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Gli anni della C e un vivaio sempre produttivo: dov’è finita la Lodigiani? | FOCUS

Lodigiani

La Lodigiani, una delle squadre più importanti e produttive d’Italia per quanto riguarda il settore giovanile. Tanti volti noti del nostro calcio sono cresciuti sotto l’ala protettiva del Centro Sportivo “La Borghesiana”: da Francesco Totti a Luca Toni, passando per Emiliano Moretti, Antonio Candreva, Alessandro Florenzi, David Di Michele, Roberto Stellone e Luigi Apolloni, vecchia conoscenza del Parma delle meraviglie dei primi anni 2000.

Un giovanissimo Francesco Totti

La Lodigiani è sempre stata un modello di economia calcistica, tanto che anche esperti di calcio professionistico provenienti da tutto il mondo vennero a Roma a studiare il cosiddetto “Modello Lodigiani”, ovvero gestione delle risorse e uso di numerosi e validi giovani da rivendere poi sul mercato. Fu, infatti, la prima società in Italia a lanciare un numero importante di giovani del proprio vivaio in prima squadra, con lo scopo di farli esordire tra i professionisti. Questo modello cominciò ad essere applicato con la promozione in Serie C nel 1983.

Tanti gli allenatori passati sulla panchina dei biancorossi tra cui Giuseppe Dossena (campione del mondo nel 1982 ed ex centrocampista del Torino), Giancarlo Morrone (ex attaccante di Lazio e Fiorentina tra gli anni ’60 e ’70), Saul Malatrasi (primo calciatore a vincere la Coppa dei Campioni con due squadre diverse e l’unico a farlo con due squadre appartenenti alla stessa città come Milan e Inter), Ubaldo Righetti (campione d’Italia con la Roma nel 1982), Alberto De Rossi e Guido Attardi.

Gli anni della Serie C e il sogno (sfiorato) della B

A partire dai primi anni ’90 fino al 2002, la Lodigiani ha disputato per ben dieci anni di fila il campionato di Serie C. Dopo aver ottenuto la salvezza per diversi stagioni, nel 1993-94 arrivò una svolta storica per il calcio italiano con la vittoria che passò a tre punti e l’introduzione di play-off e play-out.

In quel campionato, la Lodigiani chiuse al quarto posto in classifica centrando, appunto, i play-off. L’avversaria fu proprio Salernitana: la partita di andata, disputata all’Olimpico davanti a circa 25mila spettatori, terminò 1-1. Nel ritorno all’Arechi, invece, vinsero i padroni di casa per 4-0 facendo svanire tutti i sogni della Lodigiani verso un possibile approdo in Serie B.

Nel 1994-95, invece, da ricordare l’esordio in Coppa Italia contro l’Inter di Ottavio Bianchi. Era il primo turno, si giocava al Flaminio, con i nerazzurri che s’imposero per 3-0 grazie all’autorete di Roberto Sala e ai gol di Darko Pancev e Nicola Berti.

Lodigiani-Inter

Dov’è finita la Lodigiani?

In molti si saranno chiesti dov’è finita la Lodigiani. I laziali militano nel Girone B di Eccellenza e occupano l’ottavo posto in classifica con 21 punti. Tra i protagonisti della squadra spicca anche Antonio Picci, attaccante che in passato ha indossato anche la maglia del Brescia e che è quota 10 gol in campionato. La favorita UniPomezia è leader indiscussa del girone con 33 punti (ancora imbattuta dopo 13 giornate), ma la Lodigiani può comunque ritenersi soddisfatta di questo inizio di stagione: 6 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte, con 17 gol fatti e 16 subiti.

L’incessante lavoro sul settore giovanile

La Lodigiani, come la storia insegna, continua a lavorare in maniera eccezionale sul proprio settore giovanile. Passione, entusiasmo, rispetto, impegno e senso di appartenenza: questi sono i valori del club per creare le condizioni favorevoli allo sviluppo delle persone e dei calciatori. L’obiettivo è quello di mettere a disposizione dei ragazzi le migliori condizioni per crescere a 360 gradi, attraverso una proposta metodologica sistemica ed integrata che vede il gioco, il calciatore e le relazioni al centro del progetto. Insomma, il “modello Lodigiani” è ancora un dei punti più importanti per il calcio italiano.

Lodigiani