Dal 2003 al 2023, com’era la Serie D all’epoca dell’ultimo Euroderby in Semifinale
Serie D 2003- Sono passati esattamente 20 anni dall’ultima volta che Inter e Milan si sono affrontate in una semifinale di Champions League. Era il 7 maggio del 2003 e alle 20.45 sarebbe iniziato uno dei derby più tesi e combattuti della storia. Da allora molte cose sono cambiate, nel calcio e nel mondo in generale. In mezzo ci sono state rivoluzioni tecnologiche, sociali, guerre e pandemie ma esattamente a distanza di 20 anni, le due milanesi sono ancora lì a giocarsi l’accesso ad una finale storica.
In 20 anni molte cose possono cambiare altre invece, magari dopo un lungo girovagare, tornano esattamente dove erano. Anche in Serie D e tra i dilettanti le cose in due decenni possono cambiare, e di molto. Protagonisti di oggi che allora non erano nati, squadre che allora ben figuaravano in Serie A e oggi cercano un loro posto nuovamente tra i professionisti e grandi bandiere di ieri che sono diventate dirigenti o allenatori di oggi. Andiamo perciò insieme a vedere com’è cambiato il mondo della Serie D dall’ultima volta che si è giocato l’Euroderby in Semifinale.
I protagonisti della Serie D ai tempi dell’ultimo Euroderby di Semifinale
Partiamo dai protagonisti di questa Serie D: siano essi in campo, in panchina o in dirigenza poco importa. Dove erano quando veniva fischiato il calcio d’inizio dell’Euroderby? La prima risposta che viene in mente e che rende l’idea di quanto tempo, in fondo, sia passato è che Mattia Di Biase, talento della Pistoiese acquistato a gennaio dalla Juventus, non era ancora nato. Non solo, avrebbe visto la luce solamente 2 anni dopo, nel 2005. Oggi è uno dei talenti più splendenti e ricercati dell’intero campionato.
Ma giovanissimi calciatori a parte, c’era chi già nel 2003 viveva di calcio e per il calcio. Basti pensare a Montervino, oggi direttore sportivo del Casarano, allora bandiera del Napoli che da lì a poco avrebbe intrapreso il percorso di rinascita con De Laurentiis. Ma ancora potremmo citare Totò Di Natale (ora vice-presidente dell’Orvietana) che iniziava ad incantare tra i professionisti con la maglia dell’Empoli. O potremmo parlare di Andrea Caracciolo, oggi fresco di promozioni in C da presidente del Lumezzane, allora al Brescia. Affrontava invece il suo secondo anno al Middelsbrought Massimo Maccarone, adesso allenatore del Ghivborgo, mentre Igor Protti vinceva il titolo di capocannoniere in B all’ombra dell’Armando Picchi.
Sempre in quel periodo e sempre parlando di Livorno, un giovanissimo Andrea Luci (oggi record-man di presenza in amaranto) giocava nelle giovanili della Juventus. A guardare quell’ultimo Euroderby ci sarà stato sicuramente anche Francesco Lodi che a distanza di 20 anni da quel giorno si godrà la partita dalla sua Catania: allora giocava nel Vicenza e faceva intravedere lampi del campione che sarebbe diventato. Ah a proposito di Catania, Ross Pelligra probabilmente vide quella partita dall’Australia e da giovani 23enni sognava magari un giorno di tornare nella sua Sicilia. A distanza di anni possiamo dire che ce l’ha fatta.
Com’era la Serie D 20 anni fa? Dal girone I all’E
Resa l’ide di quante cose possano essere cambiate in 20 anni sarà interessante anche andare a vedere com’è cambiata la Serie D da quel 7 maggio 2003. Come vedremo, alcune cose sono cambiate mentre altre no. Le vincitrici andavano di diritto in Serie C2 (categoria che oggi non esiste più) mentre le ultime venivano rilegate in Eccellenza. Nel mezzo Playoff e Playout. Ma quali squadre di oggi c’erano anche allora in Serie D?
Non figuravano ai blocchi di partenza della D sicuramente Catania e Livorno, le due nobili decadute di questa stagione che si giocavano le loro chances in Serie B. Gli spettri dei futuri fallimenti ancora non si erano palesati. Presenti invece tante altre grandi squadre di oggi. Protagonista quell’anno fu senza dubbio la Cavese che, inserita nel Girone I (quello delle siciliane), vinse campionato e poule scudetto. Nello stesso raggruppamento presente anche il Trapani che da lì in avanti compì una scalata che la portò vicinissima al sogno Serie A. Sempre nel Girone H invece presenti Nardò e Casarano (che arrivò ultima retrocedendo in Eccellenza). Presenti nel gruppo anche Potenza e Andria che la scorsa stagione l’hanno invece disputata in Serie C. Così come quest’anno invece Sorrento, Paganese e Casertana popolavano il Girone G. Diverse però le dinamiche perché se quest’anno le tre squadre si sono imposte per distacco sulle altre ad avere la meglio nel 2003 fu l’Isernia, con le altre che si piazzarono a metà classifica.
Orvietana, Vigor Senigallia, Tolentino e Pro Vasto le uniche superstiti nel girone F. Le ultime due, quest’anno inglobate nelle ultime posizioni, quell’anno si giocarono fino alla fine la promozione del campionato con i marchigiani che riuscirono a spuntarla in finale playoff.
La Serie D del 2003 dal girone A al girone E
Decisamente diversa invece la conformazione del Girone E, quest’anno dedicato alle toscane che ai tempi dell’ultimo euroderby vedeva confluire al suo interno anche le liguri. Presenti perciò Sanremese, Vado, Lavagnese ma anche Viareggio e Sangimignano. Ad spuntarla alla fine fu il Cappiano Romaino poi diventato Cuoiopelli. Così come quest’anno, nel girone D, anche durante l’ultimo Euroderby figuravano Riccione, Ravenna, Mezzolara e Carpi. Soprattutto gli emiliani negli anni a venire si resero protagonisti di una scalata senza precedenti arrivando anche in Serie A prima del fallimento. Lo avevamo detto tante cose possono accadere in 20 anni. Proprio il Ravenna vinse quel campionato ottenendo la promozione in C2. A distanza di tanto tempo, in concomitanza dell’Euroderby però i giallorossi sperano che anche nel 2023, stavolta tramite i playoff, la storia possa ancora una volta ripetersi.
Negli altri raggruppanti spunta il Fanfulla, inserito nel girone A che quell’anno la vide retrocedere in Eccellenza. Non c’era il Sestri Levante quest’anno dominatrice indiscussa del campionato che a quel tempo giocava in Eccellenza. Chissà se vent’anni fa avrebbero mai sperato di vincere un campionato di Serie D e tornare nei professionisti. Ma d’altronde si sa, in venti anni possono succedere tantissime cose.
A cura di Edoardo Gregori