Addio a Italo Galbiati, storico vice di Fabio Capello con un passato da allenatore della Puteolana

È morto a 85 anni Italo Galbiati, storica spalla di Fabio Capello in qualsiasi sua esperienza in panchina. Il sodalizio con l’allenatore triestino è cominciato ai tempi del Milan alla fine degli anni Ottanta e successivamente dal 1991 al 1996. Successivamente è stato il suo vice anche alla Juventus, alla Roma – celebre la vittoria dello Scudetto nel 2001 – e nelle avventure oltre confine in Spagna e con la Nazionale russa e inglese. Italo Galbiati ha anche calcato l’altro versante del Naviglio con la maglia dell’Inter da calciatore.

Cresciuto calcisticamente proprio con la Beneamata, si è fatto strada prima alla Reggina in prestito e poi soprattutto a Lecco, dove ha esordito in Serie A. In riva al lago ci è rimasto esattamente sei stagioni, prima di concludere la carriera da calciatore in un’altra pittoresca città come Como. Appesi gli scarpini al chiodo, la sua nuova vita da allenatore incrocia le strade con un’attuale club della Serie D. Dal luglio 1967 al giugno 1968 Italo Galbiati ha guidato per 30 giornate la Puteolana nel campionato di Serie D.

Italo Galbiati: Credits by_@gianlucadimarzio.com

Italo Galbiati, calciatore, allenatore e grande scopritore di talenti

Come sopra indicato, la carriera da calciatore di Italo Galbiati ha ruotato essenzialmente attorno a quattro squadre: Inter, Reggina, Lecco e Como. A dargli i natali fu la Beneamata, squadra con cui esordì in Coppa delle Fiere contro il Lione (1-1) ma mai in Serie A. Questo step fu raggiunto nel 1960 sempre in nerazzurro ma con la maglia del Lecco. Il computo totale con i lecchesi recita 146 presenze condite da cinque reti. Per l’ultimo segmento della sua vita da calciatore si è trasferito a nord della Lombardia, precisamente Como.

Il suo battesimo da allenatore è arrivato in D a Pozzuoli, dove ha guidato la Puteolana per trenta gare di campionato.

Da sempre bravo nel lavorare con i giovani, il suo particolare fiuto non passò inosservato proprio all’Inter. Negli anni Settanta il club del Biscione gli affidò il ruolo di dirigente del settore giovanile, incarico che Italo seppe subito ripagare alla grande: di questa esperienze ricordiamo la scoperta o meglio, l’intuizione, di Walter Zenga.

Da una sponda del Naviglio all’altra, il capitolo Milan

Un tuttofare del calcio, possiamo tranquillamente attribuire questo aggettivo a Italo Galbiati. Allenatore, assistente, dirigente, scout: qualsiasi incarico gli veniva proposto sembrava cucito a sua misura. Agli inizi degli anni Ottanta, il Milan pre-Berlusconi era ben lontano dai fasti attuali e soprattutto da quelli vissuti sotto la presidenza dell’ex premier. Prima allenatore della Primavera tra il 1980 e il 1982, poi appunto traghettatore nelle successive due annate dopo gli esoneri di Giacobini, Radice – stagione culminata con l’inevitabile retrocessione – e Castagner.

Ritrovata la bussola con l’arrivo di Silvio Berlusconi, per il Milan cominciò una rapida ascesa sia in Italia ma soprattutto in Europa. Tornato inizialmente a guidare la Primavera, Italo Galbiati è rimasto in pianta stabile nei radar rossoneri. Successivamente ha assistito da secondo Capello, Sacchi e nuovamente Capello. Con quest’ultimo è entrato totalmente in simbiosi, stringendo un rapporto fraterno andato poi avanti fino ai giorni nostri.

Fabio Capello: Credits by_@gianlucadimarzio.com

La decisione di seguire Capello

Seppur fosse una colonna portante della nuova epopea del vincente ciclo milanista, Italo Galbiati ha preferito seguire esclusivamente il suo amico-collaboratore Fabio Capello, eccezion fatta per la prima esplorazione madridista. Di tutt’altra pasta invece la militanza a Roma, conclusasi con lo storico Scudetto del 2001. Vincente anche le successive stagioni alla Juventus; stesso discorso per la nuova chance con le merengues. Questa difatti è stata l’ultima avventura in un club, con il duo Capello-Galbiati che ha guidato prima la Nazionale inglese e poi quella russa. Dopo di che, le strade dei due si sono separate a livello lavorativo: Capello diventato celebre opinionista tv, Galbiati responsabile del settore giovanile del Monza.

Italo Galbiati e la scoperta di Andrij Shevchenko

Italo Galbiati, nel corso della sua carriera, ebbe una grandissima intuizione grazie al quale ancora oggi viene ricordato. Inviato dal club rossonero come osservatore per un match europeo tra Barcellona e Dinamo Kiev nel novembre 1997, Italo rimase stregato dal talento di un giovane Andrij Shevchenko, autore di una tripletta. Per lui non ci furono dubbi, era un giocatore “da Milan”.

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