero un rompiscatole, proprio come quell’insetto. Dopo quel periodo mi sono portato questo nomignolo per tutta la carriera”.

A cura di Gennaro Dimonte

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