Gabrielli, il Cittadella e il calcio nel sangue: “Questo sport è una questione di famiglia”

C’è per chi il calcio è semplicemente una passione, c’è per chi può essere un lavoro e c’è anche per chi invece, è una questione di famiglia. Davide Gabrielli è senza dubbio uno di quest’ultimi. Suo nonno Angelo infatti, nel 1973 ha fondato il Cittadella e da allora il club è stato sempre parte di casa. Nelle cene, nei pranzi, alle feste ogni momento era buono per colorare le conversazioni di indelebili tinte granata. Di fatto, anche Davide, che oggi fa il Direttore Sportivo per la Luparense, ha mosso in questo particolare contesto i primi passi, ereditando una viscerale passione per il pallone.

Da piccolo facevo il raccattapalle al vecchio Tombolato quando la squadra faceva la Serie C-ammette orgoglioso. Era una fatica incredibile anche perché ero l’unico, ma quando sei ragazzino non ti interessa“. D’altronde, come detto, l’amore per questo sport gli scorre nel sangue: “Il calcio è una passione che in casa mia ha accomunato tre generazioni, da mio nonno a me stesso passando, ovviamente, per mio padre e mio zio. A casa parliamo tantissimo di Cittadella“. Ma, nonostante questo, non c’è mai stato un litigio, ci confessa ridendo, anche perché per loro il calcio e il Cittadella vengono prima di qualsiasi cosa. Davide Gabrielli si racconta ai microfoni di Seried24, parlando delle sue radici, del suo percorso e delle sue ambizioni come Direttore Sportivo.

Gabrielli, quando il calcio è una questione di famiglia

C’è molta fierezza e molto orgoglio nella voce di chi, pur essendo nato nel 1990 fa inevitabilmente parte di una storia sportiva e sociale molto più grande. Perché il Cittadella è molto più di semplice club, è la storia di un’intera famiglia: “E’ stato bellissimo crescere in un contesto così quando ero piccolo. Mio nonno ha fondato il Cittadella nel 1973 che poi è passato prima a mio padre, con cui ha ottenuto la prima qualificazione in Serie B, e poi a mio Zio Andrea che reso il club quello che è oggi. Ho avuto la fortuna di aver sempre potuto vivere la squadra da dentro. Entravo negli spogliatoi e potevo stare a contatto con i giocatori. La mia passione per questo sport nasce così”.

Il calcio scorre nelle vene di Davide che però ad un certo punto ha dovuto fare delle scelte diverse, rischiando addirittura di abbandonare il sogno di una vita. “Per tutto quello che ho ottenuto devo ringraziare soprattutto la mia famiglia. Mi ha supportato anche quando ho fatto un salto nel vuoto dicendo di voler vivere solo di calcio. Dopo il mio percorso accademico (mi sono laureato in Economia) ho iniziato a lavorare per una banca. Un giorno però mi sono detto che non sarei voluto arrivare a 40 anni, voltarmi e avere dei rimpianti. Volevo seguire la mia passione: il calcio. Così, da solo, mi sono messo a chiedere in giro e ho ricevuto tantissime porte in faccia fino a che non ho incontrato Antonio Obbedio. Lui, a Renate, mi ha dato una possibilità”.

Luparense, Gabrielli: “Qui ho trovato un bellissimo ambiente”

Ed ora è finalmente arrivata una possibilità e sta per iniziare la sua prima esperienza come Direttore Sportivo. Ad accoglierlo ci sarà la Serie D e la Luparense. Lui non vede l’ora di iniziare, come se aspettasse questo momento da tutta la vita. “A livello personale devo dire di essere veramente molto emozionato. E’ un sogno che si avvera dato che la passione per il calcio ce l’ho dentro da sempre. Sarà una palestra molto formativa e ci tengo veramente molto a far bene“. E nel club del padovano sembra aver trovato un oasi perfetta: “La mia idea di calcio sarà molto in linea con le esperienze che ho avuto a Renate e in Cittadella. Voglio portare avanti un progetto basato sui giovani, senza però rinunciare all’ambizione di raggiungere traguardi importanti. Sono una società seria e il Presidente è un visionario. Ha deciso di sposare questa ‘linea giovani’ prendendo un DS alle prime armi come me. Per questo devo solo ringraziarlo“.

Si dimostra subito molto sicuro e deciso nel voler mettere in chiaro una cosa: “La Luparense è la Luparense e il Cittadella è il Cittadella“. Quest’avventura, Davide Gabrielli, vuole portarla avanti da solo ma poi aggiunge: “Questi due club sono sempre stati in buoni rapporti e il mio arrivo non cambierà in nessun modo questa cosa“. Ammette di ispirarsi a due Direttori che per lui sono stati dei veri e propri maestri: Stefano Marchetti e Antonio Obbedio. Da questi, ci confessa, ha imparato davvero tantissimo: “Conoscono ogni tipo di giocatore, quando le loro squadre non giocano vanno a vedere le Primavere, o partite di altre categorie. Conoscono qualsiasi tipo di giocatore. Ecco il Direttore che vorrei diventare”.

Appassionato, determinato ma soprattutto tanto ambizioso come quando ci avverte: “Io voglio arrivare in Serie A e perché no, anche con la Luparense. Non ho l’obiettivo, per forza, di tornare a Cittadella. Se inizio un progetto è perché voglio raggiungere il massimo livello possibile. Ci credo”. D’altronde quando il calcio ce l’hai nel sangue, sognare diventa anche più semplice.

A cura di Edoardo Gregori

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