Bonura si racconta: dagli allenamenti con Capello alla cultura del lavoro di Bisoli

Follonica Gavorrano, l’unione di due paesi nel cuore della Maremma. Il primo affacciato sul mare, il secondo, poco distante, posizionato tra le colline e la squadra allenata da Marco Bonura posizionata nelle zone di alta classifica del girone E che tenta e sogna il ritorno tra i professionisti: “Ci proviamo, facciamo del nostro meglio, a volte ci riesce altre no. Purtroppo, abbiamo perso qualche punticino per strada” commenta Bonura a Seried24.

Marco Bonura / foto profilo Facebook Follonica Gavorrano

Una scintilla quella tra società e allenatore società scoccata fin da subito, paragonabile ad un colpo di fulmine che ha portato l’allenatore a considerare – e poi concretizzare – l’idea di lasciare la sua terra, l’Umbria, per approdare in Toscana: “E’ stato un amore e prima vista tra me e il direttore Filippo Vetrini. Mi chiamò mentre stavo guidando dal rientro dagli allenamenti. Pensavo fosse uno scherzo e che volesse avere qualche informazione – prosegue Bonura- Invece abbiamo cominciato a parlare sul progetto della società. Ho avuto altre richieste in Serie D però la piazza di Follonica è ambiziosa ed organizzata, ha già fatto la Serie C e a fine maggio ho trovato l’accordo dopo aver parlato con la Trestina spiegandogli che questa per me era una grande opportunità”.

Marco Bonura, la carriera da calciatore prima di sedersi in panchina

Prima del Marco Bonura allenatore però c’è il Marco Bonura giocatore. Un tuffo nel passato per ripercorrere una carriera iniziata all’età di tredici anni nel Monza fino alla Primavera dove un colosso come Luigi Radice lo fa debuttare in prima squadra all’età di diciassette anni.

Quello con Radice è il primo dei numerosi incontri con alcuni grandi del calcio italiano, allenatori che portano Bonura, all’epoca inconsapevole, ad apprendere tutte quelle conoscenze che dalla panchina oggi può mettere in pratica.

Nella stagione 1997/1998 entra nella Primavera del Milan. Allenatore di quella squadra Mauro Tassotti, altra icona del calcio italiano: “Mi ha insegnato tanto a livello calcistico e tattico, è stato un anno bello dove mi sono formato. Ho giocato con compagni che poi hanno fatto la Serie A vedi Maccarone e De Zerbi, mi piace vedere De Zerbi e come giocano le sue squadre, sono contento per lui”.

L’esperienza in rossonero non si limita agli apprendimenti del solo Tassotti, il mondo Milan gli permette anche di crescere con i grandi: “Mi sono allenato spesso in Prima squadra con Capello, ci portava in base ai ruoli che erano scoperti: una volta voleva portami in trasferta a Roma contro la Lazio perché Smoje era in dubbio, ma alla fine recuperò. Quello fu un anno poco positivo per la prima squadra, l’anno dopo con Zaccheroni il Milan vinse il campionato” spiega Bonura ridendo.

Marco Bonura / foto profilo Facebook Follonica Gavorrano

Chiuso il capitolo Milan comincia un giro di prestiti che lo porta in giro per l’Italia per vestire le maglie di Sangiovannese, Livorno, Catania, Prato, Rimini, Vis Pesaro, Foligno e Cesena: “Ho giocato in prestito in giro per l’Italia, ho girato tanto. L’anno in cui ero alla Sangiovannese il mio cartellino passo all’Inter ma non credo nemmeno sapessero chi fossi” racconta Bonura.

Bonura, l’aneddoto di mercato tra Perugia e Catania

Il calcio è fatto di trasferimenti e di occasioni colte o mancate. Uno snodo importante arriva nella stagione 2001-2002 quando il Perugia di Gaucci con allenatore Serse Cosmi si interessa a Bonura che però approda nell’altra società della famiglia Gaucci: “Andai al Catania in una piazza dove puntavano a vincere, fu un’esperienza bella ma giocai poco, quella non fu una mia scelta. Probabilmente avrei giocato di più se fossi andato al Perugia che a quell’epoca puntava molto sui giovani prelevati dalla serie C. Da Catania sono andato a San Benedetto del Tronto sempre di Gaucci. Quel mancato scambio ha inciso un po’ a livello mentale ma poi mi sono ripreso”.

Marco Bonura / foto profilo Facebook Follonica Gavorrano

La rinascita ha il volto e il nome di Pierpaolo Bisoli che allena Bonura al Foligno e lo porta con sé al Cesena dove in due anni centra la doppia promozione fino ad arrivare alla Serie B: “E’ un allenatore che mi ha dato tanto sia come pensiero, sia come cultura del lavoro che cerco di ritrasmettere nelle squadre che alleno. L’allenamento è lo specchio della partita e questo me lo ha insegnato proprio lui”.

Marco Bonura, gli inizi in panchina: dal Gubbio alla Trestina

In Serie B collezionerà  cinque presenze, poi l’infortuno e il ritiro che lo porta giovanissimo ad intraprendere la carriera da allenatore, una scelta che per Bonura si presenta come forma di vocazione: “Devi sentirtelo dentro se vuoi fare l’allenatore ed io questa spinta la sento, sono partito dal basso dal settore giovanile del Gubbio dove sono arrivato a subentrare in panchina in prima squadra ad Acori all’ultima giornata ma quella fu un’annata storta: a marzo eravamo praticamente salvi, poi ci ritrovammo ai playout e non siamo riusciti a salvarci”.

Marco Bonura / foto profilo Facebook Follonica Gavorrano

Dopo Gubbio inizia il percorso da allenatore in Umbria, sei anni divisi tra Eccellenza e Serie D tra Lama, Subasio, Bastia e Sansepolcro portandosi dietro il bagaglio di conoscenze appreso negli anni: “Di tutti gli allenatori che ho avuto porto dentro qualcosa, dalla gestione della squadra alla situazione di sconfitte, vittorie, psicologia dei giocatori. Da qualcuno ho preso di più, da altri di meno, poi io ci metto le mie idee perché il calcio si evolve e devi sempre rimanere aggiornato”.

Marco Bonura, il Follonica Gavorrano e lo stop al campionato

Il presente si chiama Follonica Gavorrano, una storia tutta da vivere, anche in una situazione difficile dovuta alla pandemia e allo stop del campionato: “Non voglio assolutamente sottovalutare il momento che stiamo vivendo, la saluta viene prima di tutto però si deve trovare una soluzione perché le società investono e così è difficile andare avanti – il pensiero di Bonura –  Noi abbiamo tanti positivi nel gruppo squadra, ma dal momento in cui si negativizzano e riprendiamo a giocare ho a disposizione una squadra che per metà non è allenata ed è anche rischioso dal punto di vista fisico. È difficile programmare e strutturare il lavoro”.

foto pagina profilo Facebook Follonica Gavorrano

Il pensiero poi va alla recente finestra di mercato e a quella che dovrebbe aprirsi a breve: “mi dispiace per quelli che sono andati via, mi affeziono ai ragazzi che alleno e ci tengo a ringraziarli. Ci stiamo guardando attorno, manca solo una punta e vedremo se ci sarà un’opportunità che farà al caso nostro ma sono soddisfatto dai nuovi arrivati che si sono inseriti bene come atteggiamento e cultura del lavoro”.

Quella cultura del lavoro appresa da Bisoli che adesso Bonura sta cercando di trasmettere ai suoi ragazzi.

A cura di Maurizio Fedeli

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