Attirare le persone come calamite e un lavoro all’insegna della creatività. Segno capricorno, professione centravanti. Non è il titolo della prossima inserzione che troverete sul rinato Postal Market ma le qualità intrinseche dell’attaccante dell’Aglianese, squadra pistoiese con forti ambizioni di classifica, Giulio Giordani.
Giordani nasce ad Anzio, città di 52mila abitanti nel Lazio.
La città ha nel suo lontano passato un importante riconoscimento, come capitale della popolazione dei Volsci, finchè non venne conquistata dallo stato romano. Non vi erano le spade ma la lotta già scorreva nel sangue di popolazioni dalle quali proveniamo. Le stesse ‘spade’ che spesso Giordani condivide nei suoi post social, dove la lotta e il raggiungimento dei traguardi sono le sfide quotidiane. Per uno che nella vita vuole solo fare una cosa: spaccare le porte.
E chissà che prima o poi il film della vita del centravanti non possa trovare spazio al teatro romano di Anzio.
Perchè Giordani la sua città natale la porta nel cuore, per uno che a 14 anni ha lasciato casa per rincorrere un sogno, chiamato pallone. Un brivido che non va più via. “I miei genitori mi hanno sempre appoggiato nelle mie scelte, perchè il mio desiderio è il loro sogno, vederlo esaudito”.
Cresciuto nella strada con un pallone, il dito sul campanello per avvisare gli amici e alla sera sudato rientrare a casa, dove non mancava sull’ingresso di casa i suoi genitori. Un ‘buffetto’ e dritti sotto la doccia ad immaginare la prossima sfida.
Il suo punto di riferimento, con tutti i suoi amici, è lo stabilimento ‘Paradiso‘ ad Anzio. Dove tutto è cominciato, prosegue e non finirà mai.
Giordani cresce nelle giovanili del Latini e poi vola a Siena dopo milita negli Allievi e in Primavera. “Non c’erano tanti procuratori all’epoca ma nel Lazio si prendevano quelli che gli osservatori consideravano i migliori giocatori e giocavano tutti assieme” spiega Giordani.
Qualcuno ce la fa, altri restano per strada, con il sogno rimasto bloccato nella canna.
In quegli Allievi del Siena Giordani ha incrociato nel suo percorso Spinazzola.
Subito il salto in serie C con la maglia della Pistoiese. Dal 2012 al 2014. “Iniziare tra i grandi in un club così prestigioso non è facile. Occorre subito calarsi in una realtà importante”. Anni non facili ma molto formativi proseguendo sempre in serie C a Savoia. “Fu una annata molto bella ed importante. C’erano squadre che erano vere corazzate come Salerniata, Benevento e Reggina. Quegli stadi li avevo visti solo in televisione ed è stata una emozione incredibile. Forse non ero ancora pronto per quei palcoscenici”
Poi le esperienze in serie D: Triestina, Sporting Recco e Ghivizzano. Squadra quest’ultima dove Giordani è andato per la prima volta in doppia cifra sul tabellino dei marcatori.
Poi i 3 anni con i colori del San Donato Tavarnelle con gol che tra l’altro sono nei suoi ricordi indelebili
“Giocare a Potenza una semifinale di Coppa Italia, pareggiando con un mio gol è follia. Pensate che questa società si alimenta con i volontari, una pizzeria e tanti sponsor. Sono arrivato in un paese, come quello di Tavarnelle val di Pesa, che adesso è la mia casa” prosegue Giordani. Nei suoi gol più importanti c’è anche quello al Lentigione con la maglia dell’Aglianese che sembrava decisivo per la vittoria del campionato. “Il sogno sembrava vicino, palpabile ma ci eravamo purtroppo illusi”.
Da due anni veste la maglia dell’Aglianese, giocando tra l’altro con i colori nero verdi e quelli giallo blu del San Donato Tavarnelle con Federico Russo, attuale capocannoniere del girone E.
Giulio Giordani chiamato ‘Il cobra‘. Un soprannome sul quale solo in pochi hanno il piacere di sapere le origini ma lo stesso attaccante ci svela qualcosa in più.
“Tutti i supereroi hanno una maschera e un nome. Quando serve arriva puntuale il morso del cobra”. Poi la corsa alla bandierina dove parte qualche pugno: “E’ una lotta personale con me stesso che mi pongo tutte le domeniche”.
Il suo gol nell’ultimo turno di campionato tiene ancorata l’Aglianese al gruppo di testa: “Vogliamo disputare un campionato importante, ben consapevoli che le favorite sono e saranno altre. Alcune volte per vincere non basta essere solo i favoriti. Stiamo lavorando per crescere perchè non saremo i più forti ma lottiamo per diventare i migliori”
Intanto, a fari neanche tanto spenti, sogna di tornare in doppia cifra.
Un mondo quello del calcio indissolubile per il ‘Cobra’: “Non posso pensare ad una vita senza questo sport. Le vibrazioni che sento prima della partita e nello spogliatoio sono cose che mi appagano come non mai”.
Uno sport, un sogno, una vita in campagna, tanti viaggi e poi alla fine ritorna da te. Il pallone.
Per raccontare seduti di fronte al mare quello che il campo fa vivere e fa pulsare il cuore. Laddove il mare custodisce i suoi segreti, al bagno ‘Paradiso’ di Anzio.
A cura di Giacomo Bertelli