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Squalifica di 18 mesi, la replica di Gomis: “I fatti non sono andati così”

Lys Gomis

Ha fatto molto rumore la squalifica di diciotto mesi comminata a Lys Gomis, portiere del Genola. Il referto arbitrale parla chiaro: aggressione all’arbitro che è stato costretto a chiamare anche una volante dei carabinieri per denunciare l’accaduto. Discorso chiuso, quindi? Assolutamente no, perché l’ex Torino non ci sta: “Non è affatto andata così”. In esclusiva per SerieD24, Gomis ha voluto infatti fare chiarezza sull’episodio, per eliminare ogni possibile equivoco.

La versione di Gomis

“Non sono una persona violenta, tutti conoscono la mia condotta e il mio carattere. E ho sempre pagato per i miei errori, ma le cose non sono per niente andate come indicato”, ci racconta. Partiamo dall’inizio: “Era stata una bella partita, avevo anche realizzato l’assist del 3-2 con un mio rilancio. Mancava meno di un minuto dalla fine della partita, il loro portiere aveva battuto una punizione che era finita in calcio d’angolo, dai cui sviluppi era nato il gol del Langa Calcio, in evidente fuorigioco”. Ma l’arbitro lo aveva convalidato lo stesso. “A questo punto sono andato a chiedergli spiegazioni, come avesse fatto a non annullarlo. Mi ha risposto ridendomi in faccia, cosa che mi ha fatto arrabbiare ancora di più. E, lo ammetto, ho sbagliato: non avrei nemmeno dovuto protestare. Mi viene estratto il rosso, che accetto. Come avrei accettato anche le cinque o sei giornate di protesta, mi fossero state date: ero arrabbiato, un mio compagno era venuto per calmarmi ma io avevo continuato a chiedere spiegazioni, senza fermarmi”.

“Allibito dopo la squalifica”

Un errore che Gomis riconosce: “Avevo già intenzione di cercare il contatto di questo arbitro per scusarmi. Ma quando ho letto la notizia della squalifica sono rimasto allibito: io non mi stavo dirigendo a centrocampo e lui nemmeno. Eravamo nella mia area: io in quella piccola, addirittura. Ed ero rimasto fermo. E la volante è arrivata molto dopo, quando io stavo già facendo le foto con i miei avversari, che sono tifosi del Toro. A dirla tutta, già alla fine del primo tempo avevo avuto da ridire per alcune segnalazioni secondo me errate, e prima della ripresa mi ero scusato. Perché io devo dare l’esempio: sono un padre di famiglia, gestisco una scuola calcio con dei bambini che mi danno tantissime soddisfazioni. E poi l’arbitro ha vent’anni, è molto giovane: capita a tutti di sbagliare. Ma questo io non posso accettarlo”.

Il Genola presenta il ricorso

Il Genola ha già presentato ricorso: “E so che alcuni avversari andranno a testimoniare, dicendo quello che è successo. Cioè quello che sto adesso raccontando io. Mi sono sempre assunto le mie responsabilità, ho sempre pagato per i miei sbagli. Ma non voglio farlo per ciò che non ho commesso”, conclude Gomis.