Da ultimo della classe ad autentico trascinatore. E si… Perché Jefferson Andrade Siqueira, nato il 6 Gennaio del 1988 a Guarulhos in Brasile, di fatto è stato l’ultimo acquisto del duo Laneri-Grella, da molti ritenuto un approdo in più, quasi superfluo vista la presenza in rosa di due punte centrali come Sarao e Litteri.
Per tutti, il brasiliano difficilmente avrebbe visto il campo visto che nelle gerarchie sarebbe stato la terza scelta del tecnico Ferraro. E invece, Jefferson ha sorpreso tutti e continua a trascinare il Catania prendendosi la scena. Un plauso va al Vice-Presidente Grella che ha voluto fortemente il sudamericano e che ci aveva visto lungo anche sulle incerte condizioni fisiche di Litteri.
La punta brasiliana adesso viaggia a ritmi altissimi, segna sempre da subentrato con una media di un gol ogni 82 minuti: sette gol in undici giornate, bottino impensabile ad inizio stagione che non solo lo rende il più prolifico del Catania, ma anche l’attuale capocannoniere del Girone I in condominio con Randis e Vitale. Tra l’altro, eccezion fatta per la sfida contro la Cittanovese in cui è partito da titolare, mister Ferraro preferisce schierare sempre Manuel Sarao dal primo minuto facendo partire “Jeff” (come lo chiamano i compagni) dalla panchina.
E chissà che questo non agevoli il compito del numero 79. Oggettivamente infatti, Sarao sfianca le difese avversarie facendo a sportellate con i centrali per almeno un’ora di gara, poi entra Jefferson e buca la rete. Copione andato in scena anche nell’ultima gara contro il Canicattì; impatto devastante sulla partita per il brasiliano a cui sono bastati dodici minuti dal suo ingresso per siglare una doppietta.
Il Catania si gode il bomber che non si aspettava con dieci punti di vantaggio dopo appena un paio di mesi di campionato che rappresentano già una verità, magari scontata alla vigilia, e che adesso il campo sta confermando con oggettività. Troppa la differenza qualitativa e quantitativa di organico tra il Catania e le altre pur volenterose compagini militanti nel girone. Del resto, se a mezzora dalla fine hai la possibilità di cambiare De Luca, Sarao e Sarno per Russotto, Jefferson e Giovinco, difficilmente puoi essere contrastato da avversari peraltro a quel punto in debito d’ossigeno.
Il bomber che subentra dalla panchina, pian pianino sta anche conquistando la simpatia dei tifosi con le magliette dell’ormai divenuto slogan della stagione “pattenu i cavaddi”. E Jefferson è partito alla grande.
A cura di Marco Zappalà