Home » Voglia e determinazione, Favarin: “Sono stato vicino alla C, ora aspetto la chiamata giusta”

Voglia e determinazione, Favarin: “Sono stato vicino alla C, ora aspetto la chiamata giusta”

Giancarlo Favarin

Tanta voglia di tornare e di dare il proprio contributo a una squadra: Giancarlo Favarin si racconta ai nostri microfoni

Il mestiere dell’allenatore è tanto bello quanto difficile. Gioie nelle vittorie e nei periodi positivi, tanta responsabilità e pressione quando le cose vanno meno bene. Eppure, come è giusto che sia, Giancarlo Favarin non vede l’ora di tornare ad allenare su base quotidiana. Perché se si è nati e cresciuti a pane e calcio, anche qualche mese di pausa risulta strano, pesante. È la voglia di far vedere a tutti di cosa di si è capaci che fa andare avanti imperterriti.

È questa l’impressione che ci dà fin da subito Giancarlo Favarin, ex allenatore di Livorno, Prato e Fidelis Andria tra le altre, intervistato in esclusiva dai nostri microfoni. “Questo è un periodo un po’ interlocutorio che spero finisca presto – esordisce –. Dal venerdì al lunedì, quando viaggio per vedere le partite sto bene. Dal martedì al giovedì, invece, sono giorni un po’ più morti, fatti di studio e analisi di quanto visto in campo. Spero che questo periodo duri il meno possibile, ho voglia di tornare in campo“.

Abito un po’ vicino a tutto e ci metto poco ad arrivare sui campi di Serie A, B, C e D quindi vedo tutto: Fiorentina, Pisa, Arezzo, Empoli, Carrarese…” continua l’allenatore 66enne. La realtà, però, è che chi il calcio è abituato a viverlo da dentro non si può accontentare della tribuna o della televisione.
Ne approfitto, ma in realtà non vedo l’ora di tornare al lavoro quotidiano“.

Una positività e una consapevolezza quasi disarmanti, sempre accompagnate da una mentalità ben ferrea. Ambizione e stimoli che vengono coltivati ora più che mai, sempre in attesa di quella chiamata che potrebbe arrivare da un momento all’altro. Ecco, questi sono i valori che ci ha trasmesso Giancarlo Favarin durante la nostra chiacchierata alla scoperta del suo futuro, ma sempre con uno sguardo ben fisso su presente e passato.

“In estate sono stato vicino alle Serie C, adesso aspetto…”

Prato, Tau Altopascio e infine Livorno. Sono state queste le ultime esperienze in ordine cronologico dell’allenatore nativo di Pisa. Dopo la separazione con gli amaranto giunta a gennaio 2024, poi, per Favarin è iniziato un periodo lontano dai campi che continua ancora adesso. Ma le cose potevano andare diversamente.

Quest’estate, in particolare a luglio, ho avuto contatti con alcune squadre di Serie C con cui però non si è concretizzato nulla e che hanno fatto altre scelte – ci svela l’allenatore -. Adesso, invece, c’è stato già qualche timido approccio da realtà di Serie D, quindi ci vorrà magari qualche altra settimana prima di avere possibilità serie“.

Giancarlo Favarin

La volontà di tornare in campo e di lavorare giorno dopo giorno ci sono e sono in cima alla lista. “Va bene veder giocare gli altri, ma poi mi annoio e voglio mettere le mani in pasta. Come purtroppo succede spesso nella vita degli allenatori, adesso sto aspettando l’opportunità giusta. È brutto dirlo ma, quando le cose vanno male, i primi a rimetterci siamo sempre noi. Quindi in questo periodo di transizione aspetto e poi, forse, ci sarà spazio anche per me. È una gogna, purtroppo ci passiamo tutti prima o poi“.

Favarin e l’ambizione: “Non mi manca o non sarei qui”

Ambizione? Come tutti ho ambizioni importanti altrimenti non sarei qui, ma cerco un progetto tranquillo in una qualche società che magari si aspettava di raccogliere di più di quanto in realtà non stia facendo in questo inizio di stagione“. Su quali, però, l’ex Livorno non si sbilancia. “Mi piacerebbe cercare di aiutare squadre che vogliono cercare di rimettere in piedi l’annata, per raggiungere quegli obiettivi che erano stati posti a inizio anno prima di un inizio a rilento“.

Ci sono alcuni club che, secondo me, pensavano di avere una quota punti diversa dopo quattro giornate… devo solamente aspettare ma sono fiducioso. Tra Serie C e D ci sono poche squadre che possono permettersi progetti a lungo termine, però voglio avere il tempo di trasmettere qualcosa di mio ad un’ipotetica squadra“.

“Ci sono piazze che non si rifiutano. Livorno? Secondo me quest’anno vince”

Prima di concludere, poi, abbiamo anche avuto il tempo di ripercorrere alcune delle tappe del percorso trentennale di Giancarlo Favarin. “Ho ottimi ricordi ovunque, ad esempio del mio periodo ad Andria e della vittoria del campionato in un girone che è tuttora difficilissimo. Se accetterei una chiamata dalla Puglia? Piazze come quelle non si possono rifiutare, ma un po’ di pazienza ce l’ho. Non mi voglio sbilanciare, voglio fare una scelta definitiva e farla bene“.

Giancarlo Favarin

E dell’esperienza a Livorno invece? La risposta è chiara e incisiva, senza remore. “Livorno è una piazza intrigante e molto pretenziosa. L’anno scorso secondo il mio parere c’è stata un po’ di fretta a prendere determinate decisioni. Adesso mi sembra siano ripartiti bene e credo possa essere l’anno buono per la promozione. Sembra una di quelle squadre che, quando prende il via, non si ferma più. Di certo non è un campionato semplice considerando anche le altre squadre come Siena e Grosseto, però credo che alla fine saranno gli amaranto a spuntarla“.

Essere più forte degli altri, avere una buona società alle spalle, avere tranquillità e consapevolezza. Sono questi gli ingredienti che, secondo Giancarlo Favarin, portano al successo. “Ho girato un po’ l’Italia su e giù allenando da Venezia ad Andria, passando per Latina. Qualsiasi campionato si vince così e non facendo il passo più lungo della gamba“.

Favarin: “Do sempre il massimo, non vedo l’ora”

Ed è così che la nostra chiacchierata con l’espertissimo allenatore volge al termine. Prima, però, ancora qualche considerazione finale. “Di mio penso di poter dare ancora tanto. A partire dall’esperienza prima da calciatore prima, e nella mia carriera quasi trentennale da allenatore. E poi posso dare tanti stimoli, siccome la cosa che mi piace di più in assoluto è il lavoro sul campo e la voglia di migliorarmi costantemente“.

Finché posso, voglio continuare a fare questo perché è quello che mi piace… altrimenti farei altro.
Con tutta l’umiltà del mondo, penso di avere un buon biglietto da visita, avendo vinto qualche campionato con le mie squadre
“.

Poi, la chiosa, in attesa di vederlo di nuovo in panchina a dirigere le sue squadre. “Ho tanta voglia di distinguermi e di rientrare quanto prima per dare il mio contributo e aiutare la società che crederà in me a raggiungere i propri obiettivi. Che sia la vittoria del campionato o il raggiungimento della salvezza io do sempre il massimo“.