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Indiani, prime parole da neoallenatore dell’Arezzo

Indiani San Donato Tavarnelle

Prime parole da allenatore dell’Arezzo per Paolo Indiani. Nel pomeriggio, si è infatti svolta la conferenza stampa di presentazione insieme al dg Giovannini ed al presidente Guglielmo Manzo.

“Un piacere essere in questa piazza importante”

Il neoallenatore dei toscani esordisce descrivendo la gioia del momento: “È un piacere enorme essere il nuovo allenatore di questa squadra. Sono quasi emozionato, questo è un posto che mi è sempre piaciuto per l’ambiente, la città, lo stadio ed i tifosi.”

Tra i sorrisi dice: “Sono stato più volte vicino a questa squadra in passato, però non siamo riusciti mai a concretizzare. Qualche volta è stata colpa loro, altre volte colpa mia.”

Indiani parte subito motivato: “Siamo iscritti in Serie D, lavoriamo per andare in Serie C e credo sia un compito importantissimo. Un altro compito è quello di riportare più persone possibili allo stadio giocando bene a calcio e vincendo. In questo campionato non si può parlare, bisogna vincere. E noi faremo di tutto per farlo.”

Indiani

Indiani: “In D il problema sono anche i campi”

Dopo le parole di presentazione, arrivano le considerazioni su vari temi. I campi sono un tema negativo: “I terreni di gioco in questa categoria sono un problema. Il campo, che è la base di questo sport, deve avere un bel terreno di misure adatte. L’anno scorso persi a Cascina, Rieti e Montespaccato, ed in tutti e tre i campi non c’era un punto dove la palla andasse bene. In casa, le stesse squadre le ho battute 3-0, 4-0 e 5-0.”

La palla passa poi ai giocatori di esperienza nel girone E, che secondo l’allenatore aretino non hanno molta importanza: “I giocatori devono essere abituati alla Serie D. L’errore è prendere giocatori a fine carriera, perchè Arezzo è una ripartenza, non un arrivo. A volte ci possono essere delle eccezioni come Buzzegoli, che già conoscevo e ci ha aiutato a vincere col San Donato Tavarnelle.”

A differenza di San Donato, dove Indiani ed i suoi hanno trionfato al secondo anno, si vuole vincere subito: “Abbiamo più possibilità rispetto a San Donato. Bisogna vincere al primo anno. “

A cura di Edoardo Discacciati