Il tribunale federale territoriale ha espresso, dopo un anno di indagini approfondite, la propria sentenza circa gli spiacevoli eventi che hanno avuto come protagonista Paola Vella, all’epoca dei fatti presidente del Gallipoli Football Club 1909. Lo scorso 20 febbraio, durante una gara del campionato di Eccellenza pugliese, la donna era stata vittima di cori sessisti e misogini da parte dei rivali concittadini. I tifosi dell’ ASDGallipoli infatti, avevano citato più volte il nome della Vella, sia nei loro cori che sugli striscioni. Il caso aveva fatto il giro d’Italia, provocando reazioni sia all’interno che all’esterno del mondo del calcio.
Lo scorso ottobre poi sono arrivate le prime novità. Il Questore di Lecce Andrea Valentino, ha emesso otto daspo per altrettanti ultras gallipolini, all’epoca dei fatti immediatamente identificati e denunciati. Ma oggi si è scritta un’altra pagina di questa spiacevole vicenda. Come detto, il TFR, dopo mesi di indagini, ha emesso una nuova sentenza; questa volta nei confronti della società pugliese. Il verdetto, che non trova precedenti nella storia della giustizia sportiva, ha previsto oltra ad una multa da 1000 euro, la chiusura dell’intero stadio per 3 gare ufficiali. Le gare interne dell’asd Gallipoli saranno pertanto giocate in campo neutro.
Come pronosticabile, la notizia, ha scatenato reazioni differenti. Il club salentino ritiene che la decisione del giudice sia stata “una sentenza oltremodo pesante” mentre la donna, vittima dei deprecabili insulti, condanna duramente la reazione del club Gallipolino.
Ovviamente, una delle prime persone a commentare la vicenda non poteva che essere la diretta interessata. Paola Vella infatti, a poche ore dalla sentenza del giudice, ha voluto esprimere così la reazione dell’asd Città di Gallipoli. “E’ veramente incredibile– si legge nel comunicato– come un fatto accaduto nel febbraio 2022 con conseguenze mediatiche a dir poco mortificanti ad oggi venga considerato, dalla Società ASD CITTA’ DI GALLIPOLI un “fulmine a ciel sereno. Mi risulta improbabile, se non fuori luogo, far credere ai propri sostenitori che non ne fossero a conoscenza delle conseguenze che inevitabilmente sarebbero susseguite ad una Responsabilità oggettiva sulla vicenda”.
Vella si è lamentata dunque delle modalità con le quali, la società leccese, avrebbe accolto la decisione del tribunale federale. E prosegue accusando la stessa di mancanza di collaborazione e solidarietà dopo le violenze perpetuate da alcuni membri della propria tifoseria. “Non solo non è stato rimosso uno striscione (che non sarebbe mai dovuto entrare nell’impianto) da nessuno elemento della stessa società ma non è stata mai presa alcuna distanza da tale avvenimento. Tantomeno nulla è stato fatto per sedare i caldi animi di coloro che evidentemente, hanno visto nella mia persona la causa dei loro malesseri Gallipolini“.
Tra le critiche mosse dalla Vella nel comunicato, anche quella di non aver mai voluto collaborare alla ricerca di un compromesso e di aver, anzi, fatto di tutto per alimentare disinformazione e incertezza. Si legge infatti nel testo: “Sono stanca di assistere da mesi ormai al gioco della confusione. Alla strategia dell’ignoranza in materia di taluni. E’ evidente che in un qualche modo mi si vuole far passare per colei che distrugge, che vuole rovinare un giocattolo creato e costruito magistralmente per destabilizzare e distruggere. Sta di fatto che da parte mia non ci sarà nessun passo indietro nel rispetto della mia stessa persona la quale, a più battute, ha cercato sempre un accordo o un compromesso di piacevole convivenza“.
La vicenda, come detto in apertura, ha superato i confini del campo ed ha preso pieghe sempre meno lusinghiere. Molti si sono sentiti in dovere di commentare ed esprimere un giudizio. Proprio riguardo la gogna mediatica a cui è stata sottoposta, la donna fa sapere che intende intraprendere azioni legali nei confronti di coloro che, sui social, hanno continuato ad insultarla.
“L’unico vero errore-afferma- è offendere la PERSONA, a prescindere dal sesso o dal colore della pelle. L’unica vera vittima sono io che continuo ad assistere a commenti inopportuni e a offese sui social per le quali intendo intraprendere immediati provvedimenti“. E conclude dicendo: “Aggiungo per i malpensanti che avrei certamente spento i Fari della Vergogna mediatica (non mia). Mi vedo però costretta, per l’ennesima volta, a smentire le facili illazioni dietro al mio nome. Soprattutto nel rispetto della mia stessa famiglia. Lo sport, il calcio, non è questo! Lo sport è educazione, rispetto e aggregazione“.
Le accuse pesanti mosse dall’ex Presidente del Gallipoli Football Club sono rivolte principalmente al comunicato, pubblicato dal club leccese poco dopo l’ufficialità della sentenza. Questo infatti recita così: “Con immenso dispiacere, attraverso una testata giornalistica locale, abbiamo appreso quella che è stata la sentenza del Tribunale Federale Territoriale. Una sentenza oltremodo pesante, che francamente facciamo fatica a comprendere ed accettare. Colpisce in maniera violenta una società che da due anni e mezzo, con grandi sacrifici e programmazione lavora per portare in alto il nome di Gallipoli”.
Ma non solo, nel comunicato annunciano che la questione giudiziaria non è di certo conclusa. “Convinti della nostra etica morale– si legge- e guidati dai nostri sani e leali valori, ci difenderemo in tutte le sedi opportune. Per tutelare e difendere il nome della nostra società e dell’intera Città. A chi da mesi lavora per distruggere il nostro progetto ed infangare il nostro nome, diciamo solo, che noi, come sempre fatto fino ad oggi, continueremo ad andare avanti per la nostra umile strada e per il bene della nostra amata Gallipoli“.