Gennaro Iezzo, un portiere che esordisce in Serie A a 31 anni. Cagliari, Catania e Napoli e tante altre squadre che nel suo curriculum sono presenti. Ora, dopo aver lasciato il calcio più di dieci anni fa, allena nel massimo campionato bulgaro al Botev Vraca, dove ha raggiunto una fantastica salvezza. In un’intervista che ci ha gentilmente concesso, l’ex portiere ha raccontato ciò che ha provato e vissuto quando era giocatore, dai retroscena di mercato ai campionati vinti e qualche parola sul suo futuro.
Gennaro Iezzo è l’artefice della grande impresa fatta in questa stagione dal Botev Vraca, che nelle ultime giornate è riuscita a mantenere la categoria. “In Bulgaria è stata una bellissima esperienza finita con una fantastica salvezza. Un nuovo capitolo per me in un paese con una lingua diversa, dove ho trovato delle difficoltà nell’ambientarmi, però il gruppo mi ha sempre seguito e siamo riusciti ad ottenere un risultato ncredibile“. L’ultima avventura calcistica prima del Botev Vraca è stata nel 2016 quando allenò la primavera dell’Avellino. Ma quali sono le motivazioni dietro il trasferimento in Bulgaria?: “Ciò che mi ha spinto a trasferirmi nel calcio bulgaro prima di tutto è stata la voglia di allenare. Qui in Italia si fa sempre fatica, forse si viene apprezzati di più fuori dal nostro paese. Di certo non è la Serie A italiana e non è di grande livello, però è sempre la massima competizione di quel paese. Il fatto di andare in grandi stadi, il VAR e avere un clima di vero professionismo mi hanno fatto venire la voglia di continuare“.
Tra le squadre che faranno parte del prossimo campionato di Serie D c’è il Catania, una tappa importante all’interno della carriera di Iezzo: “Sono stato quattro anni a Catania dove ho avuto la fortuna di vincere un campionato. Catania è una piazza importante, con un grande pubblico e dove mi hanno fatto sentire sempre un idolo. Ora vederla in Serie D mi spacca il cuore“. Una delle tifoserie più calde del sud e che non ha mai nascosto il proprio affetto nei confronti dell’ex portiere: “Questa è una piazza che merita la Serie A. Lo spero per loro che la nuova dirigenza porterà prima di tutto la sicurezza economica e una progettualità che permetterà al Catania di risalire in poco tempo”.
Dopo Catania c’è il trasferimento al Cagliari, e Iezzo ricorderà per sempre l’esperienza sarda: “Abbiamo vinto la Serie B e poi c’è stato il mio esordio in Serie A. Penso che siano stati due anni bellissimi. Ho iniziato ad assaporare i campi di Serie A quando non me l’aspettavo più, poiché ho esordito a 31 anni“. Rossoblù che vengono anche loro da una brutta annata: ” Per me è stato uno stop di percorso e sono sicuro che allestiranno sicuramente una squadra per riportare il Cagliari dove merita”.
Ma il vero e proprio culmine della carriera per Gennaro Iezzo è il trasferimento al Napoli. Il tutto è arrivato all’improvviso, poiché aveva due contratti importanti da firmare, ma alla fine il sogno da bambino ha vinto su tutto e tutti: “Il passaggio al Napoli è stato fatto con il cuore. Avevo già pronto il rinnovo in Serie A con il Cagliari, così come l’AEK Atene che faceva la Champions League e avevo quattro anni pronti da firmare. Ma il fatto che sognavo da piccolo di vestire quella maglia mi ha portato a fare quella scelta“. Scelta che si reputò azzeccata: “Ho vinto due campionati, ci siamo qualificati in Europa e sono stati sei anni bellissimi. Oggi tutto quel sacrificio me lo ripagano i tifosi quando mi vedono per strada che si ricordano sempre ben volentieri di ciò che abbiamo fatto“.
Ora messa da parte l’esperienza in Bulgaria e superando i dolci ricordi da giocatore di Serie A, si parla del calcio dilettantistico. In primis della Scafatese, squadra dove è nato e cresciuto come calciatore: “Con la Scafatese ho iniziato a giocarci dopo le giovanili. Sono cresciuto velocemente poiché all’epoca non c’erano gli under perciò ero un ragazzo di 17 anni che giocava contro gente di 30 anni. Grazie a tutto ciò sono riuscito ad immagazzinare tante situazioni che mi hanno portato a crescere prima. Spero che la Scafatese, vinca il campionato e che torni in Serie D“. Infine arriva il momento di parlare del futuro e se gli piacerebbe allenare in Serie D: “Io non guardo molto la categoria, e questo vale sia per la Serie D che per altro, l’importante è la serietà del progetto. Dopo l’esperienza bulgara mi è rivenuta la voglia di ripartire e di allenare“.
A cura di Diego Sarti