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Fidelis Andria, le parole di Di Benedetto: “Cerco qualcuno che mi affianchi in società”

di benedetto andria manfredonia

Le parole del patron Di Benedetto sulla situazione della Fidelis Andria.

Una stagione cominciata tra l’entusiasmo generale di una piazza che tra grandi colpi di mercato e importanti promesse societarie, ha sin da subito creduto fortemente al salto di categoria.

Poche settimane di euforia per la Fidelis Andria, prima di ricadere in un clima di incertezza in seguito alle dimissioni di uno dei dirigenti storici del club, Lamorte, considerato dalla tifoseria come un filo conduttore tra la società e il tifo biancoazzurro.

La palle è balzata, dunque, in mano al patron Di Benedetto, spesso accusato di non essere stato presente in alcuni momenti clou di questo inizio stagione, specialmente in occasione del sentitissimo derby tra Fidelis Andria e Brindisi di poche settimane fa.

A oggi, quelle di un presunto disimpegno da parte dell’attuale presidente nei confronti della Fidelis, sembrerebbero essere esclusivamente voci di corridoio. Alle 18 di oggi, 26 settembre 2024, Di Benedetto avrà occasione di spiegare, ai microfoni di Teleregione, le prossime mosse per il futuro del club e la propria posizione a riguardo.

fidelis andria di benedetto

Di Benedetto: “Mi sono sentito tradito”

Queste le parole del presidente Di Benedetto: “Faccio una premessa: per diverse volte Pietro Lamorte mi chiesto in passato di entrare nella società, ma avevo sempre rifiutato. Le cose cambiarono quando ci fu la chiamata del sindaco. Il debito della proprietà precedente era di un milione di euro. Io ho comunque accettato per via del blasone della piazza ma comunque volevo la garanzie del sostegno di varie sponsorizzazioni. Non voglio essere esagerato ma probabilmente senza il mio sì probabilmente ora la Fidelis Andria non esisterebbe più. Al momento non si vedono nemmeno l’ombra di nuove sponsorizzazioni ma io il mio impegno non è mai mancato”.

Sulla sua mancanza per qualche giorno al campo: “Fino al 31 Agosto la Fidelis Andria è in regola (fa vedere il documento). Mi sono sentito tradito e per questo non mi sono presentato al campo. Insieme a Lamorte abbiamo fatto la presentazione della stagione e pochi giorni dopo si dimette. Mi sono sentito pugnalato alle spalle e per questo ho preso questa decisione.

Sulle accuse della tifoseria: “Oggi faccio l’appello, fino a oggi la Fidelis ha fatto un campionato dignitoso. La rosa è quella più forte sulla carta e può vincere il campionato. Siamo una squadra fisica e ci vuole del tempo per prendere la forma. Tornando alla città, ad Andria non esiste un imprenditore solido quanto me. Come mai l’amministratore ha dovuto chiedere risorse a persone esterne alla città?”.

Continua Di Benedetto: “Ci siamo sempre impegnati per ridurre i debiti della vecchia proprietà. Vorrei che ci fossero altri imprenditori a sostenere questa squadra ma non vedo nessuno. Noi siamo andati di concessioni dello stadio di domenica in domenica, in queste condizioni non abbiamo mai potuto fare una programmazione seria. L’amministrazione ci ha contattati alla seconda giornata e ci hanno intimati pagare la rata sennò non ci aprivano le porte dello stadio”.

Di Benedetto: “Pagamenti? Ecco cosa posso dire”

Sul suo futuro: “Se ci sono ancora i presupposti continuo, ma se c’è qualcuno che se la sente di affiancarmi sono aperto. Gli esempi del Barletta di qualche anno fa e dell’Altamura è che si può fare qualcosa in più persone. I sacrifici che sto facendo non mi ritorneranno mai indietro. Se c’è qualcuno più bravo di me è ben accolto”.

Sulla questione pagamenti: “I giocatori sono stati tutti pagati fino al 15 ottobre, tranne gli Under”.

Sulla paura della piazza di non continuare il campionato: “Io non scompaio ma in queste ultime settimane sto avendo più preoccupazioni dal calcio che nel mio lavoro effettivo. Sarò presente nella prossima gara comunque. Posso immaginare lo stato d’animo della tifoseria, ma io non ho maschere e se non vengo affiancato da nessuno sarà tutto più difficile”.