Dalla provincia, inseguendo un sogno. Giannichedda: “Vi racconto la mia ‘giovane Italia’”

Partire da un paesino come Castrocielo, in provincia di Frosinone, e arrivare in Serie A penso sia il sogno di ogni bambino che gioca a calcio tra vicoli e le piazze”. Quante volte è capitato di calciare un pallone, chiudere per un attimo gli occhi, e immaginarti di segnare il gol decisivo nella partita più importante della vita in una squadra costellata da campioni. Per Giuliano Giannichedda il sogno è diventato realtà.

Una carriera costruita giorno dopo giorno, sfruttando al meglio ogni opportunità: abnegazione e voglia di migliorarsi, questo il leitmotiv che, l’ex centrocampista, oggi cerca di trasmettere ai giovani prospetti del calcio dilettantistico italiano, in qualità di allenatore della Rappresentativa Nazionale Serie D che parteciperà alla settantatreesima edizione del Torneo di Viareggio.

Giuliano Giannichedda, allenatore Rappresentativa Nazionale Serie D (fonte: Facebook “Lega Nazionale Dilettanti”)

Ho avuto la fortuna di avere degli insegnanti di vita, oltre che di calcio. Sono stato davvero fortunato, posso solo dire grazie”. Dal campo alla panchina, Giannichedda sa cosa significa scalare le tappe nel mondo del calcio. Dal Sora alla chiamata della Juventus, passando per il riavvicinamento nel “suo” territorio ciociaro con la maglia biancoceleste. Il classe 1974 si racconta, in esclusiva ai nostri microfoni.

Viareggio Cup, come affrontare questa esperienza

Ancora questione di pochi giorni e la Rappresentativa Nazionale Serie D farà il suo esordio nella Viareggio Cup, manifestazione giunta alla settantatreesima edizione.

“Prima di tutto l’obiettivo è quello di far crescere i ragazzi che vi partecipano cosicché loro possano mettersi in mostra. In secondo luogo vogliamo andare avanti il più possibile così da far disputare più partite possibili ai nostri giovani”. Giannichedda siederà sulla panchina per il quarto anno consecutivo. “Ogni gara per loro rappresenta un’occasione unica: è un modo per far parlare di sé, affinché possano essere poi attenzionati dai club professionistici. Nostro motivo di orgoglio è di vedere questi ragazzi che l’anno successivo vanno a giocare nelle squadre più importanti e di livello.

Giuliano Giannichedda, allenatore Rappresentativa Nazionale Serie D (fonte: Facebook “Lega Nazionale Dilettanti”)

Noi abbiamo una rete importantissima di scouting, merito della Lega che ogni weekend ci mette a disposizione tanti osservatori sui campi di tutta Italia. Ogni anno cominciamo con le varie selezioni fino ad arrivare a quella finale. Le squadre sono molte nei dilettanti, il nostro obiettivo è quello di andare a scovare i migliori.

Rappresentativa Serie D, come sfruttare al meglio questo palcoscenico per il proseguo della propria carriera

Una vetrina, in questo caso la Rappresentativa, che se sfruttata al meglio può cambiare le sorti, in positivo, di una carriera.

“Gli anni precedenti già qualcuno ha fatto il salto di qualità. Quest’anno abbiamo ottimi elementi: se durante il torneo riescono ad esprimere il loro talento, possono fare il salto di categoria il prossimo anno. Da qui a parlare di Serie A lo scalino sembra piccolo, in realtà è gigantesco. Va dato merito a questi ragazzi che hanno voglia di imparare e affrontano ogni impegno con la massima serietà. Questo significa che anche le loro società stanno lavorando bene. Bisogna avere la voglia di mettersi in discussione, di migliorarsi ogni giorno e rimanere umili: solo così si possono raggiungere grandi livelli”. Poi, la rivelazione. “Non faccio mai nomi perché a me piace parlare del gruppo ma ce ne sono due su tutti che secondo me possono fare il salto di categoria.

LND

Giannichedda: “Sei squadre italiane nelle competizioni europee? Ecco cosa stanno dimostrando le nostre società…”

Chi lo avrebbe mai pensato che, a poco più di un anno dall’ennesima disfatta mondiale, il campionato italiano avrebbe fatto la voce grossa in Europa. In Champions, come in UEL e in Conference, il nostro tricolore domina i tabelloni finali, spodestando le potenze inglesi e spagnole.

“Se devo essere sincero non me lo aspettavo, però si tratta di squadre attrezzate che lavorano molto bene. Il merito va alle società che grazie alle loro idee propongono un calcio diverso e propositivo: questa è la dimostrazione che noi il calcio lo sappiamo praticare. Dove non arrivano gli investimenti, ecco che sfruttiamo le nostre conoscenze e capacità, ma dobbiamo credere di più nei giovani. I calciatori italiani nei top club del nostro campionato si contano sulle dita di una mano”.

