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Dolomiti Bellunesi, una piccola realtà che sogna il professionismo | FOCUS

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Nel girone C le Dolomiti Bellunesi sognano in grande e ora la Serie C è un obbiettivo concreto

Le Dolomiti, dette anche “Monti Pallidi“, sono un un insieme di catene montuose facenti parti del più ampio gruppo delle Alpi Orientali e sono comprese tra Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Nello specifico è proprio in Veneto che ha luogo la città di nostro interesse, ovvero Belluno. In questa città ha sede il club che sta occupando la vetta della classifica del girone C, le Dolomiti Bellunesi, club ambizioso che vuole provare a raggiungere per la prima volta la Serie C.

Belluno è una città che ha sempre avuto una discreta tradizione calcistica. Il vecchio club gialloblù ha per la maggior parte della sua storia disputato campionati dilettantistici locali, ma conta anche diverse partecipazioni alla Serie D. Inoltre, ha anche affrontato per ben nove volte i campionati professionistici. Ma la vera svolta per tutto il territorio dolomitico arriva alla fine della stagione 2020/21.

Il Belluno si fonde infatti con altre due società dell’omonima provincia militanti in quarta serie, l’Union Feltre e l’Union San Giorgio Sedico, e nasce così ufficialmente a Società Sportiva Dilettantistica Dolomiti Bellunesi. Nelle tre stagioni precedenti il nuovo club veneto si è consolidato nella categoria, disputando buone stagioni. Si sono gettate le basi, tramite lungimiranza e programmazione, per arrivare a giocarsi quest’anno qualcosa di davvero importante.

I veneti lo stanno ampiamente dimostrando: questa stagione sta vedendo il club del presidente De Cian disputare un campionato di primissimo livello. La formazione dolomitica occupa, ad appena undici giornate dalla fine del torneo, il primo posto con ben 58 punti, due in più rispetto al Treviso, club storico e ricco di blasone col quale è in corso un affascinante testa a testa per ottenere la tanto agognata promozione tra i professionisti.

Dolomiti Bellunesi, una realtà solida e ambiziosa

Quando parliamo delle Dolomiti Bellunesi bisogna fare attenzione a non distorcere la realtà. Non si tratta del club che in modo inaspettato si trova a lottare per un grande obbiettivo, bensì una squadra ambiziosa che tramite la forza delle idee e un progetto lungimirante è arrivato a giocarsi la vittoria della Serie D. Fin dall’estate il club di Belluno è indicato come uno dei principali candidati al grande salto, assieme proprio alle due rivali Treviso e Campodarsego.

Nelle 27 partite fin qua disputate i ragazzi di Zanini hanno collezionato 18 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte. Numeri di certo importanti, che non a caso valgono il primato, ma che comunque mettono in luce un cammino non perfetto, caratterizzato infatti anche da qualche battuta di arresto. I dolomitici, dopo un inizio non entusiasmante, hanno vissuto il loro miglior momento tra ottobre e dicembre. Poi prima della sosta natalizia è arrivata una pesante sconfitta per 4 a 0 contro il Brian Lignano, dalla ripresa del campionato ad oggi però sono arrivate 5 vittorie, 2 pareggi e una sola sconfitta. Insomma la strada sembra essere quella giusta.

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Dolomiti Bellunesi, alla scoperta di Giacomo Marangon: leader e trascinatore

C’è un calciatore tra le fila delle Dolomiti che si sta prendendo meritatamente la scena. Parliamo di Giacomo Marangon, esperto attaccante classe 1992 che a suon di gol e assist sta trascinando i suoi compagni al primo posto in classifica. L’ex Ravenna nasce come seconda punta, ma sa destreggiarsi alla grande anche nei ruoli di trequartista puro oppure come punta centrale. Un giocatore dotato di una tecnica sopraffina, ma anche di un grande senso del gol.

I numeri di Marangon mostrano al meglio l’importanza che ha questo giocatore nello scacchiere disegnato da Zanini. L’attaccante ha realizzato ben 14 reti e 11 assist in 26 partite. Numeri davvero impressionati: ciò significa che sui 45 gol totali realizzati dalle Dolomiti, in ben 25 di questi c’è lo zampino del suo leader tecnico e caratteriale. Ora l’obbiettivo è quello di continuare con questo rendimento per regalarsi ancora una volta, a 32 anni, quella Serie C disputata solo una volta nella sua carriera.