Esciua: “Non mi fermo e porto il Livorno in B in quattro anni”
Torna a parlare il presidente del Livorno Joel Esciua e lo fa con un importante comunicato ufficiale rilasciato sui canali ufficiali del club amaranto. Nel già citato comunicato, il patron ha toccato punti molto importanti riguardanti il futuro del club toscano.“Ora è tempo di reagire, far tesoro di quanto è accaduto e organizzarsi per affrontare il prossimo futuro con una migliore organizzazione, sia sportiva che extra sportiva, che ci consenta di rispettare i programmi. Ovvero centrare la Serie B entro i prossimi quattro anni. Posso garantire che un minuto dopo la gara di Grosseto ero già al lavoro per conseguire i miei obiettivi che non cambiano di una virgola”.
Livorno, Esciua: “opa ostile nei miei confronti. Non è arrivata nessuna offerta per rilevare la società”
Sono ore caldissime e di grande movimento a Livorno. Il presidente Esciua, tornato a parlare dopo tanto tempo, ha dichiarato di voler continuare nel suo progetto. Ciò avviene nonostante le difficoltà e il clima ostile che l’imprenditore brasiliano in persona ha confermato di sentire intorno a sé. Nelle ultime settimane, infatti, sono anche state fatte esplodere due bombe carta sotto il suo alloggio. Di seguito riportiamo le sue parole.
“Ho riflettuto molto sui miei errori che, per essere sincero, non sono stati pochi. Certo la domanda mi sorge spontanea: Sono stati tanto gravi miei errori da meritare due bombe carta sotto l’hotel dove alloggio? E mi chiedo ancora: possibile che nessuno si sia premurato di stigmatizzare gesti così gravi in una città da sempre non violenta come Livorno? Questa mancata presa di posizione è grave quanto l’atto in sé perché rischia di far passare un messaggio inquietante”.
Il comunicato del presidente Escila, poi, continua spostandosi su altri temi. “A qualcuno potrebbe sembrare paradossale pensare a programmi a medio termine quando si fa un grande parlare di quella che in gergo finanziario potrei definire “Opa ostile”. Tutto voglio fare oggi purché farmi attirare all’interno di una bagarre che rischia di farmi perdere lucidità ma alcune precisazioni per me sono obbligatorie: leggo di PEC con offerte correlate da segni depositati presso uno studio notarile cittadino. Sfortunatamente a me non è mai arrivato alcunché. A casa mia funziona che quando si vuole comprare qualcosa, ci si approccia al proprietario, si sonda la disponibilità a vendere, si avanza un’offerta e, solo in caso di accordo, si comunica tramite i media”.
Poi, Escila conclude. “Se è vero quel che ho letto, l’unica cosa che il signor Locatelli avrebbe dovuto fare è formalizzare un’offerta, esattamente quel che feci io con Toccafondi a suo tempo. (…) Vi immaginate ad altre latitudini un imprenditore che voglia acquistare il Milan e, prima di farlo, provi a appropriarsi del marchio storico minacciando di portarlo in dote all’Alcione Milano che milita in Lega Pro?
Condotte di questo genere assumono un profilo vessatorio cui, ovviamente, non intendo dare riscontro. A breve organizzerò un evento in cui presenterò i progetti di rilancio del club per tornare quanto prima nel calcio che conta”.