“Diego giocava a Salerno / Io che entravo con mio zio nello stadio, mo lo riempio”
Questa una delle frasi più iconiche del brano “Chiama” tratto dall’album “10” di Drillionaire, in cui a cantare sono Capo Plaza e Salmo. Proprio il rapper di origini campane ricorda di quando, nel 2012, con lo zio entrò all’Arechi per vedere una partita di calcio della Salernitana e assistere a una gara di Lega Pro. Tra le fila della squadra granata, quell’anno, c’era proprio Diego Vettraino, oggi conosciuto da tutti con il suo nome d’arte, Drillionaire.
Ora la situazione è completamente diversa. “10“, così si chiama il suo primo album da producer uscito da qualche mese, è certificato ufficialmente doppio platino dalla FIMI. Insomma, il successo di Drillionaire è sotto gli occhi di tutti ed è sottolineato dal suo ruolo nella scena rap italiana. Co-produttore di “X2VR” di Sfera Ebbasta, direttore artistico di “Icon” di Tony Effe e produttore di svariati brani di successo, tra cui spicca sicuramente anche “100 messaggi” di Lazza.
“Ero un bambino con il broncio sulla terra battuta. L’unica cosa che mi faceva sognare in grande era quel numero sulle spalle. Ho racchiuso alcuni di quei sogni nel mio primo album “10” e oggi é ufficialmente DOPPIO DISCO DI PLATINO“. È questo il messaggio scritto sul proprio profilo Instagram da Diego, dopo aver appreso della certificazione. Una gioia immensa che ripaga tutti i sacrifici fatti. Tanto quelli sul campo da calcio sognando di sfondare con il 10 sulle spalle, quanto quelli fatti in studio, per creare una hit dopo l’altra.
Per lui, infatti, il percorso calcistico è stato tutt’altro che di poco conto: Salernitana in C, Trapani in B, seguiti da L’Aquila, Gubbio, Monza in D e Pro Patria. Infine Arconatese, nuovamente tra i dilettanti, prima di appendere gli scarpini al chiodo a soli 25 anni, nel 2018, per dedicarsi a tempo pieno alla carriera musicale. E forse, alla luce dei risultati ottenuti, è stata la scelta giusta.
Il 20 luglio 2023, poi, c’è stato il primo concerto di Blanco a San Siro. Una serata speciale, in cui il giovane cantante (ex calciatore della Feralpisalò) ha invitato sul palco tanti artisti, tra cui proprio anche Drillionaire. Avendo collaborato insieme a Bon Ton, traccia contenuta nell’album “10”, il cantautore del 2003 ha voluto incantare il pubblico del Meazza con i suoi colleghi-amici. E qui la magia è avvenuta. Cresciuto sui campi di periferia, allenatosi su campi di categorie minori, per Drillionaire suonare in uno degli stadi più belli del mondo ha rappresentato la chiusura di un cerchio.
Ecco il messaggio del producer pubblicato sui social.
“Ieri notte prima di salire sul palco di San Siro ho alzato la testa, pioveva come quando mi allenavo da solo nel fango sognando questo giorno. Non capivo dove finivano le persone e dove iniziava il cielo. Voglio tornarci per capirlo meglio…
Grazie Blanco per averci invitato a suonare Bon Ton alla Scala del calcio. Grazie Michelangelo per averla prodotta assieme a me immaginando già in studio quanto avrebbero saltato le persone, é successo. Grazie a Lazza per essere sempre al mio fianco e a Sfera che c’è sempre anche quando non può esserci fisicamente (sappiate che a sorpresa la faremo tutti assieme).
Grazie a tutte le persone che l’hanno urlata con noi, si è chiuso un cerchio, se ne è aperto un altro”.
Oltre 14 milioni di ascolti su Spotify e più di 3,2 milioni visualizzazioni da YouTube. Questi i numeri del brano “Chiama” di Drillionaire, che insieme a Salmo e Capo Plaza ha creato uno dei brani migliori riguardanti il binomio Calcio-Musica. Nella strofa il rapper sardo, in particolare, racconta un’altra storia calcistica, la sua.
Giocatore di calcio fino a 20 anni, molto promettente, Maurizio Pisciottu, nome di nascita di Salmo, aveva la strada spianata. Un giorno però un difensore avversario lo colpisce in viso con un calcio, obbligandolo a due ricoveri. Per il rapper questo fu il segnale di smettere di rincorrere il pallone e dedicarsi definitivamente alla musica. Un percorso simile a quello di Drillionaire, infortunio a parte, con il ritiro dal calcio giocato praticamente obbligato. Eppure, anche qui la scelta di Salmo, per quanto obbligata, si è rivelata azzeccata, visto il successo estremo avuto nella musica.
“Ho fatto il doppio passo, la finta / Fenomeno in provincia col numero 7, Garrincha
Ricordi? Ero una scheggia sulla fascia / Finché il destino m’ha sparato un calcio in faccia
(…)
Sul finale forse ho perso il conto / Perché in testa ho più di cento film
Baby, scusa se non ti rispondo / Sto giocando la mia Champions League”