“Vincere il campionato con questa maglia, dopo 200 presenze in quasi sette anni, sarebbe stupendo. Sarebbe una bella storia da raccontare”, esordisce così Bernardino D’Agostino, portiere classe ’93 della Gelbison. L’amore e l’affetto che prova verso questi colori, si percepiscono dalla voce e dalle parole che usa per descrivere questa sua lunga avventura, non ancora terminata e con un capitolo importante da scrivere. Arrivato a Vallo della Lucania quasi per caso, oggi D’Agostino ha trovato nella Gelbison una nuova casa e una nuova famiglia. Dai primi anni (bui) ai playoff dello scorso anno, Bernardino D’Agostino si racconta a seried24.com.
Considerato dagli addetti ai lavori uno dei migliori portieri della categoria, D’Agostino è in realtà arrivato alla Gelbison quasi per caso in uno dei peggiori momenti della sua carriera. “Sono arrivato a Vallo durante un periodo buio della mia carriera. Venivo da tre anni di Lega Pro e per sei mesi sono rimasto senza squadra: sai com’è, quando non sei più under o vai in C o scendi in Eccellenza. Mi si è aperta la porta Gelbison e l’ho colta subito”, spiega il portiere campano.
Da lì comincia un’ascesa in Serie D che lo porta a essere uno dei migliori, attirando anche l’attenzione di società importanti e di categoria superiore. “Quell’anno non abbiamo fatto benissimo, vincendo i playout fuoricasa a Leonforte, ma già la stagione successiva ho avuto delle offerte importanti. Sono rimasto perché volevo dare continuità a questa avventura. Con il tempo mi sono affezionato alla città, alla gente, mi sento a casa. Essere apprezzato come persona e come portiere non capita tutti i giorni. E poi con la nuova società e con la programmazione è andata sempre meglio”.
200 presenze con la stessa maglia festeggiate nella sfida in casa contro il Sant’Agata, un motivo d’orgoglio per D’Agostino anche per il ruolo particolare che ricopre. “Trovare una squadra di vertice in Serie D che gioca con il portiere over non è semplice, ecco perché sono anche orgoglioso delle 200 presenze, hanno più valore. Per me il portiere, che sia under oppure over, deve essere forte: per esempio, la Cavese ha Anatrella che è un under, ma è forte ed è giusto che giochi lui. Siamo l’unica squadra che lotta per vincere a giocare con un ‘grande’ in porta, questo per me vuol dire tanto”.
Un obiettivo che pare sempre più vicino, ma D’Agostino non vuole ancora parlare del suo eventuale futuro in C con i colori che indossa da sette anni, anche se ammette: “Sarebbe bellissimo. Giocare la Serie C con la Gelbison darebbe valore a tutti questi anni con questa maglia, in cui mi sono precluso probabilmente una carriera migliore. Il fatto che io sia qui da tempo, indossi questa maglia da tanto, il percorso che c’è dietro, mi dà quella fame in più per raggiungere l’obiettivo”, ha dichiarato D’Agostino. “Voglio vincere qui, poi vedremo se la storia si chiuderà con un lieto fine o continuerà, ma prima vinciamo. Già vivere queste emozioni, portando tanta gente a Cava perché ci credono, quello già per noi e per la società è una soddisfazione”.
In tanti anni non sono mancati i momenti belli, ma anche quelli brutti: “Il momento più bello è quello che sto vivendo adesso, ma includo anche lo scorso anno. Abbiamo toccato l’apice con questa maglia, giocando una finale playoff. Spero però di cambiare quest’anno, vincendo il campionato“, spiega D’Agostino. “Come momento più brutto scelgo l’anno in cui ci siamo salvati all’ultima giornata per caso, grazie a un risultato in trasferta del Nardò. Sicuramente anche l’anno dei playout, ma poi quella stagione si è conclusa bene con la vittoria a Leonforte”.
Nell’ultima giornata, la Gelbison ha ottenuto un buon pareggio in casa della Cavese seconda in classifica e adesso a due punti di distacco (con una partita in più), ma D’Agostino non è soddisfatto. “È un bel risultato, ma non sono contentissimo onestamente, perché meritavamo di più. Abbiamo dominato, con 5-6 palle gol nitide. Il fatto di essere andati a Cava, in casa di una squadra così importante a proporre gioco e creare così tanto, è motivo di orgoglio per tutti noi: per questo abbiamo festeggiato con i nostri tifosi a fine partita. Acireale? Sfida fondamentale sicuramente, ma intanto pensiamo al Cittanova che è la prossima. Siamo abituati a pensare partita dopo partita”.
Miglior difesa del torneo, ma non solo: la Gelbison sta lottando al vertice grazie a un’ottima programmazione negli anni, come spiega Bernardino D’Agostino. “La programmazione della società ci ha permesso di crescere anno dopo anno. La scorsa stagione abbiamo fatto il record di punti, giocato una finale playoff e siamo arrivati terzi: quest’anno c’è l’obiettivo di vincere, anche se non dichiarato da subito“, spiega il portiere della Gelbison. “Sicuramente il gruppo che si è creato – grazie al grande lavoro dell’allenatore e dello staff – è importante. Siamo in trenta e c’è chi gioca meno, non era semplice creare un gruppo così. Oltre alle dote tecniche, quelle umane sono alla base del nostro successo“.
“Siamo la miglior difesa e ciò vuol dire tanto, perché una squadra che concede così poco alle avversarie vuol dire che è forte. Non dimentichiamo però che siamo anche il miglior attacco: i numeri parlano da soli, dietro a questi ci sono tanti sacrifici e tanto lavoro”.
Nessun numero uno in particolare come idolo. O meglio, tanti negli anni, con qualche nome “a sorpresa”. “Non ho un idolo, ma rimango al passo con i tempi: ho apprezzato tanto Buffon e Julio Cesar, mentre adesso mi piace Alisson. I portieri a cui mi ispiro sono però quelli con cui ho giocato: Gragnaniello, Fumagalli, Pettinari, tutta gente che ho vissuto davvero, che ha giocato in C e in B: mi stimolavano a crescere sempre di più”. Poi anche un pensiero al futuro, ma non troppo. “Non ho ancora pensato al mio futuro, mi sento nel pieno della mia carriera e nel mio miglior momento (ride, ndr). Sicuramente rimanere nel mondo del calcio mi piacerebbe, è una passione troppo forte che ho, soprattutto per questo ruolo”.
In conclusione, D’Agostino esprime la sua anche sullo stop al campionato di Serie D a partire dal 27 aprile, che permetterà alle squadre di recuperare le partite rinviate. “Quando si ha a che fare con il Covid molte squadre vanno in difficoltà a livello numerico. Giusto fermarsi perché siamo in un punto del campionato in cui chiunque inizia a fare calcoli. Corretto che le ultime quattro giornate si giochino con lo stesso numero di partite. Spero però non si finisca a luglio come lo scorso anno (ride, ndr)”.
Umiltà, fame e voglia di arrivare nonostante le difficoltà e i momenti difficili. È tutto ciò che traspare alla fine dell’intervista e che porta D’Agostino a essere considerato uno dei migliori della categoria. Adesso però non basta: a 29 anni vuole il definitivo salto di qualità, arrivando tra i professionisti con quella maglia che ormai sente cucita addosso, con e per quella gente che dal primo momento lo ha fatto sentire a casa.
A cura di Domenico Cannizzaro
Photo Credits: G. Palladino