(Ri)crescere a casa propria, Corvino: “A Fasano per sentirmi di nuovo bene, non ci poniamo limiti”
La nostra intervista all’attaccante del Fasano Vincenzo Corvino, vice capocannoniere del girone H
Nel calcio come nella vita, quante volte sentiamo dire che fa tutto parte di un viaggio? Cresci, ti misuri con nuove sfide e impari a conoscerti: ogni passo è fondamentale. Anche quando sembra di tornare indietro, perché persino le avventure che abbiamo già affrontato possono rivelarsi una sorpresa, o una conferma che ci fa crescere ancora. È questo il viaggio di Vincenzo Corvino, attaccante del Fasano che ha raccontato il suo momento con i biancazzurri in un’intervista ai nostri microfoni, ma non solo.
“Sono tornato dopo poche partite, avevo bisogno di un posto dove sentirmi a casa per poter far bene nuovamente dopo un anno difficile: avevo bisogno di stare bene mentalmente“. Comincia così l’attaccante biancazzurro, e quando parla del Fasano lo fa con la sicurezza e la consapevolezza di aver scelto la giusta destinazione.
Un legame così, però, nasce e si coltiva nel tempo. E Corvino lo sa, perché in 5 anni con la maglia biancazzurra ha creato qualcosa di unico, rimasto nel cuore dei tifosi e non solo. “Fin da subito ho avuto un rapporto bellissimo con la città e i tifosi, forse dettato dal fatto che sono sempre stato il capocannoniere della squadra. Due anni fa sono anche stato capocannoniere nel girone H, quindi il legame si è intensificato ancora di più. Al ritorno quest’anno la gente è rimasta davvero contenta, sono stati felici di questo. I ricordi più belli? La vittoria del titolo di capocannoniere, perché quell’anno ho giocato come esterno, quindi era ancora più difficile“.
Ma come ogni storia che dura per tanto tempo, ci sono anche momenti più bui, soprattutto quando non si è potuto scrivere il finale desiderato. “Ho un po’ di amaro in bocca per non aver disputato la Coppa Italia di Serie D conquistata nell’anno del COVID“.
Fasano, Corvino: “L’arrivo di Agovino è stato fondamentale. Puntiamo ai playoff”
Dal buio, però, si risale sempre: Corvino lo ha fatto tornando a Fasano, e la stagione in corso è la metafora perfetta di una risalita difficile, come ci ha raccontato l’attaccante stesso. “Quando sono arrivato c’era qualcosa che non andava e i risultati non arrivavano. Il cambio di allenatore secondo me è stato molto importante, sia per la città sia per la squadra. Mister Agovino è uno dei migliori della Serie D, io l’ho conosciuto quest’anno. Ha cambiato il nostro modo di giocare, ma anche di pensare: il nostro obiettivo è quello di salvarci quanto prima, e cercheremo di farlo già nelle prossime partite, e visto che siamo lì cercheremo di puntare ai playoff: non ci poniamo limiti, a fine campionato vedremo dove siamo. Essere usciti dalla zona playout in queste condizioni è una gran cosa per noi“.
Corvino ha già segnato 10 reti in campionato, e insieme a Elefante è il secondo miglior marcatore del girone H, dietro solo a Sosa. Un percorso consapevole, perché il classe 1991 ha costruito la sua esperienza grazie a tante figure di riferimento negli anni. “Con Tisci, che mi ha allenato durante l’anno in cui sono stato capocannoniere, ho avuto e ho tutt’ora un bellissimo rapporto, è stato un grande allenatore e una grande persona. Anche Danucci mi ha dato tanto, così come Agovino da quando è arrivato: loro tre sono stati i migliori che ho avuto, sia a livello di gioco che di mentalità“.
“Sarà l’anno del Casarano, ma il Martina è impressionante. Quando smetterò di giocare…”
Emergere in un campionato complicato come quello del girone H è tutt’altro che semplice: basta dare uno sguardo alla classifica. Tuttavia Corvino non ha dubbi sulla sua favorita alla vittoria. “Le prime quattro squadre se la giocheranno fino all’ultimo, ma secondo me alla fine sarà l’anno del Casarano, ed è giusto così. La città e il presidente meritano un’altra categoria, credo che saranno loro a spuntarla. Tra le prime, però, la squadra che più mi sta piacendo è il Martina: è qualcosa di impressionante, mister Pizzulli sta facendo un lavoro eccezionale“.
La telefonata è quasi conclusa, ma per il bomber biancazzurro, dopo oltre 310 presenze e 16 stagioni, arriva anche il momento di guardare al futuro imminente. E se da una parte significa chiudere una porta, non è detto che se ne possa aprire un’altra, per dare vita a una nuova storia. “Sono verso la fine della mia carriera, la mia intenzione è quella di vivere al meglio ogni anno e fare più gol possibili. Quando smetterò di giocare vorrei comunque rimanere nel mondo del calcio, magari un giorno potrei intraprendere la strada da allenatore per capire se ci so fare“.