Giovanni Cavallaro: “Vivo di calcio, non vedo l’ora di ricominciare. Gallipoli? Ancora non so i motivi dell’esonero”
L’intervista di SerieD24.com a Giovanni Cavallaro, ex allenatore di Nocerina e Gallipoli
“Sono passionale, sono un lavoratore, mi piacciono le cose difficili.” Un passato da calciatore, un presente da allenatore che ama e cerca le sfide. Giovanni Cavallaro ha l’indole sfrontata di un lottatore, uno che non molla mai, neanche nelle situazioni più disperate.
Tutto questo si riflette nella sua mentalità, fatta di umiltà, coraggio, e dedizione per il suo lavoro. L’ex allenatore di Nocerina e Gallipoli sa benissimo quante insidie possa nascondere questo mestiere, ma lo ama senza freni né rimorsi, con una passione che lo spinge a migliorarsi giorno dopo giorno.
Negli ultimi anni Cavallaro si è preso carico di situazioni tutt’altro che serene. Prima, con la sua Nocerina (di cui è il marcatore più prolifico con 62 reti in 174 presenze ), in cui in tre anni – compreso quello del Covid- ha centrato una salvezza e due qualificazioni consecutive ai play off. Poi, l’ultima chiamata a Gallipoli, una vera e propria sfida che non tutti avrebbero accettato, terminata con uno dei finali più amari di sempre.
L’allenatore palermitano si racconta così ai microfoni di SerieD24.com, analizzando le sue esperienze professionali, i suoi metodi di lavoro, e la voglia di ricominciare ad assaporare il campo il prima possibile.
Cavallaro: “Mi dispiace aver finito così a Gallipoli. Purtroppo qualcuno voleva fare l’eroe.”
Siamo a novembre del 2023. Il Gallipoli si trova al terz’ultimo posto del girone H con 9 punti totalizzati in 11 partite, in piena zona retrocessione. Probabilmente nessuno avrebbe accettato di assumersi le responsabilità di una squadra in queste condizioni. Nessuno, avrebbe detto di si a questo incarico. Nessuno, tranne Giovanni Cavallaro: “Mi piacciono le sfide. Quando ho ricevuto la chiamata del Gallipoli non ho esitato ad accettare e mi sono buttato dentro a capofitto. Se avessimo raggiunto l’obiettivo salvezza sarebbe stata una vera impresa. Quando arrivai in Salento trovai una situazione molto particolare, un caos totale direi. Giocatori che se ne stavano andando, una rosa molto ridotta e una posizione in classifica disastrosa. Dovevo risistemare tutto“.
Da quando Cavallaro si siede sulla panchina del Gallipoli, la squadra si risolleva: 22 punti nelle successive 17 partite e una media punti di 0,5 alzata ad 1,20. L’allenatore palermitano conduce i salentini dall’ultimo al sest’ultimo posto in classifica a meno uno dalla zona salvezza. Una vera e propria impresa. Poi, come un fulmine a ciel sereno, arriva l’esonero: “Nessuno si sarebbe aspettato che saremmo arrivati a sei giornate dalla fine a un punto dalla salvezza. Avevamo fatto un grosso lavoro, è stato un peccato finirla in quel modo. Purtroppo, nel calcio queste cose succedono. Ancora oggi non so i reali motivi del mio esonero. Mi è stato comunicato e basta. Vorrei tanto saperli. Non è possibile fossero di natura tecnica, avendo fatto un grande lavoro con una situazione che quando sono arrivato era allo sbando. E questo era agli occhi di tutti. Si vede che qualcuno ha voluto che io andassi via perché voleva fare l’eroe di Gallipoli, ma si è fatto i conti sbagliati. “
“Mi sono innamorato di Gallipoli. La città non meritava di retrocedere, ancora non me ne capacito”
Mentre ci addentriamo sempre di più nella nostra chiacchierata, Cavallaro non nasconde l’immenso legame con la Puglia, in particolare per la sua incredibile esperienza da calciatore a Foggia, e soprattutto per la città di Gallipoli, esternando il suo dispiacere per non essere riuscito a salvare quella piazza che gli è entrata nel cuore: “Sono orgoglioso di quello che ho fatto con i giallorossi perché mi ha spinto a migliorarmi. Però non meritavo questo finale. Se l’allenatore prende in mano una squadra che è ultima in classifica, con un organico in cui la maggior parte dei giocatori aveva giocato solo in Eccellenza fino a quel momento e la conduce sest’ultima a un punto dalla salvezza diretta non si può mandare via, è impossibile. Il calcio presenta tante insidie, bisogna stare con le persone giuste e non sempre è facile trovarle. Non lo dico con presunzione, ma se fossi rimasto io, con il legame che avevo instaurato con la squadra e per quello che mi stavano dando, la possibilità della salvezza sarebbe stata maggiore”.
Cavallaro, poi, chiude l’argomento Gallipoli così, con tutto l’amore che porta dentro: “Sono venuto a Gallipoli per salvarlo. Avevo riacceso la speranza di un’intera piazza. Mi dispiace non aver potuto regalare questa salvezza a questa città stupenda di cui sono innamorato.”
Cavallaro: “A Nocera anni fantastici. Girone H? Ecco le mie favorite”
C’è un’altra piazza che è rimasta nel cuore dell’allenatore palermitano: Nocera. Sulla panchina molossa Cavallaro trascorre 3 anni, in cui raggiunge un’insperata salvezza il primo anno e poi per due volte i play off in serie D, durante l’anno del Covid, nel campionato 2020/2021: “A Nocera ho passato anni bellissimi. Nonostante non ci fosse una situazione idilliaca con tanti problemi legati a investimenti bassi, grazie all’organico allestito dal direttore sportivo Bolzan, con lavoro, impegno e professionalità siamo riusciti a fare qualcosa di straordinario. La forza della Nocerina è il pubblico, lo ricordo con grande amore, ogni partita era una bolgia. L’ultima partita di campionato contro la Fidelis Andria l’ha dimostrato.”
A proposito di girone H, ecco cosa ne pensa Cavallaro, che ci svela le sue squadra favorite per la promozione in Serie C: “Credo che come al solito il girone H sia una dei più competitivi quest’anno. La squadra che mi ha colpito di più? La Virtus Francavilla. Hanno una grandissima società alle spalle, colgo l’occasione per fare i complimenti al direttore sportivo Montervino e anche all’allenatore Ciro Ginestra. Hanno cotruito un organico fantastico, forte ed equilibrato. Possono raggiungere grandi cose quest’anno. Anche la Nocerina mi sta entusiasmando, sta facendo molto bene come d’altronde anche il Casarano. Anche se nelle prime partite ancora devono trovare la giusta continuità i rossoazzurri hanno l’organico più competitivo del girone h e alla lunga uscirà fuori”.
“Futuro? Ho avuto qualche incontro con qualche società che non si è concretizzato”
Sul suo futuro, infine Giovanni Cavallaro non ha dubbi: “Cosa mi aspetto dal futuro? Ho avuto qualche incontro con qualche società che non si è concretizzato. Io sono passionale, sono un lavoratore, mi piacciono le sfide. Credo nel lavoro, mi piace mettermi in discussione. Amo dare il massimo e pretendere il massimo dai miei giocatori. Non vedo l’ora di tornare ad allenare. Ho un passione immensa per questo sport, vivo di calcio. Io sono qua che aspetto una chiamata, non è facile perché siamo in tanti allenatori in giro, ma io sono pronto e so di poter fare bene. Non vedo l’ora di ricominciare“.