Italia, Napoli. Chi nasce qui, o nei dintorni, cresce con il mito di Diego Armando Maradona, perché lì e in Argentina, precisamente a Buenos Aires, pronunciare quel nome significa invocare una divinità. Alessandro Gargiulo è di puro sangue partenopeo, ma essendo cresciuto con la mentalità di chi deve difendere la porta e non attaccarla, si è imposto come difensore centrale sin dai primi passi.
Giovanili di Avellino e Casertana, e una piccola parentesi in Emilia, sempre in ambito giovanile, del Santarcangelo. Poi l’inizio della carriera partita da Aversa per poi proseguire con le maglie di Paganese, Cavese, Bitonto, Sorrento e infine Polisportiva Santa Maria.
Suo fratello Mario è noto per le sue numerose presenze in Serie B, in particolare quest’anno con il Lecce, squadra che ha forti possibilità di ritornare nella massima serie. Mario e Alessandro Gargiulo è solo una delle tante coppie di fratelli calciatori che il calcio italiano ha conosciuto: dai Lucarelli agli Inzaghi, passando per Franco e Giuseppe Baresi e, per restare in ambito partenopeo, Roberto e Lorenzo Insigne con i Cannavaro sullo sfondo.
In esclusiva per SerieD24, Alessandro Gargiulo ci racconta la sua avventura a Santa Maria. “Qui a Castellabate mi sono trovato subito bene. I miei compagni e la società mi hanno accolto benissimo e mi hanno fatto sentire subito a mio agio. Il mister e la dirigenza sin dal primo istante hanno riposto fiducia in me e spero di esserne stato all’altezza delle loro aspettative”.
Un trasferimento nato grazie a un dirigente che ha sempre creduto in lui e nelle sue potenzialità: “Questo trasferimento è nato grazie al direttore Amodio che danni crede in me e nelle mie capacità. Mi ha coinvolto nel progetto di questa società che vuol ambire a qualcosa di importante”.
Il suo idolo è una leggenda del Real Madrid, oggi in forza al PSG: “Il difensore al quale mi ispiro è Sergio Ramos, per il suo modo di impostare il gioco e di difendere con grande personalità. Anche se viene criticato da molti per il suo eccesso di foga, per me resta il difensore da prendere come esempio”.
L’amore per il calcio si coltiva già da bambini. “La mia passione per il calcio è nata grazie a mio padre che l’ha trasmessa sia a me che a mio fratello. E’ una cosa che ci accomuna e ci lega in modo particolare. Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 5 anni, e da lì la passione e l’amore che ho verso questo sport aumentava sempre di più”.
L’arrivo a Pagani e l’esordio in Serie C: “Sono arrivato alla Paganese dopo aver fatto un campionato in Serie D sotto età. E’ stata un’esperienza che mi ha fatto crescere sotto tutti i punti di vista, sia a livello calcistico che personale perché mi ha permesso di confrontarmi con giocatori di esperienza superiore alla mia, e questo mi ha portato a fare sempre meglio. L’esordio in Serie C è stato un’emozione indescrivibile e spero che ritornerò presto a giocare in quella categoria”.
Da Pagani a Cava de’Tirreni la distanza è minima. “Dopo la Paganese è arrivata la chiamata della Cavese che però è durata poco tempo. Dopo aver fatto il ritiro con loro sono andato in prestito al Bitonto per un anno. In Puglia mi sono trovato benissimo, facevo parte di una famiglia e alla fine avevamo vinto anche il campionato”.
Tappa a Sorrento, lì dove Alessandro Gargiulo è ancora in contatto con i suoi ex compagni di squadra. “A Sorrento mi sono trovato benissimo sin da subito. Abbiamo ottenuto diversi risultati, anche se gli obiettivi di inizio campionato erano altri e purtroppo non siamo riusciti a centrarli. Ho legato tantissimo con i miei compagni di squadra e infatti con alcuni mi sento tutt’oggi”.
Suo fratello Mario gioca in B con il Lecce, ma quella chiamata è frutto di tanti sacrifici. “Ho sempre preso come esempio mio fratello perché a 14 anni ha avuto il coraggio di trasferirsi in un’altra città lontano dalla mia famiglia per inseguire il suo sogno. L’arrivo a Lecce per mio fratello è una tappa importantissima per la sua carriera, ma è anche il frutto di tutti i sacrifici fatti finora. Ho sempre supportato mio fratello anche quando era in Serie C, e lo farò anche se dovesse arrivare in Serie A. Sono molto orgoglioso di lui. Ogni tanto capita che immaginiamo di giocare un giorno l’uno contro l’altro e ci scambiamo qualche battuta sul fatto che io non lo facessi segnare visto che è un centrocampista con il vizio del gol. Spero anch’io di segnare più spesso”.
Obiettivo attuale la Polisportiva, con uno sguardo alle categorie superiori: “In questo momento penso al campionato che sto facendo e di fare sempre meglio di partita in partita. Ovviamente per un calciatore il suo obiettivo è quello di giocare sempre in categorie superiori, e mi auguro che questo accada il più presto possibile”.
A cura di Gerardo Guariglia