L’esperienza con il Sora

Da una promozione all’altra – Giuliano Gianniccheda vinse con la maglia del Sora il primo trofeo da calciatore professionista. Un filo rosso che lega la stagione 1993/94 con quella odierna: la vittoria. Quest’anno infatti, il club laziale ha vinto con ben dieci turni d’anticipo il campionato di Eccellenza.

“Il ricordo con loro è ottimo, devo tantissimo all’ambiente, all’allenatore Di Pucchio e al presidente. Loro mi hanno permesso di cominciare una carriera che poi si è conclusa per mia fortuna in serie A. Ho fatto i miei complimenti personalmente a tutta la società e ai giocatori del club perché hanno fatto qualcosa di straordinario.

Giuliano Giannichedda, ex centrocampista del Sora (1992-1995)

Noi vincemmo il campionato di Serie C2, ci fu una grandissima manifestazione in città. Festeggiare con i propri tifosi è sempre la cosa più bella che c’è. Sono veramente contento che il club abbia vinto il campionato. Spero che il prossimo anno possano costruire una squadra competitiva per tornare il prima possibile nel professionismo.

Gli esordi non si scordano mai, soprattutto quello in Serie A

Esordire nel massimo campionato contro il Cagliari di Trapattoni è stata un’emozione grandissima. Mi porto dietro emozioni indescrivibili, sono sensazioni che provi ma che fai fatica a spiegare. Gli esordi non si scordano mai. Ringrazio il club perchè ho vissuto stagioni incredibili. Con Zaccheroni – al quale faccio gli auguri di una pronta guarigione – e Guidolin abbiamo partecipato alla Coppa Uefa”.

Giuliano Giannichedda, ex centrocampista dell’Udinese (1995-2001)

Giannichedda: “Alla Lazio ho trascorso quattro anni eccezionali”

“La Lazio ha rappresentato uno step molto importante per la mia carriera. Scendevamo in campo per lottare per lo scudetto. Ho avuto l’occasione di esordire in Champions League. Sono stati quattro anni eccezionali.

“La Juve è sempre la Juve. Rimanere in Serie B è stata una scelta semplice”

Una carriera a tinte, quasi sempre, bianconere. Fino ad arrivare a quella più prestigiosa: la maglia della Juventus, una chiamata che Giannichedda non potrà mai scordare.

“Il rispetto dei tifosi si guadagna, anzitutto, con le prestazioni. Dare tutto per la squadra in cui giochi significa ripagare la fiducia dei propri tifosi. Personalmente, li devo ringraziare perchè mi sono sempre stati vicini”. Poi, la retrocessione in B e il motivo per cui lui ha scelto di sposare il progetto. “Pochi mesi prima vinciamo lo scudetto e cerchiamo di arrivare fino in fondo in Champions League: l’anno dopo, invece, ti ritrovi in Serie B. É stata dura a livello mentale. Facemmo una riunione interna e quando vidi che gente come Del Piero, Nedved e Buffon scelsero di rimanere con noi, la mia decisione fu davvero semplice e chiara fin da subito. Non avevo più dubbi. La Juve è sempre la Juve.

Giuliano Giannichedda, ex centrocampista (fonte: gianlucadimarzio.com)

Il ruolo del campione dentro e fuori dal campo…

Icone, leggende, fuoriclasse: chiamatele come preferite. Squadra che vai campioni che trovi: esempi da seguire. Chi solo in televisione o alla playstation: molti altri invece, come Giannichedda, hanno avuto la fortuna di vivere a pieno personalità che vanno ben oltre l’aspetto sportivo.

Questi campioni sono definiti tali proprio perchè lo sono anche fuori dal campo e per la dedizione e la passione in quello che si fa. Se segui il loro esempio puoi imparare sempre qualcosa di nuovo. Automaticamente senti il dovere di volerti migliorare sempre di più per cercare di percorrere le loro orme. Personalmente mi ritengo davvero fortunato.

Anche gli allenatori che ho avuto sono stati, a loro modo, dei campioni. Zaccheroni e Spalletti sono stati degli ottimi insegnanti di calcio. Così come lo sono stati Capello, Mancini e Zoff per quanto riguarda la gestione del gioco”.

…e l’elogio a Luciano Spalletti

“Per come lo conosco io, quello di quest’anno rappresenterebbe il giusto riconoscimento, anche se me lo sarei aspettato prima. Le squadre di Spalletti hanno sempre giocato un calcio meraviglioso.

Luciano Spalletti, allenatore del Napoli (fonte: gianlucadimarzio.com)

Forse, ha avuto la “sfortuna” che ogni volta che cercava di vincere ha trovato sempre una squadra che ha sempre fatto più punti di lui. Nonostante ciò, Luciano è veramente un maestro. Merita di essere ricordato per il suo gioco“.

“L’ambizione fa parte di ognuno di noi: un sogno si trasforma in obiettivo”. Una vita da mediano, ora al servizio dei giovani: questa è la carriera e l’esperienza di vita raccontata da Giuliano Giannichedda.

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Lorenzo Bloise