La Gelbison si sposta da Agropoli a Santa Maria di Castellabate. Lo ha annunciato il presidente Maurizio Puglisi nel corso di un’intervista alla televisione locale Set TV. Il massimo dirigente della società campana, inoltre, ha parlato a lungo della situazione dello stadio ‘Morra’ di Vallo della Lucania e del rapporto con l’amministrazione comunale di Valle della Lucania.
“Abbiamo lasciato Agropoli – spiega Puglisi a Set TV – perché non c’è rispetto delle persone. Non c’è un interlocutore valido: Nicola Volpe è il presidente, ma non si sa realmente con chi bisogna parlare. Quando c’era Infante, imprenditore serio, si andava avanti. Il Comune ha dato in gestione lo stadio all’Agropoli senza un avviso. Abbiamo fatto un incontro per metterci d’accordo sulle spese e sulle situazioni, dato che fino ad oggi solo nel 2003 abbiamo speso 50 mila euro per la manutenzione.
Per non aver aspettato la crescita dell’erba con la terza trasemina, sono andati in fumo 7 mila euro. Siamo andati a giocare ad Angri per due partite proprio per non distruggere il campo. Ci siamo sempre sentiti secondi all’Agropoli, pur rispettando gli agropolesi e la società. Abbiamo pagato tutto noi e ci hanno trattato male. Si tratta di una terra di nessuno: non c’è un custode, ognuno può entrare liberamente allo stadio. Cosa spendo a fare dei soldi se non c’è organizzazione? Ora andiamo a giocare a Santa Maria di Castellabate: ora ci pensi Agropoli a sistemare il suo stadio. Abbiamo avuto la disponibilità del presidente Tavassi grazie ai rapporti coltivati nel tempo”.
Nella prima parte dell’intervista Puglisi ha sottolineato le criticità relative alla ristrutturazione dello stadio ‘Morra’ e sui rapporti con l’amministrazione comunale. “Abbiamo 18 squadre – ha detto il presidente della Gelbison – ma a Vallo della Lucania non c’è un campo di calcio a 11. La politica sullo sport è dormiente e ci sono problemi oggettivi. Vorrei essere informato e collaborare. Vorrei essere coinvolto per sapere quando sarà disponibile lo stadio Morra e quale strada si deve percorrere. Il ‘Morra’ è praticamente chiuso, ma le squadre giovanili ci si allenano. Tra un mese partirà l’appalto dei lavori e dobbiamo trovare una sistemazione.
“Non voglio restare da solo – prosegue Puglisi – e chiedo l’appoggio della politica per trovare una soluzione: un sindaco che chiede a un altro sindaco se possiamo giocare nella loro città. Finora mi sono trovato da solo a trattare con i primi cittadini di Picerno, Agropoli e Pagani. Ci vuole un interesse e un affiancamento maggiore. Si tende ad isolarsi, e l’isolamento porta alla scomparsa“.
“Per giocare tre anni al Morra – chiarisce il presidente della Gelbison – abbiamo speso sui 50 mila euro di spese varie, tra cui la manutenzione. In Serie C ci siamo dovuti spostare, perché il nostro stadio era inadatto alla terza serie. Si è sperato nella politica, che si attivasse in maniera sinergica. Invece stiamo assistendo a una diatriba di scontro politico, con dinamiche incomprensibili. La Gelbison vuole il campo e vuole collaborare
E’ stato detto che è a disposizione un milione e mezzo di euro per il ‘Morra’. Sarà ristrutturato per la Serie D o per la Serie C? Alla base di ciò ci sono le ambizioni della Gelbison: mantengo la categoria con dignità, attendendo i tempi della politica per fare uno stadio di terza serie a Vallo della Lucania. Sto investendo di più nel settore giovanile e nel calcio femminile, per questo ho bisogno di programmazione”.
L’obiettivo di Puglisi è molto più ambizioso. “La missione principale – spiega il presidente della Gelbison – non è quella di andare in Serie C o di vincere, ma quella di aggregare. Vogliamo trasmettere i valori delle emozioni, dello stare insieme, di gioire e soffrire. La casacca della Gelbison la sento cucita sulla mia pelle perché io vivo di questa società. In questi ultimi 35 anni sono stato sempre presente nei momenti difficili della società. Ho sempre dato il mio contributo anche quando non ero protagonista in prima persona. La gente deve portare rispetto per la mia passione verso la squadra e verso la città”.
“Il territorio è diviso – incalza Puglisi -. Ancora c’è un campanilismo cieco, che non vedono che gli altri territori possono depredare il nostro Cilento e dividerlo. C’era la necessità per Vallo della Lucania di una spinta decisiva per recitare il ruolo che ha avuto nel territorio. Dietro alla Gelbison c’è tanto sacrificio, lavoro ed entusiasmo, oltre al lavoro incessante 24 ore su 24. L’ambiente non riesce a recepire. Alcuni disfattisti non riescono a trovare un ruolo positivo per sé stessi in una cosa così bella e cercano di strumentalizzarla”.
“Una parte dei vallesi – aggiunge – mi accusa di voler portare la Gelbison da un’altra parte. Per tre anni non ho fatto problemi di campi o di situazioni, però non sono mai stato coinvolto nella fase di progettazione. Il sindaco dovrebbe chiedere di non fare polemiche inutili e annunciare che il presidente ha un progetto ambizioso per Vallo della Lucania. Può essere un segnale di unità: il silenzio da parte della politica autorizza altri a diffondere cose non veritiere”.